Napoli, restituito l'affresco di Mattia Preti a Porta San Gennaro: «Racconta la peste, un'immagine per ripartire»

Napoli, restituito l'affresco di Mattia Preti a Porta San Gennaro: «Racconta la peste, un'immagine per ripartire»
di Oscar De Simone
Mercoledì 19 Maggio 2021, 14:40 - Ultimo agg. 20 Maggio, 20:03
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C'erano ancora i segni della peste del 1656 quando a Mattia Preti venne commissionato l'affresco, appena restaurato, su porta San Gennaro. Una raffigurazione simbolica con la Madonna ed i tre patroni della città – San Gennaro, Santa Rosalia e San Francesco Saverio – che sconfiggono la terribile epidemia che provocò almeno 240.000 morti in tutto il regno. 

Oggi grazie ad un progetto partito nel Settembre 2019 tra il Comune di Napoli, l'Associazione Friends of Naples, l'Aren ed approvato dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, l'affresco torna a simboleggiare la volontà di rinascita e ripartenza, dopo due anni di pandemia da covid-19. «Questo è un restauro importantissimo – afferma il soprintendente all'archeologia ai paesaggi ed alle belle arti di Napoli Luigi La Rocca – per l'arte della nostra città.

Rappresenta una delle rare testimonianze del lavoro di Mattia Preti a Napoli ed in una circostanza molto particolare. Gli fu commissionata la decorazione delle sette porte della cinta aragonese, in occasione della peste del 1656. Periodo certamente difficile per il regno. Quindi è evidente che adesso può rappresentare anche la nostra voglia di uscire fuori dalla pandemia che da due anni a questa parte, ci ha investito in maniera così forte e violenta». 

 

Una operazione di grande valore simbolico quindi, oltre che artistico, che incontra il favore del primo cittadino Luigi de Magistris che sottolinea l'importanza del luogo in cui si è realizzata. «E' di grande impatto – dichiara il sindaco – e contribuisce ad esaltare una zona su cui stiamo investendo da molto tempo, tra porta San Gennaro e il quartiere della Sanità. Un lavoro straordinario dell'artista Mattia Preti che oggi è stato recuperato dai restauratori. Siamo felici che in un momento così difficile si possa ripartire dalla cultura e dalla riqualificazione delle nostre bellezze».

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