HOLDer Training Cognitivi, un'app per allenare la mente contro la demenza senile

L'app di quattro giovani startupper di San Giorgio a Cremano

Un'app per allenare la mente contro la demenza senile
Un'app per allenare la mente contro la demenza senile
di Diletta Capissi
Lunedì 2 Ottobre 2023, 18:00
4 Minuti di Lettura

L'incontro con la start up HOLDer Training Cognitivi di San Giorgio a Cremano tocca un tema di grande attualità sociale e attraversa il malessere di tante famiglie che si trovano a gestire le patologie legate alla demenza ma spesso si ritrovano sole. Un team di giovani psicologi e neuropsicologi, esperti anche di musicoterapia, stanno sviluppando un sistema di stimolazione cognitiva per persone affette da demenza che li aiuta a fare esercizi mentali che possono rallentare il decorso della patologia.

«È un'App - racconta Agostino Borroso, Ceo, 31 anni di Cercola, laurea in psicologia alla Federico II, specializzato in musicoterapia - pensata come una libreria che contiene giochi che stimolano il processo cognitivo, la memoria, il linguaggio, le difficoltà semantiche. Sarà lanciata a fine ottobre e si potrà trovare negli store».

La start up nasce nel 2021, è stata fondata da Borroso insieme ad altri due soci: Fabio Matascioli, 42 anni e Noemi Guasco, 32 anni si occupano di demenza e stimolazione cognitiva, entrambi neuropsicologi di San Giorgio a Cremano, infine c'è Danilo Atripaldi, 31 anni di Pagani, neuropsicologo, che collabora per lo sviluppo dei giochi cognitivi. 

«Questo progetto nasce grazie ad un contributo del comune di Napoli - sottolineano - e al bando “I quartieri dell'innovazione”, un Pon Fesr che ci ha finanziato con 50mila euro, mentre il supporto fondamentale è dell'incubatore CSI Napoli Est, che ci sta seguendo sull'aspetto del trattamento e la gestione dei dati sensibili».

Come è nata l'idea? «È nata dall'esperienza clinica quotidiana perché lavoriamo in un centro diurno a San Giorgio a Cremano raccontano - che si chiama “Tam, Tieni a Mente”. È successo che nel 2020 non abbiamo potuto seguire più i nostri pazienti a causa del lockdown, così ci siamo improvvisati youtuber nel senso che abbiamo iniziato a produrre degli esercizi che potessero fare insieme ai loro familiari.

Abbiamo aperto così un canale Youtube e con sorpresa ci siamo accorti che era seguito in tutta Italia. Abbiamo constatato che i pazienti che ci hanno seguito non avevano avuto segnali di progressione anzi dalle nostre valutazioni ci è sembrato che si rallentasse».

Come funzionerà? «Per il funzionamento poiché il tempo di stimolazione per essere efficace non deve superare i 50 minuti noi quotidianamente eroghiamo 2-3 giochi attraverso un sistema automatico e a secondo delle difficoltà patologiche della persona in modo che la stimolazione sia adeguata e non risulti né troppo frustante, perché magari il gioco è più complesso, né troppo semplice ma deve essere efficace».

Sono spesso i familiari a doversi occupare dei loro cari? «Conosciamo bene tutti i problemi spiega - infatti abbiamo pensato a due versioni di questo strumento: una pensata per i familiari che possono scaricarla gratuitamente e utilizzarla a casa con il malato. I nostri giochi sono come una palestra, più si esercita, più si stimola e si rafforza il cervello. L'altra versione è pensata per i professionisti, che tramite l'App possono supportare a domicilio i pazienti, riuscendo anche a monitorare le loro perfomances a lungo termine così da adattare anche il tipo di intervento».

Non tutti hanno accesso a supporti privati e figuriamoci pubblici? «Noi siamo una impresa sociale e sappiamo che non tutti posso permettersi il professionista a domicilio, però è importante che chi non ha le possibilità possa avere a disposizione degli strumenti innovativi, appunto l'App per allenare e stimolare la memoria».

Già è implementata? «Siamo in una fase di testing interno, non è ancora diffusa, la testiamo con i pazienti che seguiamo al centro, ci stiamo lavorando intensamente, non vediamo l'ora di lanciarla a fine ottobre. È pensata per tablet perché ha uno schermo più grande ma si può scaricare su smartphone». 

Video

Che potenzialità ha? «I numeri in Italia sono elevatissimi, siamo a un milione e 200mila casi di demenza rispetto a soli 2.500 posti nel sistema sanitario nazionale, è un problema enorme e non trattato per cui le famiglie o si rivolgono a privati, oppure a RSA quando la persona non è più gestibile. I nostri strumenti possono sicuramente rallentare la patologia e soprattutto arrivare con facilità nelle case, intercettando tutte le persone meno abbienti che potranno avere una stimolazione cognitiva».

C'è una disparità tra servizi dedicati ed esigenze sul territorio? «Si. Consideri che solo il nostro distretto da San Giorgio a San Sebastiano ammonta a 2.500 casi, il nostro centro non può far fronte a questi numeri, possiamo rispondere solo a 12 persone, tutti gli altri pazienti sono in attesa. C'è una cultura digitale maggiore al Nord mentre al Sud è meno riflette Agostino però questo specifico strumento poteva nascere solo da noi dove c'è carenza maggiore di reti, servizi e strumenti». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA