Sannio, emergenza Neet: già 1.500 i «giovani statici»

Il dossier di Openpolis

Giovani a Benevento
Giovani a Benevento
di Domenico Zampelli
Venerdì 2 Giugno 2023, 11:38
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«Fujtevenne». A distanza di 40 anni, l'amaro invito di Eduardo rivolto ai giovani di Napoli risuona come un monito per scuotere i tanti, troppi «Neet» che vivono nel Sannio. Sono circa 1.500, il 29% del totale nella fascia d'età tra i 15 e i 29 anni, non lavorano e non cercano lavoro, né studiano o pensano di frequentare corsi di istruzione e formazione. Semplicemente, restano fermi. Entrando a far parte di quell'Italia dei giovani statici che occupa il secondo posto in Europa (dove la media è dell'11,7%) nel ranking dedicato a questo fenomeno. Peggio del nostro Paese (che ha una percentuale media del 19%) c'è solo la Romania, che sfiora il 20%. Benevento fa ancora peggio, come del resto tutta la Campania: percentuale del 25% ad Avellino (ricadono in questa condizione 2.500 giovani), del 30% a Salerno (5.600 i giovani coinvolti), del 32% a Caserta (5.000 giovani coinvolti) e del 37% a Napoli (14.000 giovani coinvolti). Per rendere l'idea, si tratta di numeri che si ritrovano in alcune regioni della Turchia, della Bulgaria, della Macedonia e della Romania, o nella zona al confine fra Spagna e Marocco. L'Europa ha paura di tutto questo, e non a caso è intervenuta mettendo in campo una serie di progetti, con l'obiettivo di raggiungere il 9% fissato per il 2030 dal piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali. Non solo. Il Pnrr ha destinato oltre 15 miliardi di euro per queste misure, che dovrebbero essere completate per il 2026. Ma anche in questo caso nel mirino c'è il futuro prossimo. E per l'immediato?

Il problema è motivazionale. Restare passivi crea problemi personali, aprendo la strada al pericolo di fenomeni socialmente devianti, e in prospettiva si evidenzia un problema sociale, con sempre meno giovani supportati da livelli di formazione elevati e in grado di dare un contributo rilevante anche in termini di vitalità all'economia e alla società. Per questo va assolutamente evitato lo stazionamento senza stimoli. La necessità, dunque, è quella di creare stimoli, interessi, opportunità. In alternativa è meglio fare qualche esperienza di lavoro o di formazione fuori provincia. Ma dove? Evidentemente non in Campania, visto che anche gli altri territori della regione non stanno meglio del Sannio. L'attenzione, dunque, può essere focalizzata su quelle zone caratterizzate da un dinamismo che per i giovani è sicuramente più coinvolgente e contagioso. In campo nazionale, le province che manifestano una maggiore capacità di resilienza dei giovani, che non accettano questo destino ma si rimboccano le maniche e tentano di trovare una strada, nella peggiore delle ipotesi attraverso un corso di formazione, sono quelle di Verona e Bologna, dove solo il 10% dei giovani è vinto dallo scoraggiamento. Buone anche le percentuali riscontrate a Belluno, Alessandria e Vicenza, in tutti e tre i casi sotto alla soglia del 12%. La classifica continua poi con le province di Bolzano, Treviso, Fermo, Forlì Cesena, Ancona, Arezzo e Ascoli Piceno. È qui che si dovrebbe guardare in modo prioritario. Se invece si punta a tentare l'avventura oltre confine, Eurostat indica quali sono i territori più favorevoli da questo punto di vista, e cioè l'Olanda, dove solo il 4% dei giovani resta con le mani in mano: sono più dinamiche sotto questo profilo le regioni di Utrecht e del Brabante, al confine con il Belgio, come pure Praga.

Naturalmente, per raggiungere l'obiettivo c'è bisogno di mettere in campo le giuste politiche per cercare di arginare il fenomeno, partendo da quell'abbandono scolastico che ne rappresenta uno dei presupposti. Uno studio condotto da Openpolis evidenzia anche i territori dove la situazione è più critica. Fra i capoluoghi, il dato beneventano (15%) è in percentuale il più alto registrato in Campania dopo quello di Napoli (22,8%). Stanno un po' meglio Salerno (13,5%), Caserta (11,6%) e Avellino (11%). Per quanto riguarda, infine, i comuni della provincia dove la situazione merita di essere maggiormente monitorata, spiccano i «casi» Bucciano, Sassinoro, Forchia, Baselice, Tocco Caudio, Arpaia, San Nazzaro, Durazzano, Bonea, Castelfranco in Miscano, Cusano Mutri, Pago Veiano e Frasso Telesino.

 

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