Napoli, in via Verdi la protesta dei No Box: «Sospendere la delibera parcheggi, sì ad una mobilità sostenibile»

La protesta è portata avanti dagli attivisti di 11 associazioni, tra le quali Wwf Napoli, Legambiente Parco Letterario Vesuvio e Cicloverdi

Protesta dei "No box" a via Verdi
Protesta dei "No box" a via Verdi
di Davide Cerbone
Venerdì 12 Maggio 2023, 18:37 - Ultimo agg. 20:54
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La protesta dei “No Box” si abbatte su via Verdi come la pioggia in una mattinata inaugurata dal sole. A guardar bene, sono due effetti di quel riscaldamento globale di fronte al quale, secondo i manifestanti, bisogna abbandonare in fretta il modello che definiscono «autocentrico» per virare verso una mobilità urbana sostenibile fondata sul trasporto pubblico e sulle zone a traffico limitato, sulle isole pedonali e sull’incremento delle aree verdi.

Gli attivisti della rete sociale sotto le cui insegne si coagulano undici associazioni, tra le quali Wwf Napoli, Legambiente Parco Letterario Vesuvio e Cicloverdi, si ritrovano intorno alle dieci davanti alla sede del consiglio comunale per consegnare al sindaco Gaetano Manfredi e ai rappresentanti del popolo una lettera-appello con la quale, ancora una volta, si oppongono alla realizzazione di box auto privati in diverse zone della città: da piazza Vittoria a via Cerlone, a Fuorigrotta, fino a via Guido De Ruggiero, al Vomero, dove la falange barricadera è nata alcuni anni fa per contestare il progetto che prevede la realizzazione di 512 box auto distribuiti nel sottosuolo di piazza degli Artisti, via Tino di Camaino e via Casale De Bustis.

«Chiediamo ai consiglieri di non essere corresponsabili di una mobilità insostenibile, di un aggravamento del traffico e dell’inquinamento atmosferico.

Chiediamo, inoltre, di non essere complici di interessi speculativi e portatori degli interessi di pochi privilegiati. Si tratta di progetti completamente inutili che devasteranno quelle aree per anni».

I manifestanti srotolano lo striscione che porta la firma di una battaglia tenace e distribuiscono volantini ai passanti e agli eletti, persuasi del fatto che quei box - guai a chiamarli parcheggi: non saranno ad uso pubblico - non s’hanno da fare. A conforto di questa tesi, stamattina il pugnace drappello ha snocciolato la contabilità di quella che sembra avere i contorni di una sciagura urbanistica, ecologica e civile: solo nell’area tra Antignano e l’Arenella, oltre 18.000 metri di superficie per più di 38.000 metri cubi di scavo e quasi 31.000 camion che invaderanno l'area per la rimozione del terreno. Tutto con l’obiettivo di realizzare quattro livelli interrati sotto piazza degli Artisti, due sotto via Tino di Camaino e tre nell’area di via de Bustis, dove ogni mattina, con buona pace delle ruspe, si schiudono gli ombrelloni del mercatino. Nove piani di scontentezza.

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«C'è la consapevolezza di essere in pieno global warming, con conseguenti cambiamenti climatici in atto, e gli effetti già colpiscono duramente la nostra città in termini di eventi meteorici eccezionali sempre più frequenti con conseguenti danni e con isole di calore pericolose per i cittadini più fragili – si legge nella lettera aperta -. Rispetto a politiche innovative che investono gran parte dell’Europa e del mondo, apprendere che questa giunta si appresta a consentire la realizzazione di parcheggi interrati lascia esterrefatti, poiché conferma una visione della mobilità antistorica che promuove il consumo di suolo e può nascondere e favorire precisi interessi speculativi». Infine, la richiesta al primo cittadino e ai consiglieri: «Le, Vi chiediamo di spiegarci quali siano le ragioni culturali, politiche, di interesse per la comunità napoletana, alla base di queste decisioni in contraddizione con gli stessi, presunti, obiettivi di rilancio della città che l'Amministrazione si pone e che noi tutti auspichiamo».

In virtù di queste osservazioni, i promotori del presidio chiedono al sindaco di «sospendere immediatamente la delibera, di bloccare l'avvio dei lavori a piazza degli Artisti e attivare un serio tavolo sulla mobilità cittadina al quale tutte le associazioni e i movimenti firmatari danno da subito la loro disponibilità».

Franco Di Mauro, anima ribelle del comitato, scandisce nel megafono la sua invettiva. «Vogliamo informare i cittadini di quanto sta per accadere: uno scavo di 20 metri a piazza degli Artisti per realizzare 312 box e altri 200 in due strade vicine in nome di una pertinenzialità abusiva che estende l’area da San Martino ad aree ben lontane dai cantieri come il secondo Policlinico, via Cilea e corso Vittorio Emanuele, ben oltre i 2 chilometri previsti dalla legge Tognoli».

La speranza è quella di scongiurare il rilascio del permesso di costruire da parte del Comune, che intanto a gennaio ha approvato la delibera sul piano parcheggi.

«I consiglieri Rosario Andreozzi e Alessandra Clemente ci hanno manifestato solidarietà, dichiarando di condividere la nostra lotta e hanno assicurato un fattivo impegno per impedire l’approvazione della delibera in cui si prevede la realizzazione dei box», riferisce Di Mauro.

E aggiunge: «Trincerandosi dietro la sentenza del Consiglio di Stato, l’assessore Cosenza rinuncia a un ruolo politico di governo della città e avalla un affare speculativo, mortificando la volontà di migliaia di cittadini che da anni protestano, allarmati per la staticità degli edifici in cui abitano e per la vivibilità». Antimo Di Martino, architetto, e Vincenzo Marzuillo, avvocato, proiettano in avanti le angosce: «Dovremo vivere quattro o cinque anni di inferno, tra ingorghi e inquinamento, con il parco Mascagna invaso dai mercatali. E alla fine perderemo 83 posti auto pubblici».

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