Per tutti gli adolescenti arriva il giorno del disincanto, quello in cui i genitori smettono di essere dei supereroi e ritornano ad appartenere alla categoria degli esseri umani perfino per i figli, è quello che succede ad Enrico in “Senza disturbare nessuno” di Luca Giachi, edito da Giunti.
Il diciottenne aveva già definito tutto: il diploma, le vacanze, il primo amore, ma la sorte aveva in mente altri programmi per lui: spedirlo a Fregene a lavorare nello stabilimento balneare dello zio a seguito della bocciatura all’esame di maturità.
Questo rovesciamento della medaglia non inciderà soltanto sui suoi piani estivi, anzi, forse non superare l’esame è stata la cosa migliore che gli potesse capitare per aumentare la sua maturità.
Com’è stato tornare adolescente per raccontare la storia di Enrico?
«Sono partito dai miei ricordi liceali, ho cercato di ricordami com’ero io a quell’età.
Il romanzo si concentra sul rapporto genitori e figlio?
«Il protagonista in qualche modo si mette alla ricerca della madre che si è allontanata da lui per una serie di avvenimenti vissuti, è come se fosse scomparsa dalla vita di Enrico. Dall’altro lato, lui riuscirà a comprendere le ragioni che hanno spinto la madre a distaccarsi dalla sua famiglia soltanto quando sarà capace di guardare la madre prima come donna e poi come genitore. Anche io ho capito, a un certo punto della mia vita, che per comprendere meglio i nostri genitori è molto importante riuscire a compiere quest’operazione. Dobbiamo separaci dal cuore, dunque dalla nostra idea della persona, per riuscire a guardarla nella sua interezza. Ognuno compie questa operazione quando è pronto, alcuni in età adulta, altri mai, il protagonista ci riesce relativamente presto».
Però questo non è un libro per ragazzi.
«L’hanno definito più volte un romanzo di formazione, io, però, non ho mai avuto l’intento di scrivere un libro del genere. O meglio, non ho mai visto questa storia sotto quel punto di vista e ancora oggi fatico a identificarla attraverso quell’etichetta. Io ho scritto una storia e basta, come tutte le altre storie che ho scritto prima e che scriverò dopo. Ognuno ci vede, poi, quello che vuole».