Roccamonfina, mura megalitiche, mulini e santuario: ecco gli itinerari del trekking

Nell'ultimo weekend 512 turisti hanno visitato il borgo

Il trekking
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di Antonio Borrelli
Mercoledì 17 Aprile 2024, 08:00 - Ultimo agg. 09:29
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Nell’ultimo weekend il “contapersone” di Roccamonfina ha registrato ben 512 turisti arrivati a visitare il borgo, i boschi e le montagne. È uno dei risultati tangibili di un lungo e strutturato percorso intrapreso da anni dalle istituzioni locali - a partire dall’amministrazione e dal Parco regionale - orientato al ripristino dei sentieri e alla pulizia dei boschi, oltre all’illuminazione di strade panoramiche da sempre al buio come via Lattani.

Perché Roccamonfina non vuole puntare solo sulle sue eccellenze culinarie, ma anche sulle bellezze storiche e naturalistiche, puntando a diventare uno dei borghi più belli d’Italia e meta nazionale del trekking.

E le possibilità non mancano, grazie a itinerari come quello delle Mura megalitiche, degli antichi mulini e del santuario della Madonna dei Lattani.

La conferma arriva dal sindaco Carlo Montefusco, che spiega: «Da alcuni anni Roccamonfina sta puntando con successo sul trekking ed il conseguente turismo naturalistico». Alle pendici del vulcano spento da 50mila anni, dove scorre per chilometri l’acqua frizzante che a Riardo diventa Ferrarelle, dove ominidi di 350mila anni fa hanno lasciato le loro impronte, le suggestioni abbondano. L’itinerario che da Cescheto giunge fino alle Mura megalitiche, ad esempio, offre all’escursionista uno scorcio complessivo dell’idilliaco panorama. Il paesaggio è tipico dei boschi di castagni da frutto, con grandi ed antichi esemplari ricchi di cavità, dove upupe, civette e picchi muratori trovano rifugio.

La catena del Massico si erge maestosa a sovrastare lo scenario (alcuni studi ipotizzano che essa fosse un’isola nel Tirreno prima delle eruzioni). Proseguendo oltre, il percorso diventa più ripido e offre pittoresche vedute sul borgo di Cescheto e sul resto della piana del Garigliano. Dopo una serie di salite, si percorre un tratto da cui è possibile scorgere lo scenario della caldera e del monte Santa Croce, per poi giungere nei pressi di una sterrata e procedere, attraverso un’antica strada basolata, verso una graziosa piazzola. Il sentiero che si diparte da qui, costeggiato da palizzate in legno si sviluppa proprio lungo le pendici del monte La Frascara e procede, tra la florida macchia mediterranea, i robusti castagni e gli alti asfodeli, conducendo in pochi minuti fino alle antichissime Mura megalitiche risalenti al VI-IV secolo avanti Cristo. Il sentiero degli antichi mulini è invece uno dei più antichi collegamenti tra il vulcano di Roccamonfina e Teano. Deve il suo nome ai mulini eretti sulle sponde del fiume Savone, tra le frazioni di Torano e Garofali, attraverso cui si snoda il percorso. Il cammino inizia dal centro abitato di Torano, in prossimità di un antico lavatoio che racchiude una sorgente d’acqua purissima, a pochi metri da un’antica ed elegante chiesa dedicata al culto di San Giovanni.

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Da qui si imbocca una stradina in terra battuta, ci si allontana dal centro abitato e si giunge al punto di inizio del sentiero. L’importanza storica e paesaggistica del fiume Savone è unica: l’intero tratto fino al territorio di Francolise è caratterizzato dalla presenza di antichi mulini. Il mulino a monte, più recente, conserva intatta una macina francese di fine Ottocento; quello a valle, risalente al XVIII secolo, grazie ad un’apposita e più antica macina, probabilmente era usato per la frantumazione del granturco. Infine il percorso dal santuario della Madonna dei Lattani al monte Camino: si tratta di uno degli itinerari più affascinanti per gli escursionisti, un vero e proprio percorso di trekking, tra i diversi ambienti naturali dell’alto Casertano, da suddividere anche in più tappe. Il percorso parte dal santuario e prosegue in discesa sino alla località Sant’Antuono.

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