Picchia la moglie: va ai domiciliari ma la sua famiglia non lo vuole

L'uomo ha trovato ospitalità presso il datore di lavoro

Un arresto dei carabinieri ad Apice
Un arresto dei carabinieri ad Apice
Sabato 30 Dicembre 2023, 11:27 - Ultimo agg. 16:35
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Da oltre un anno maltrattava la moglie e nella tarda serata di giovedì c'è stato l'epilogo di una rapporto ormai divenuto troppo burrascoso. Infatti l'uomo questa volta ha anche procurato delle ferite alla donna. Pertanto è scattato l'allarme e per l'uomo è scattata la misura degli arresti domiciliari. Il tutto è accaduto in un'abitazione di Apice. L'uomo finito ai domiciliari è un bracciante agricolo di 44 anni, originario di Paduli ma residente appunto ad Apice con la moglie di 45 anni ed i figlioletti. Ora, in base a quanto emerso dalle indagini dei carabinieri della locale stazione, deve rispondere dei reati di maltrattamenti in famiglia e di lesioni nei confronti della moglie. 

Secondo l'accusa l'uomo nel corso di una ennesima lite si è scagliato contro la donna, spintonandola e facendola finire contro un mobile della cucina.

La donna è rimasta ferita per cui si è reso necessario l'intervento dei sanitari del pronto soccorso dell'ospedale «San Pio», che hanno provveduto a medicarla, ed hanno emesso per lei una prognosi di cinque giorni. La donna poi ha ricostruito con i carabinieri i maltrattamenti subiti dal coniuge in particolare nel corso di alcuni mesi a partire dal 2022. I carabinieri hanno riferito le varie fasi dell'accaduto al sostituto procuratore della Repubblica di turno Marilia Capitanio, che ha deciso di sottoporre l'uomo alla misura degli arresti domiciliari. L'uomo ha nominato suo difensore l'avvocato Claudio Fusco, che lo assisterà nell'udienza di convalida dell'arresto che si svolgerà nei prossimi giorni, al termine della quale il Gip deciderà se convalidare il provvedimento dei domiciliari.

Va detto che, una volta decisi dal magistrato gli arresti domiciliari, è sorto il problema di dove l'uomo dovesse risiedere. Infatti non potendo risiedere nell'abitazione di famiglia, utilizzata da moglie e figli, si è ipotizzato l'invio presso la casa di alcuni familiari che però non hanno dato la loro disponibilità ad ospitarlo. Cosi i carabinieri hanno dovuto cercare un alloggio alternativo trovandolo infine presso la casa del datore di lavoro dell'indagato. 

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