Mimmo Jodice al Museo di Capodimonte: «Vi porto nel cuore finché vivrò»

L'omaggio di Bellenger «al più grande fotografo italiano»

Mimmo Jodice al Museo di Capodimonte
Mimmo Jodice al Museo di Capodimonte
di Giovanni Chianelli
Venerdì 20 Ottobre 2023, 07:01 - Ultimo agg. 19:43
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«Vi porto nel cuore finché vivrò. Ciò che accade oggi pomeriggio mi provoca un inferno di piacere» dice Mimmo Jodice nel salone delle feste di Capodimonte. Il direttore del museo Sylvain Bellenger si inchina per baciargli le mani, dopo averlo definito «il più grande fotografo italiano». Accompagnato dalla moglie Angela, Jodice torna nella reggia collinare, il sito cui ha recentemente donato due collezioni, «Eden» e «Le città invisibili», e che gli intitolerà la «Casa della fotografia»: un centro di ricerca, produzione e sperimentazione, tra i maggiori del Sud, oltre che di raccolta di immagini d'autore. Ad accoglierlo un lungo applauso del pubblico e gli abbracci del sindaco Gaetano Manfredi e di Angela Tecce, presidente della fondazione Donnaregina.

L'artista viene ad assistere alla performance «Dalla camera oscura» che la compositrice Rosalba Quindici gli ha ritagliato su misura: un piano, suonato da Emanuele Torquati, è stato modificato nella parte delle corde per restituire i suoni di un laboratorio di stampa fotografica, dal gocciolare del liquido di fissaggio al fruscio dello sviluppo dei negativi; l'esecuzione è accompagnata da un video in cui scorrono foto scattate da Jodice, tra cui diverse a taglio sociale: come quando i rumori di un martello pneumatico commentano la comparsa dell'immagine di un operaio a lavoro. 

Alla fine del breve concerto dodici foto che fanno parte della donazione vengono portate a mano da alcuni addetti nella sala ed è la loro prima apparizione a Capodimonte, un preludio di ciò che i visitatori vedranno quando - forse tra due anni - saranno completati i lavori all'edificio che ospiterà la «Casa della fotografia» e la collezione completa, con altre precedenti donazioni e acquisti del museo: i polittici della serie «Transiti.

Capodimonte visto da Mimmo Jodice», il trittico di «Omaggio a Rodin» e le 52 fotografie di «Avanguardie a Napoli. Dalla contestazione al riflusso».

Una cornice viene trasportata dallo stesso Bellenger, Jodice invia un bacio al manager francese e commenta l'iniziativa: «Idea eccellente, quella di ricreare coi suoni del pianoforte una camera oscura. Sento che mi è stato donato molto amore. Straordinaria la capacità espressiva dell'interprete e di chi ha ideato il concerto».

Poi parla della «Casa della fotografia»: «Quando ho saputo di questo progetto mi sono precipitato ad accettare. Perché è un onore, una cosa che mi rende più che contento: felicissimo».

Bellenger racconta come è nato l'omaggio al fotografo: «Ho saputo che Mimmo nella sua camera oscura sentiva musica, spesso quella classica, ma ad altissimo volume. La cosa mi ha divertito, così è venuto naturale immaginare una dedica del genere, commissionata dall'associazione Amici di Capodimonte e sponsorizzata da mecenati».

Il direttore parla della produzione di Jodice: «La sua opera è la testimonianza di una vita di lotta, ha incarnato la fotografia come grande arte della modernità. Senza lo sguardo di Jodice Napoli non sarebbe completa». Infine del centro di fotografia che sta per nascere: «La parte più importante della donazione di Mimmo è probabilmente proprio la sua camera oscura, una stanza intera che sarà trasportata nel fabbricato Cataneo. La sua camera sarà presentata come un'installazione visibile dal pubblico, ma anche resa accessibile ai giovani fotografi che potranno lavorare e stampare secondo il metodo di Jodice». 

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