Lo Uttaro, il pressing: «Accelerare le bonifiche»

Appello degli ambientalisti alla Regione

La discarica di Lo Uttaro
La discarica di Lo Uttaro
di Daniela Volpecina
Martedì 30 Gennaio 2024, 08:47
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«Sulla bonifica del sito Lo Uttaro non si può più temporeggiare. Occorre procedere immediatamente con la messa in sicurezza permanente delle falde acquifere dell'Area vasta». È quanto chiedono - in una lettera inviata alla Regione, al Comune di Caserta, all'Asl e all'Arpac - il presidente di Legambiente, Gianfranco Tozza, e i rappresentanti dei comitati "Acquapulita" e "Città partecipata", rispettivamente Nicola Santagata e Domenico Pennino. Gli ambientalisti contestano la decisione assunta dai dirigenti regionali in occasione dell'ultima Conferenza dei servizi, che si è tenuta a dicembre, di rinviare l'esame del progetto di fattibilità tecnico-economica in virtù del fatto che i dati ambientali sinora acquisiti attraverso il piano di caratterizzazione e le indagini integrative non sarebbero esaustivi. «Ci sembra assurdo - fa notare Tozza - che a distanza di oltre dieci anni non sia ancora nota la fonte di inquinamento, e ciò malgrado tutti i monitoraggi effettuati sino ad oggi. Non è pensabile rinviare a data da destinarsi il progetto di bonifica, né appare saggio, a nostro avviso, rimandare le attività di disinquinamento in attesa di ulteriori dati ambientali che non andrebbero a influire in alcun modo sulla messa in sicurezza permanente».

Stando ad alcune indiscrezioni, il progetto di risanamento presentato, che peraltro avrebbe ottenuto anche il parere favorevole dell'Arpac, conterrebbe già i dati sui contaminanti organici e inorganici presenti nelle acque sotterranee dell'Area vasta. «Non solo abbiamo la certezza che le fonti di inquinamento siano già note rincara la dose Santagata ma riteniamo che l'ulteriore richiesta avanzata dalla Regione sull'esame dei valori di fondo sia superflua e peraltro non prevista dalla legge.

Basti pensare che la prima caratterizzazione in località Lo Uttaro fu eseguita nel 2014, a questa seguirono indagini integrative che evidenziarono una significativa presenza di trizio nelle acque sotterranee, indice della contaminazione da percolato. Ci sembrano elementi sufficienti per procedere con le attività di messa in sicurezza». Da qui la richiesta di convocazione, entro i termini di legge e non oltre i trenta giorni, di una nuova Conferenza dei servizi per l'approvazione del progetto di disinquinamento. Sul tema della bonifica dell'Area Vasta è intervenuta più volte anche l'assessora all'ambiente, Carmela Mucherino, per sottolineare l'importanza di un intervento coordinato tra la messa in sicurezza permanente delle discariche e quella della matrice ambientale delle acque sotterranee. Tra le discariche presenti nell'Area, oggetto di bonifica in questo 2024, c'è anche Ecologica meridionale.

Per questo sito, che si estende su una superficie di circa 58mila metri quadrati, è previsto un intervento di capping, vale a dire la realizzazione di un cappello impermeabile che non permetterà alla pioggia di attraversare i rifiuti e continuare a portare in falda elementi inquinanti mediante il percolato. L'opera sarà finanziata con fondi ministeriali per circa 6,5 milioni di euro. «Il Comune di Caserta ha precisato in merito Mucherino - è risultato da poco affidatario di un finanziamento per la messa in sicurezza permanente della discarica Ecologica Meridionale. Per questo intervento, stiamo procedendo a ritmo serrato con uno sforzo straordinario da parte degli uffici perché per noi è un intervento strategico e fondamentale. Siamo infatti in perfetta linea con il cronoprogramma e in costante dialogo con la Regione».

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Sono quindici invece le associazioni ambientaliste della città - tra queste Lipu, Italia Nostra, L'AltraItalia Ambiente, GreenCare e la stessa Legambiente - che hanno scritto al sindaco Carlo Marino e all'assessore al verde Massimiliano Marzo per chiedere un incontro urgente finalizzato a fornire proposte e suggerimenti per una migliore gestione del patrimonio green. Tra le segnalazioni, la necessità di incrementare il numero degli alberi da piantare sul territorio per migliorare la qualità dell'area e contrastare l'inquinamento, la realizzazione di aiuole in via Falcone, via Borsellino e lungo il perimetro dell'area mercatale di via Ruta, il rimboschimento dei monti Tifatini ma anche un'attività di manutenzione ordinaria costante delle aree verdi che giacciono in condizioni di degrado come piazzetta Padre Pio, dove l'erba risulta incolta e piuttosto alta e ad altezza panchine.

Da qui la richiesta di attivazione di una Consulta del verde, un organismo aperto alle associazioni «che sostengono i firmatari della lettera consentirebbe di adottare scelte condivise per la salvaguardia dell'ambiente». 

 

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