Impatto su sicurezza, salute pubblica, paesaggio dell’impianto GNL che si vuole costruire nel porto di Napoli. Le società Edison e Kuwait Petroleum Italia hanno presentato le proprie controdeduzioni ai pareri di Comune di Napoli e Città Metropolitana e alle osservazioni di comitati e cittadini di San Giovanni a Teduccio, quartiere della zona orientale nel quale ricade una parte del porto.
A dichiararsi contrario al progetto è stato il sindaco della Città Metropolitana di Napoli Luigi de Magistris: «Il mio parere è negativo e Le chiedo (rivolto al ministro, ndr) di intervenire per impedire la realizzazione dell’impianto ritenendo lo stesso altamente pericoloso». Le due multinazionali - considerando la posizione del sindaco generica e poco circostanziata - precisano che nella conferenza di servizi preliminare del 2020, l’ente di piazza Metteotti «non ha espresso alcun parere in merito al progetto».
Il deposito dovrebbe sorgere, in particolare, nella 'darsena petroli' del molo Vigliena.
Le due società del settore energetico insistono sugli aspetti relativi alla sicurezza, ovvero quelli di particolare interesse da parte dei residenti. «Gli scenari incidentali rappresentativi del nuovo deposito GNL e le distanze di danno associate sono da considerarsi nel complesso congrue» si legge nel documento nel quale si esclude la possibilità di “effetti domino” conseguenti all’accadimento di incidenti: «Non sono possibili grazie a opportune misure di prevenzione e protezione». Q8 ed Edison, difatti, sono certe della compatibilità del nuovo deposito GNL con le installazioni preesistenti nella 'darsena petroli' portuale che conta «su un presidio costante di operatori specializzati nella gestione di prodotti pericolosi e infiammabili, adeguatamente formati per la gestione delle emergenze e di consolidata esperienza in campo petrolifero e in campo marittimo». Inoltre, le due società spiegano di aver eseguito la caratterizzazione dell’area nella quale sorgerebbe l'impianto. Siamo nel perimetro del SIN, sito di interesse nazionale, 'Napoli Orientale', ovvero degli 830 ettari da bonificare. I risultati della caratterizzazione del sito a ridosso di stradone Vigliena sono stati condivisi con l'Arpa Campania.
In risposta alle osservazioni della VI municipalità del Comune di Napoli (Barra, Ponticelli, San Giovanni a Teduccio), le multinazionali puntualizzano che «il progetto si sviluppa in zona gialla (e non rossa) con riferimento al rischio di eruzione del Vesuvio» ed evidenziano: «Per quanto riguarda la supposta causa di pericoli per l’ambiente, stante la genericità dell’osservazione, il proponente non può che osservare che questi sono specificatamente oggetto del procedimento di Valutazione Ambientale». In merito ai potenziali pericoli nel documento si evidenzia che nessuna attività a rischio di incidente rilevante è confinante con l’area scelta e che nella 'darsena petroli' vengono eseguite «esclusivamente operazioni di movimentazione di prodotti idrocarburici e non sono presenti né impianti di processo né di stoccaggio di prodotti petroliferi». Il flusso di traffico generato dall'impianto sarebbe assorbito dal previsto riassetto stradale che permetterà il diretto collegamento con l'autostrada. In risposta ai cittadini, che lamentano un aumento di scarichi in atmosfera, il documento evidenzia l'importanza del progetto nel favorire l'uso del GNL come combustibile alternativo che «si tradurrà in una riduzione delle emissioni di CO2 di 291 Kton/anno oltre ad una rilevante riduzione dei principali inquinanti atmosferici cosiddetti “locali”», come il PM10.
Nei giorni scorsi l'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, guidata da Andrea Annunziata, ha revocato gli atti per la realizzazione dell'impianto GNL nel porto di Napoli. «Il proponente non si esprime sulla legittimità del bando né sulla sua revoca» specificano le multinazionali che aggiungono: «Si osserva soltanto che tra le motivazioni del provvedimento di revoca non rientrano motivazioni inerenti alla (mancata) sicurezza del deposito». Intanto prosegue l'iter presso il Ministero della transizione ecologica per la valutazione del progetto nella sua complessità.
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