Maschio Angioino a Napoli, il degrado degli spalti arriva sul tavolo della Procura

L'appello: «Emergenza sociale in atto»

Il degrado degli spalti
Il degrado degli spalti
di Antonio Folle
Domenica 12 Novembre 2023, 16:55
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La vicenda del vergognoso degrado degli spalti del Maschio Angioino, trasformati in una baraccopoli per senzatetto con conseguente annessa discarica, si arricchisce di un nuovo capitolo. Dopo le numerose denunce da parte di cittadini ed associazioni civiche, che ormai da diversi anni segnalano senza sosta una situazione assurda e paradossale, nelle scorse settimane l'associazione No Comment aveva deciso di "scavalcare" Comune e Sovrintendenza, scrivendo direttamente al ministro Gennaro Sangiuliano e chiedendo un rapido intervento di bonifica della zona. 

Attualmente gli spalti del castello che rappresenta uno dei simboli di Napoli più diffusi nel mondo sono popolati da tre extracomunitari senza fissa dimora, ultimi abitanti di una baraccopoli che fino a qualche settimana fa, ospitava molti più disperati alla ricerca di un giaciglio notturno al riparo dalle intemperie.

I clochard, tutti di origine nordafricana, oltre a creare una baraccopoli di fortuna fatta di stracci e cartoni hanno dato vita, con il passare del tempo, ad una mini-discarica che raccoglie rifiuti e deiezioni umane. Un degrado intollerabile ai piedi di un monumento quotidianamente insultato dall'immobilismo di chi avrebbe il dovere di sorvegliare e tenere pulita l'area.

Due settimane fa è arrivata quella che sembra essere una vera e propria svolta in una vicenda che ha scatenato a più riprese un coro di proteste e indignazione da parte dei napoletani. La Sovrintendenza partenopea, infatti, con un documento firmato da Rosalia d'Apice, facente funzioni del Direttore Generale Luigi La Rocca, ha diffidato il Comune di Napoli a intervenire sugli spalti del Maschio Angioino, informando, allo stesso tempo, la Procura della Repubblica e la Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio. Un passo dovuto che, però, sembra aprire nuovi scenari per la risoluzione di una vicenda che si trascina da oltre dieci anni. 

Almeno sulla carta. Perchè, fino ad oggi, nonostante il sollecito ufficiale da parte di Palazzo Reale - il Comune è proprietario dell'edificio monumentale e, pertanto, è palazzo San Giacomo a dover intervenire per garantire pulizia e sorveglianza - non sono ancora stati adottati provvedimenti.

«Dopo quasi due settimane dalla nota che la Soprintendenza ha inviato agli uffici competenti del Comune di Napoli e alla Procura della Repubblica - ha dichiarato Antonio Alfano dell'associazione No Comment - ci aspettavamo perlomeno un intervento di rimozione dell’immondizia e degli ingombranti. Purtroppo non è cambiato niente. È da oltre un decennio che il Maschio Angioino convive con questa location di degrado e nessuna delle amministrazioni che si sono avvicendate al governo della città è stata capace di gestire il problema. Un problema che, ripeto, non è solo una questione igienico sanitaria e di decoro urbano, ma anche di emergenza sociale».

Tra l'enorme quantità di rifiuti che si stanno ammassando nell'area verde che circonda il castello si segnalano grosse quantità di passeggini semi-smontati. I clochard che popolano la piccola baraccopoli del Maschio Angioino di giorno esercitano l'attività di venditori abusivi in giro per la città, servendosi proprio di passeggini raccattati tra i rifiuti, a cui viene asportata la porzione superiore, come "carrelli" su cui trasportare le mercanzie da vendere. Una sorta di "sfasciacarrozzini" con tanto di area dove smaltire i pezzi inutili e dove depositare eventuali ricambi per i passeggini-carrelli improvvisati.

 

Un degrado visibili a tutti - a cominciare da tanti turisti internazionali che arrivano a Napoli e si recano in visita al monumento - tranne che alle istituzioni preposte. E da questo punto di vista, se si considera che nelle sale del Maschio Angioino si tengono sedute del Consiglio Comunale, risulta quantomeno oscuro il silenzio dei consiglieri comunali che non sembrano essersi accorti del degrado che li circonda.

«Ci troviamo di fronte ad una situazione paradossale - denuncia la consigliera regionale Maria Muscarà - dove cittadini e associazioni civiche, la Sovrintendenza e persino la Procura debbano intervenire per chiamare il Comune di Napoli ad una normale attività di gestione dell'area. Ma i consiglieri comunali, gli assessori, i funzionari, i dirigenti e la nutrita Municipalità, con i suoi consiglieri ed i suoi assessorini, vivono a Napoli? L'assenza di un assessore alla Cultura e di un Sovrintendente si fanno sentire - continua Muscarà - e su questo il ministro Sangiuliano dovrebbe essere più netto. Il patrimonio di Napoli è responsabilità di tutti, comprese Procura, Corte dei Conti e Governo Nazionale che, in presenza di reiterate disattenzioni amministrative e gestionali dovrebbe intervenire, se è il caso, anche con commissariamenti». 

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