Stephen King: Holly, i mostri rispettabili e la normalità del male

Il ritorno di Holly, ora titolare dell'agenzia investigativa Finders Keepers dopo la morte dell'adorato socio

Stephen King
Stephen King
di Santa Di Salvo
Martedì 12 Settembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 17:52
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Diceva un poeta cinese dal nome difficile che scrivere è come le nubi e come i fiori. Si formano naturalmente, ma è il risultato di un accumulo di forze che cercano di esprimere qualcosa che è dentro di loro. Mi sembra la perfetta definizione per il lungo esercizio letterario di Stephen King. Per molti il più grande narratore degli ultimi decenni. Per altri l'equivalente sulla carta del Big Mac con le patatine. Lui si è autodefinito così, forse per rivendicare con un pizzico di snobismo al contrario il suo legame con la scrittura popolare.

Insomma, caro Stephen, a 75 anni siamo ancora qui con te.

Più di 70 romanzi, 400 milioni di copie vendute e una impressionante serie di adattamenti per cinema e serie tv. E ancora una volta dobbiamo benedire il tuo stile inimitabile e la tua voglia inesausta di raccontare il male quotidiano. Non quello soprannaturale, non il Demonio che spaventa il sonno dei cattolici. No, la cattiveria della quotidianità. Oppure, parafrasando la celebre formula di Hannah Arendt, non tanto la banalità quanto piuttosto la normalità del male. 

Anche stavolta il re dell'horror, il narratore che come nessun altro sa trasfigurare le sue e le nostre paure nella scrittura, ci racconta una storia qualunque. Torna un suo personaggio minore, già comprimaria in Mr. Mercedes (2014) e in altri due libri della serie dedicata al detective Bill Hodges. È Holly (Sperling & Kupfer, 512 pagine, 22 euro). Al secolo Holly Gibney, ora titolare dell'agenzia investigativa Finders Keepers dopo la morte dell'adorato socio.

Siamo nel luglio 2021, in piena pandemia. Holly, ora 55enne, cerca di resistere come può al dolore per la morte repentina per Covid della madre, donna prepotente e complicata, nonché negazionista ad oltranza. Assistiamo al suo funerale via Zoom e poi alla telefonata di una certa Penny Dahl che chiama l'agenzia, nella speranza che qualcuno la aiuti a ritrovare la figlia Bonnie, scomparsa nel nulla da tre settimane. Bicicletta appoggiata al muro, un biglietto sul sellino: non ce la faccio più. Suicidio? Fuga da casa? Rapimento? Nessuno sembra veramente interessato ad appurarlo, con quei chiari di luna. Ma c'è il dolore della madre. Che cosa si prova quando un tuo caro sparisce nel buio? Quando non sai se è vivo o morto? 

Poco lontano dal luogo della sparizione, su una collina di costosi villini vittoriani, vivono i professori emeriti in pensione Emily e Rodney Harris, coppia inossidabile nonostante l'età avanzata. Cocktail party e sofisticati corsi universitari, bovindi e pensieri politicamente corretti, buona cucina e ironia upper class. Sono il ritratto dell'americano perbene. Anche se Emily sorride al poeta nero e a bassa voce sussurra insulti razzisti. Anche se l'odioso (in pubblico) Donald Trump affascina Roddy come uno stregone capace di accendere la miccia di una possibile rivoluzione. Una coppia di mostri rispettabili, che nello scantinato di casa nasconde una gabbia e un segreto infernale da condividere, in un delirio a due fatto di risatine complici e di cure segrete di ringiovanimento basate sulle strampalate teorie di lui, biologo e nutrizionista. 

In un crescendo di insostenibile tensione, cercando indizi Holly si ritrova a scoprire una serie di sparizioni misteriose che durano da anni, in una sorta di catalogo nero che presto dal mistero sfocia nell'orrore, per le indicibili azioni malvagie che prendono forma con l'indagine. A lettura inoltrata si rintracciano analogie multiple, dal Rosemary's Baby di Polanski al bestseller di Clara Sanchez Il profumo delle foglie di limone. Ma qui la crudeltà riesce a mostrarsi come sistema, a farsi racconto politico di un pezzo d'America in cui King non intende riconoscersi. È l'America dell'assalto a Capitol Hill, permeata di razzismo strisciante e teorie complottiste, pronta ad abbracciare le ghigliottine social e i nuovi puritani.
In postfazione al romanzo King, che ama spesso raccontare la genesi delle sue trame, scrive di aver concepito il romanzo partendo dalla scena di Holly che partecipa al funerale della madre su Zoom. E di aver poi legato a questa una trama grazie a un titolo letto per caso su un quotidiano («Tutti credevano che fossero una bella coppia di anziani, fino a quando i cadaveri non hanno cominciato a sbucare fuori nel cortile dietro casa»). Abbiamo svelato troppo? No, qualsiasi lettore capisce molto presto a cosa andrà incontro. Il bello è che continuerà a camminare spedito dentro la storia, ne siamo certi. E questa, quando avete deciso di stargli dietro, è la magia del vecchio Stephen. 

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