Airola, detenuto tunisino tenta il suicidio in carcere: notte infinita all'ospedale Rummo

Attesa di 15 ore per un neuropsichiatra infantile

Airola, detenuto tunisino tenta il suicidio in carcere
Airola, detenuto tunisino tenta il suicidio in carcere
di Luella De Ciampis
Lunedì 18 Marzo 2024, 09:25
4 Minuti di Lettura

Notte infinita al «Rummo» per l'arrivo di un detenuto tunisino minorenne, proveniente dall'Ipm Airola, che ha tentato il suicidio ed è stato trasferito dall'ambulanza del 118 in ospedale, dove la polizia penitenziaria ha dovuto attendere per circa 15 ore che arrivasse il neuropsichiatra infantile da Foggia perché la struttura ne è sprovvista.

A raccontare l'accaduto è Sabatino De Rosa, vice coordinatore regionale del settore minorile del Sappe: «Abbiamo vissuto una notte difficile perché un detenuto minorenne, di origini tunisine, ha tentato il suicidio ed è stato salvato grazie alla tempestività dell'intervento degli agenti in servizio, che sono riusciti a evitare il peggio. In seguito all'accaduto abbiamo dovuto chiedere l'intervento dell'ambulanza del 118, che ha trasportato il ragazzo al Rummo, ospedale più vicino all'istituto di pena di Airola.

Il mezzo di soccorso è stato scortato dagli agenti, che hanno dovuto attendere circa 15 ore l'arrivo del neuropsichiatra infantile da Foggia perché la struttura non aveva a disposizione lo specialista in sede.

A questo punto, si è reso necessario fare in modo che arrivasse dalla regione più prossima».
La figura del neuropsichiatra infantile al «Rummo» manca ormai da alcuni mesi, ma l'azienda ha già indetto un nuovo concorso dopo la débacle di metà novembre, quando al concorso destinato al reclutamento degli specialisti del ramo, i sette ammessi decisero di non presentarsi a sostenere le prove d'esame. Una diserzione in massa che ha impedito di colmare le lacune esistenti in tempi brevi, aprendo il campo a risvolti negativi in caso di emergenza.

«Qualche settimana fa sottolinea De Rosa - un detenuto egiziano minorenne ha aggredito due agenti di Polizia penitenziaria, salvati dall'intervento tempestivo dei colleghi. Nonostante questo grave episodio, per il quale si dovrebbe disporre il trasferimento in altra sede per ordine e sicurezza, il detenuto continua a rimanere nella struttura di Airola. Per questo, chiediamo che a tutti gli stranieri venga fatta una misurazione delle ossa, vale a dire un esame radiografico del polso e della mano sinistra, che consente di stabilire l'età reale di questi ragazzi per evitare di continuare a trovarsi nella condizione di gestire anche ultra venticinquenni». Secondo De Rosa, la Polizia penitenziaria di Airola sta svolgendo turni massacranti, anche di 12 ore, pur di garantire la sicurezza all'interno dell'istituto.

Sulla vicenda è intervenuto il segretario generale del Sappe Donato Capece. «Per evitare ulteriori tensioni e disagi dice sollecitiamo il trasferimento dei detenuti stranieri che si rendono responsabili di atti violenti e chiediamo che il ragazzo che ha tentato il suicidio venga seguito in una struttura specializzata in grado di mettere in atto percorsi di cura. Abbiamo urgente necessità di trovare soluzioni concrete per uscire dalla spirale di violenza e da situazioni al limite per poter garantire l'Essenziale sicurezza del personale in servizio. Il Sappe denuncia ormai da tempo la situazione insostenibile delle carceri per minori, così come di quelle per adulti, ma il dato oggettivo è che chi dovrebbe intervenire continua a tacere e a rimanere inerme. Sono decenni che chiediamo sia l'espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare in modo che scontino le pene nelle loro carceri, che la riapertura degli ospedali psichiatrici giudiziari per ospitare sempre più numerosi detenuti con problemi psichiatrici, che attualmente sono presenti nel circuito detentivo ordinario. Ma servono anche più tecnologia e investimenti per migliorare una situazione che rimane allarmante».

© RIPRODUZIONE RISERVATA