Sara De Simone al Capua il luogo della lingua festival con «Nessuna come lei. Katherine Mansfield e Virginia Woolf. Storia di un’amicizia»

La versione inedita di una relazione che cambiò le sorti della letteratura europea del Novecento

Sara De Simone
Sara De Simone
di Mariamichela Formisano
Martedì 20 Giugno 2023, 14:32
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E' un misto tra un romanzo e un saggio il libro edito da Neri Pozza dal titolo  che l'autrice Sara De Simone ha presentato alla diciottesima edizione del Capua il luogo della lingua, il festival che con la direzione artistica di Giuseppe Bellone celebra i linguaggi contemporanei della cultura nella città del Placito Capuano, primo documento scritto in volgare datato 960 d.C.

Un incontro, moderato dalla scrittrice Olga Campofreda, che al Museo Campano di Capua ha acceso i riflettori sul libro, arricchito da numerosi materiali inediti in Italia, che ripercorre la storia di quel nucleo misterioso e intenso della amicizia tra le due scrittrici. 

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«Volevo una scrittura ibrida, documentata e godibile allo stesso tempo, per raccontare la storia di un’amicizia che non è mai stata raccontata, ossia quella tra Katherine Mansfield e Virginia Woolf" - ha spiegato Sara De Simone che, nata a Caserta, vive a Roma ed è vicepresidente dell’Italian Virginia Woolf Society. 

«Due grandissime scrittrici, la Wolff più famosa in Italia rispetto alla Mansfield della quale quest'anno ricorre il centenario della morte ed è una delle più grandi scrittrici di racconti a livello mondiale.

Questo perché forse in Italia amiamo meno la narrazione breve, ma per me era importante restituire luce al rapporto importante tra queste due donne, soprattutto per Virginia Woolf che non sarebbe mai stata quella che conosciamo e leggiamo se non avesse incontrato Catherine Mansfield.

Noi culturalmente siamo abituati a considerare i rapporti tra scrittrici e fra donne in generale come rapporti spesso di rivalità, di invidia - ha aggiunto - e, tranne che in alcune sedi accademiche, anche questo rapporto era stato quasi sempre raccontato secondo tale stereotipo.

Mi sembrava quindi importante portare all'attenzione del grande pubblico di lettori e lettrici una versione aggiornata e più veritiera di una relazione che fu al centro della letteratura europea del Novecento e ne cambiò le sorti».

Sara De Simone ha conseguito un dottorato in Letterature Comparate alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Ha tradotto con Nadia Fusini il carteggio tra Virginia Woolf e Vita Sackville-West (“Scrivi sempre a mezzanotte”, Donzelli 2019). Si occupa di critica letteraria sulle pagine culturali de Il manifesto e Il Tascabile.  

Il libro.  

Nel luglio del 1916, Garsington, la villa di campagna della patrona delle arti Ottoline Morrell, non è solo un rifugio per obiettori di coscienza in piena prima guerra mondiale, ma un vero e proprio teatro dove, settimana dopo settimana, approda «una compagnia di giro», pronta a esibirsi senza pudore. C’è chi legge Keats ad alta voce, chi dipinge nudi en plein air, chi alleva maiali, chi scrive opuscoli contro la leva obbligatoria. E poi c’è lei, Katherine Mansfield, detta anche Lili Heron, Elizabeth Stanley, Julian Mark, Boris Petrovsky, Matilda Berry: tutti nomi con cui è solita firmare i suoi racconti e poesie. Lytton Strachey, l’eccentrico scrittore del circolo di Bloomsbury, la trova «decisamente interessante», Bertrand Russell la definisce «una mente brillante», per Leonard Woolf è «straordinariamente divertente». L’unica che sembra non subire il suo fascino è proprio Virginia Woolf. «Mi tampina da tre anni» dice con aria snob, a proposito di quella «straniera» che arriva dalle colonie, indossa gonne corte e intona black spirituals accompagnandosi con la chitarra. Ma è questione di pochi mesi: nonostante le iniziali resistenze, qualcosa di misterioso e intenso scatta fra le due scrittrici, qualcosa che le uní a tal punto da fare di Katherine Mansfield una delle prime autrici pubblicate dalla Hogarth Press, la casa editrice dei coniugi Woolf. Qualcosa che Virginia stessa avrebbe definito come una «stranissima sensazione di eco». 

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