Premio Strega al rush finale: Postorino in pole position in un'edizione al femminile

Questa sera la serata al Museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma che assegnerà la fatidica bottiglia di liquore

I cinque finalisti del premio Strega
I cinque finalisti del premio Strega
di Generoso Picone
Giovedì 6 Luglio 2023, 08:00 - Ultimo agg. 7 Luglio, 10:30
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È possibile, partendo dalle opere dei finalisti o dei vincitori del premio negli ultimi anni, ravvisare dei cambiamenti nel romanzo italiano? L'interrogativo che viene dal saggio di Gianluigi Simonetti, assai appropriatamente titolato Caccia allo Strega. Anatomia di un premio letterario (Nottetempo), plana sulla serata al Museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma che assegnerà la fatidica bottiglia di liquore, simbolo e trofeo del concorso promosso dalla Fondazione Bellonci (diretta su Raitre dalle 22,50, sul palco Geppi Cucciari).

Se lì non potrà essere data una risposta immediata e compiuta alla domanda posta da Simonetti, si saprà comunque chi subentrerà a Mario Desiati che con Spatriati aveva riempito la casella 2022 nell'albo d'oro. Ora a contendersi l'edizione 2023 del Premio Strega, la settantasettesima nella sua storia, saranno i romanzi di Rosella Postorino, Mi limitavo ad amare te (Feltrinelli) e di Ada D'Adamo, Come d'aria (Eliott). Cioè il titolo che fin dall'avvio della manifestazione promossa dalla Fondazione Bellonci era accreditato dai pronostici e dalla previsioni editoriali e l'opera dell'autrice che proprio il giorno l'ingresso nei dodici semifinalisti è scomparsa stroncata da un male inesorabile. Dietro di loro Dove non mi hai portata di Maria Grazia Calandrone (Einaudi), La traversata notturna di Andrea Canobbio (La nave di Teseo) e Rubare la notte di Romana Petri (Mondadori). 

I romanzi di Postorino e D'Adamo si misurano senza infingimenti di sorta con il tema del dolore.

Come del resto anche gli altri tre che compongono la cinquina di finalisti. Tutti attraversati da scritture del trauma, pagine di depressioni e strappi familiari, racconti di sradicamento, una sorta di ampio referto narrativo della sofferenza maturata nel periodo della pandemia: quantomeno una tendenza che ha permeato il romanzo italiano così come è stato rilevato dall'osservatorio del Premio Strega e dalla sua architettura di valutazione. Nella selezione al teatro romano di Benevento, un mese fa, per Mi limitavo ad amare te (presentato da Nicola Lagioia) si erano espressi 217 voti giurati tra gli Amici della domenica e i comitati di lettura sparsi tra l'Italia e l'Europa, mentre a Come d'aria (presentato da Elena Stancarelli e già primo allo Strega Giovani assegnato a Napoli) erano andati 199 consensi. Al terzo posto Dove non mi hai portata di Maria Grazia Calandrone (Einaudi, presentato da Franco Buffoni) con 183 schede, quindi La traversata notturna di Andrea Canobbio (La nave di Teseo, presentato da Elisabetta Rasy) con 175 e Rubare la notte di Romana Petri (Mondadori, presentato da Teresa Ciabatti) con 167.

Nell'urna di Villa Giulia, scandita dai passaggi di turno che troveranno posto sulla lavagna nera in primo piano, i voti potrebbero rimescolarsi e reindirizzarsi, in base alle strategie elettorali che avranno tenuto banco e che costituiscono un ulteriore tratto distintivo del Premio Strega. Senza, in fondo, non sarebbe lo stesso. Dovesse vincere Rosella Postorino, sarebbe un ritorno al successo della Feltrinelli a 18 anni di distanza dall'affermazione de Il viaggiatore notturno di Maurizio Maggiani. Nel caso lo Strega andasse ad Ada D'Adamo, la circostanza rimanderebbe all'edizione del 1995 quando prevalse Passaggio in ombra di Maria Teresa Di Lascia, scomparsa qualche mese prima ad appena 40 anni. Per quanto possano contare e avere un senso, le proiezioni degli analisti danno Postorino in testa alle scommesse con una quota di 1,80 su Stanleybet.it., di poco su D'Adamo a 2,25 e Calandrone out sider con 2,75. 

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