Da Napoli a Pompei, le vacanze della nipote del presidente Usa Biden

In ferie da Natale all'inizio del nuovo anno all'ombra del Vesuvio, ospite degli amici Luca e Giacomo Giordano

Finnegan Biden a Pompei con il sindaco Carmine Lo Sapio e gli amici Luca e Giacomo Giordano, figli dell'oncologo napoletano Antonio
Finnegan Biden a Pompei con il sindaco Carmine Lo Sapio e gli amici Luca e Giacomo Giordano, figli dell'oncologo napoletano Antonio
di Susy Malafronte
Sabato 6 Gennaio 2024, 10:52 - Ultimo agg. 15:25
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I nuovi tesori riportati alla luce nella Regio IX del parco di Pompei non sono più un sogno per i turisti. Il direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel ha aperto i cantieri al mondo mostrando reperti inediti. Tra i primi visitatori Finnegan Biden, la nipote del presidente degli Stati Uniti d'America, a Pompei su invito del sindaco Carmine Lo Sapio.

Finnegan Biden, ospite a Napoli con l'investment banker Anthony Giuliani e il brand management Jessie Penn, degli amici Giacomo e Luca Giordano (figli dell'oncologo napoletano Antonio Giordano), ha portato il saluto di suo nonno Joe, il 46esimo presidente Usa. Al sindaco di Pompei con la promessa di ritornare, prestissimo, a palazzo de Fusco, con il nonno. Alla giovane Biden, figlia di Hunter Biden, secondogenito del presidente, e della sua prima moglie, Kathleen Buhle, il sindaco Lo Sapio ha affidato l'opera che racconta la nascita della nuova Pompei, un Rosario benedetto e lo stemma della città.

Doni da consegnare al presidente degli Stati Uniti d'America che saranno esposti nello studio ovale della Casa Bianca.

La Regio IX è fruibile dal lunedì al venerdì, previa prenotazione al numero 327 271 66 66. I turisti sono accompagnati dal personale di cantiere che racconta i principali rinvenimenti e ambienti emersi e la metodologia di scavo.  Le indagini nella cosiddetta Regio IX di Pompei - uno dei nove quartieri in cui è suddiviso il sito sono partite a febbraio 2023, in un'area estesa per circa 3.200 metri quadrati, quasi un intero isolato della città antica sepolta nel 79 dopo Cristo dal Vesuvio.

Il progetto si inserisce in un più ampio approccio che mira a rettificare e risolvere i problemi idrogeologici e conservativi dei fronti di scavo, ovvero il confine tra la parte scavata e quella inesplorata della città antica. Quest'ultima ammonta a circa 22 ettari di isolati e case ancora sepolti sotto lapilli e cenere, quasi un terzo dell'abitato antico. 

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Lo scavo in quest'area della Regio IX, lungo via di Nola, fu avviato nel 1888 ma ben presto interrotto. Dopo più di un secolo è stato ripreso restituendo due case ad atrio, già parzialmente indagate nell'800, costruite in età Sannitica e trasformate nel I secolo d.C. in officine produttive. Si tratta di una fullonica (lavanderia) impiantata nell'atrio dell'abitazione al civico 2, con banconi da lavoro e vasche per il lavaggio e la tintura degli abiti e di un panificio con il forno, con gli spazi per le macine e gli ambienti per la lavorazione dei prodotti alimentari da distribuire in città. In questi ultimi ambienti sono affiorati i resti ossei di tre vittime dell'eruzione, tre pompeiani che si erano rifugiati in cerca della salvezza e che hanno invece trovato la morte sotto i crolli dei solai. Intanto i bambini autistici continuano a regalare emozioni.

Nell'orto sociale del Real Polverificio Borbonico del Parco Archeologico di Pompei i Ragazzi di Plinio hanno raccolto tante cassette di verdura con abbondanza di cavoli, verze, broccoli e finocchi. Il grande orto biologico, di quasi 700 metri quadri, è nato grazie al bando Coltiviamo Agricoltura Sociale, VII edizione, promosso da Confagricoltura, Senior L'Età della Saggezza Onlus e Reale Foundation al quale il PAP ha partecipato con la Coop Il Tulipano Onlus e l'azienda agricola Di Landro. Oggi l'orto è gestito dal Parco di Pompei con 21 Ragazzi di Plinio, giovani con autismi e disabilità cognitiva supportati dal team della Coop il Tulipano, in collaborazione con il Centro Medico Riabilitativo Pompei ed il Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell'Università Federico II. Il progetto nasce per attivare un processo di crescita basato sull'incremento della stima di sé, dell'autoefficacia e dell'autodeterminazione degli assistiti.

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