Inchiesta Jambo, Griffo in cella: ora è caccia all'ex vigile

Il centro commerciale Jambo, sequestrato durante il blitz contro il clan dei Casalesi
Il centro commerciale Jambo, sequestrato durante il blitz contro il clan dei Casalesi
di Mary Liguori
- Ultimo agg. 21 Dicembre, 09:30
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Il giallo della fuga, l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa: saranno questi i punti cardine dell’interrogatorio di garanzia del sindaco sospeso di Trentola Ducenta, in carcere da sabato dopo una fuga di nove giorni. L’udienza dovrebbe essere fissata per la giornata di domani. Destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, la notte del blitz, quando la squadra mobile ha fatto irruzione in casa sua, Griffo era già scappato. Come lui, si erano dileguati gli imprenditori Alessandro Falco e Gaetano Balivo, e l’ex vigile urbano, Vincenzo Picone. I primi due si sono costituiti nei giorni successivi all’operazione anticamorra; adesso manca all’appello il solo Picone. A Balivo e Falco, il gip ha chiesto della fuga. La stessa domanda verrà posta probabilmente anche al sindaco sospeso: sulla vicenda della presunta soffiata che avrebbe consentito ai quattro di scappare, è infatti in corso un’indagine della Dda. Al centro del caso giudiziaria che vede coinvolti il politico e altre 27 persone, compresi gli imprenditori, c’è una storia di favori che la Dda ritiene sia iniziata sin da quando Griffo conquistò il suo primo mandato da sindaco, nel 1997, e si sia protratta fino a tempi molto più recenti. Il sindaco avrebbe – sostiene la procura – piegato la macchina amministrativa alle esigenze del capo dei capi dei Casalesi, detenuto al 41bis, Michele Zagaria. Delibere di giunta dettate dal boss durante gli anni della latitanza - sostiene l’accusa -, finalizzate ad ampliare il centro commerciale Jambo (sequestrato durante l’operazione). Il parco dello shopping, del quale la procura ritiene fosse Zagaria il vero proprietario, ha aumentato in maniera impressionante il proprio valore, passando dai due miliardi di lire ai sessanta milioni di euro dall’anno dell’inaugurazione ad oggi. Una crescita esponenziale e inarrestabile che ne avrebbe fatto la punta di diamante delle attività imprenditoriali gestite dai Casalesi e che sarebbe stata resa possibile dai favori concessi dal sindaco, da alcuni consiglieri comunali, e dagli architetti dell’ufficio tecnico a loro volta «asserviti» a Zagaria – ritiene il gip – e pertanto indagati nel medesimo procedimento. Tra le ipotesi accusatorie, quella di aver fatto realizzare lo svincolo della Statale 265 senza che ve ne fosse la necessità. Per i periti della procura, l’uscita di Trentola Ducenta della superstrada è del tutto «inutile oltre che pericolosa». Per la Dda, fu realizzata per favorire il centro commerciale di Zagaria. Anche di questo rispondono Griffo e gli altri politici indagati. Intanto, continua ad essere ricercato Vincenzo Picone che, dei quattro fuggitivi è, a questo punto, l’unico ancora irreperibile.
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