La presentazione dei finalisti del premio Napoli, assenti Silvia Ballestra biografa di Joyce Lussu (Laterza) per la sezione narrativa e il poeta Bruno Galluccio, che si è tenuta ieri a Palazzo Reale nell'ambito del «Campania libri festival», si apre con le parole del presidente Maurizio de Giovanni: «Presto staremo più sensibili verso le nuove forme narrative, graphic novel e testi musicali, quelle che hanno più presa sulle giovani generazioni alle quali vogliamo mostrare più attenzione». Maria Teresa Giaveri, finalista con il romanzo Nei mari di Ulisse (Neri Pozza) insieme a Patrizio Esposito autore del testo ibrido tra riflessioni e prosa Cospira (Cronopio), sottolinea, intervistata da Mirella Armiero, che «il libro è strutturato sui dialoghi tra i protagonisti che partono da Napoli per ripercorrere i viaggi dell'uomo dal multiforme ingegno e mettono in discussione l'identità di Ulisse chiedendosi se non sia stato un impostore, insomma se a Itaca sia tornato qualcuno che si spacciava per Ulisse, non lui». Esposito chiarisce che «Cospira è legato a esperienze diverse lontane nel tempo, ad appunti di ieri e di oggi. Il libro richiama il mio impegno nelle scuole di periferia alle prese con ragazzi straordinari ed è costellato di riflessioni sull'attualità».
I finalisti per la saggistica, presentati dal coordinatore della giuria tecnica Alfredo Guardiano, sono Egidio Ivetic con Il grande racconto del Mediterraneo (Il Mulino) in cui con testo e immagini ricostruisce la storia millenaria del «mare nostrum», Maurizio Pagliasotti con La guerra invisibile (Einaudi) sulle terribili condizioni di chi è costretto a migrare, Alessandra Caputi e Anna Fava autrici di Privati di Napoli (Castelvecchi).
Marilena Renda è finalista nella poesia con Fuoco degli occhi (Aragno) insieme a Domenico Brancale con Dovunque acqua sia voce (Edizioni degli animali).