Confindustria taglia le stime. Gentiloni: «Mantenere i sostegni»

Pil, Confindustria taglia le stime. Gentiloni: mantenere i sostegni
Pil, Confindustria taglia le stime. Gentiloni: mantenere i sostegni
Domenica 11 Aprile 2021, 09:26 - Ultimo agg. 12 Aprile, 08:41
3 Minuti di Lettura

Una ripresa un po' meno forte del previsto e in prospettiva più lenta di quella degli altri Paesi. In uno scenario che resta di «incerta risalita dalla voragine» Confindustria prevede per quest'anno un Pil in crescita del 4,1%, meno delle precedenti stime. La sfida a cui sono ora chiamati anche gli industriali la lancia Paolo Gentiloni: «Oltre al tempo della cura deve essere anche il tempo del coraggio che non è mai mancato alle imprese italiane»; rischiamo di perdere «una grande occasione» se ci sarà un semplice recupero parziale di quanto perso, in quel 4% del rimbalzo atteso nel 2021 dovrà esserci qualcosa di più: «Priorità, qualità, riforme, strumenti», è ora il momento - questo il ragionamento del commissario europeo agli affari economici - di «combattere per una crescita qualitativa senza precedenti».

Crisi da Covid, lavoratori in ginocchio nelle perle del turismo in Campania

La cautela

Gentiloni interviene alla presentazione delle previsioni economiche di primavera del centro studi di Confindustria in cui vede elementi «coerenti con il quadro che verrà delineato a livello europeo» ai primi di maggio, con le nuove stime che per la prima volta incorporeranno l'impatto atteso dai piani di ripresa e resilienza. Intanto, per il biennio 2021-2022, «le politiche economiche devono rimanere di sostegno. È molto probabile che la sospensione del patto di stabilità prosegua anche nel 2022». Non manca un invito «ad una certa cautela» rivolto in particolare ai Paesi con un alto debito: l'Europa considera «indispensabili» le spese straordinarie sul fronte della crisi ma «non si traducano in un aggravio permanente, sine die». In ogni caso nello scenario tracciato da Paolo Gentiloni resta fermo un principio: «Meglio rischiare di ritirare troppo tardi le misure di sostegno che farlo troppo presto», non si ripeterà l'errore commesso dopo la crisi finanziaria del 2008. Serve «gradualità», bisogna «evitare momenti di picco, pericolosissimi sia da un punto di vista sociale che finanziario». Si va verso «sostegni all'economia via via più selettivi», mirati anche per contenere i rischi legati ad una uscita dalla crisi a diversa velocità tra settori produttivi e Paesi. È un elemento di preoccupazione ribadita anche dal presidente di Confindustria, Carlo Bonomi: «A fine 2022 il lungo recupero dell'economia italiana porterà alla completa chiusura del gap generato con la crisi pandemica (si prevede un -0,3% rispetto a fine 2019) ma altri grandi paesi europei recupereranno prima, la Germania già a fine 2021». Paolo Gentiloni sottolinea quanto sia stata «forte e tempestiva» la reazione alla crisi dell'Europa ma avverte: «Guai a sottovalutare la gravità della situazione, le ferite profonde, l'incertezza». Nella fotografia delle prospettive economiche scattata dagli economisti di Confindustria non c'è una accelerazione della crescita nel 2022 (vede un +4,2% di Pil, in linea con la stima per quest'anno) ed è solo dal prossimo anno che si prevede un recupero del numero delle persone occupate (-1,7% nel 2021 dopo il -2,8% del 2020.
Intanto nella settimana che inizia domani il governo dovrebbe definire il Documento di economia e finanza, con le previsione aggiornate su crescita deficit e debito, ed anche la misura del nuovo scostamento di bilancio. La pressione politica è forte per spingere l'importo oltre la soglia dei 40 miliardi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA