Castel Volturno: Egun, quel rito voodoo per schiavizzare i trans brasiliani

Le vittime incapaci di ribellarsi e costrette a prostituirsi

Trans brasiliani sul litorale domizio
Trans brasiliani sul litorale domizio
di Biagio Salvati
Mercoledì 12 Luglio 2023, 08:28 - Ultimo agg. 16:11
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Riti voodoo, come l'inquietante cerimoniale di magia nera brasiliana chiamato «Egun» per tenere soggiogate le vittime, in particolare i transgender che da San Paolo del Brasile arrivavano sul litorale domizio, nel Casertano, passando per Napoli. È quanto scoperto dagli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia che hanno ottenuto dal gip del tribunale di Napoli undici misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati trans brasiliani, accusati di associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù, alla tratta di esseri umani e al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina di connazionali. Reati che, in caso di condanna, prevedono oltre quindici anni di reclusione. I destinatari dei provvedimenti, di cui quattro detenuti nel carcere napoletano di Secondigliano, saranno interrogati già questa mattina. L'operazione, in Campania, è stata eseguita dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Caserta ma altri arresti sono stati eseguiti in diverse città italiane compresa la Capitale. Tra gli arrestati anche insospettabili che apparentemente conducevano una vita normale con proprie attività lavorative come centri estetici e, in qualche caso, già noti alle cronache e con altri precedenti.

L'uso della magia nera è stato confermato dal ritrovamento di una testa di una statuetta raffigurante una divinità circondata da frutti, che rappresenterebbe un rito chiamato «Egun» tramite il quale le vittime venivano messe sotto scacco in quanto è ritenuto mortale. I proventi della prostituzione venivano versati al capo del gruppo criminale per saldare il debito contratto per entrare in Italia, sempre superiore a 10mila euro e soggetto a continui aumenti con motivi pretestuosi che, di fatto, tenevano la vittima soggiogata al gruppo criminale. Una vicenda che ricorda quella della tratta delle nigeriane, adescate in patria e portate in Italia, in particolare a Castel Volturno, dove, sotto il controllo di organizzazioni criminali nigeriane, diventano schiave e sono costrette a prostituirsi, tenute sotto scacco anche con riti voodoo. In questo caso, le vittime venivano reclutate in Brasile, da un referente dell'associazione. Dopo un periodo di «prova» nel quale erano indotti a prostituirsi in Brasile, una volta procurata la documentazione utile all'espatrio e il biglietto aereo, i cui costi erano sostenuti dall'organizzazione criminale, i trans partivano per l'Italia. All'aeroporto di Milano Linate venivano prelevati da componenti dell'organizzazione e forniti di una dichiarazione fittizia di ospitalità, garantendone così l'ingresso e la permanenza legale per motivi di turismo in Italia.

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Successivamente, venivano condotti a Napoli, dove un ulteriore membro dell'organizzazione aveva il compito di prelevarli e portarli in auto fino all'immobile individuato, di volta in volta, a Castel Volturno. Qui le vittime venivano segregate in appartamento, con divieto di comunicare con persone diverse dagli sfruttatori. Le vittime venivano private del telefono e sottoposte a un severo regime di condotta, oltre che costrette a prostituirsi in strada secondo rigidi orari e il controllo di membri dell'organizzazione. Trattati come veri e propri schiavi, venivano intimiditi con violente aggressioni fisiche e continue vessazioni psicologiche, costituite anche da minacce di ritorsioni nei confronti dei loro familiari in Brasile. Oltre Castel Volturno, gli arresti sono stati eseguiti a Roma, Milano, Pisa e Ferrara, in collaborazione delle rispettive questure nonché dei Reparti Prevenzione Crimine «Campania», «Umbria» e «Marche e Abruzzo».

Il litorale domizio è stato in passato teatro di simili pratiche tribali ad opera delle cosiddette «madame» che «acquistavano» le ragazze dalle famiglie in Africa. Una volta condotte a Castel Volturno le soggiogavano attraverso i riti voodoo, molto temuti da questo popolo. Per sciogliersi dal vincolo, dovevano rimborsare i soldi del viaggio altrimenti subivano gravi minacce e intimidazioni, violenze fisiche e morali e di natura magico-religiosa, attuate anche nei confronti dei familiari rimasti nei loro territori di origine. La Dda, sempre a Castel Volturno, nel 2004 ha anche contestato per la prima volta a un gruppo di nigeriani il reato di associazione mafiosa, nell'ambito di un'inchiesta (tratta di schiave, immigrazione clandestina, contraffazione di documenti) in cui fu coinvolto un pastore di una chiesa anglicana con sede tra Villa Literno e il litorale, ricercato a livello internazionale.

 

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