Femminicidio ordinato dal carcere, ora è caccia al killer

Nuovi elementi dalle perquisizioni

Il luogo dell'agguato
Il luogo dell'agguato
di Enrico Marra
Sabato 30 Dicembre 2023, 11:22 - Ultimo agg. 16:36
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La svolta sul mandante che aveva deciso di far uccidere la sua ex ha impresso un'accelerazione anche alle indagini per l'individuazione del killer finora sconosciuto. Un killer che in base agli elementi finora raccolti dagli inquirenti, appare scarsamente «professionale». Ha sparato infatti contro Annarita Taddeo un solo colpo con un arma di piccolo calibro, non si è accorto che la donna non era morta, poi ha prelevato i due telefonini della vittima liberandosene a poca distanza dal luogo del ferimento, non è riuscito a manometterne la memoria, così una volta che sono stati ritrovati dagli inquirenti si sono potute ricostruire le frasi di minaccia che Nicola Fallarino aveva inviato dal carcere di Agusta, dove è rinchiuso, a colei che aveva deciso di troncare il rapporto sentimentale che era andato avanti per alcuni anni. Gli agenti della Squadra Mobile, diretti dal vice questore Flavio Tranquillo, seguono una pista ben precisa per identificare anche il killer, ma vogliono basare su solidi elementi il loro identikit, e le perquisizioni nelle abitazioni di diversi elementi legati a Nicola Fallarino avevano lo scopo anche di cercare conferme ai loro indizi.

Anche perché gli inquirenti sono convinti che se a sparare contro Annarita Taddeo è stata una sola persona, il killer nella fase preparatoria e poi nella fuga si è avvalso di diverse complicità.

C'è chi infatti si è preoccupato di reperire il ciclomotore adoperato dal killer che risulta rubato dal mese di agosto a Napoli, e poi trasporto in città. Dopo il ferimento è stata individuata la targa finita in un immagine di una telecamera, ma poi è stato fatto sparire perché non è stato recuperato nonostante la zona fosse stata passata al setaccio. Frattanto questa mattina sarà interrogato Fallarino nel carcere di Agusta per rogatoria, procedura chiesta dal Gip Roberto Nuzzo, che ha emesso l'ordinanza.

Ad interrogarlo sarà il Gip suo collega di Siracusa. Sempre in videocollegamento assisterà all'interrogatorio anche il difensore di Fallarino che è l'avvocato Domenico Dello Iacono. Potrebbe assistere all'interrogatorio anche il sostituto procuratore della Repubblica, che ha coordinato le indagini Stefania Bianco. Tenuto conto che il suo legale non ha ancora la disponibilità degli atti, è probabile che al massimo Fallarino possa fare qualche dichiarazione spontanea.

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In questa vicenda ancora una volta è emersa la facilità con cui i reclusi dell'istituto di pena di Agusta riescono a colloquiare con l'esterno con i telefonini. In occasione del blitz collegato all'incriminazione di Fallarino sono stati sequestrati nella struttura altri 3 apparecchi. Ma non va dimenticato che a maggio ci fu un altro blitz con indagati anche dei beneventani, appunto per i contatti tra reclusi dell'istituto di pena e loro parenti e conoscenti e con l'arrivo nel carcere di telefonini e droga. Scattarono 11 incriminazioni e tuttora è in corso il procedimento davanti al Gup di Agrigento con prossima udienza fissata per il 16 gennaio e con alcuni indagati che hanno chiesto il rito abbreviato. Frattanto sulla svolta su questo caso ha preso posizione il sindaco Clemente Mastella: «Abbiamo tutti il dovere di conservare questo territorio immune dal radicarsi di ogni forma di mafia o camorra, rifiutando ogni sottovalutazione della minaccia. Il Sannio e Benevento sono caratterizzati da una comunità operosa, onesta e fatta di valori antagonisti alla violenza e alla prevaricazione. Sono certo che una piena alleanza e una convergenza tra istituzioni e società civile consentirà di mantenere un livello di sicurezza che ha contrassegnato il nostro territorio negli ultimi decenni». E «Libera» in un nota plaude alla Procura della Repubblica ed alla Mobile affermando che sono riusciti a disinnescare «una bomba ad orologeria» che ha portato alla ribalta complicità esterne ed interne della malavita. 

 

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