Napoli, un presepe-pizza sancisce l'alleanza tra pastorai e pizzaioli per la rinascita della città

Napoli, un presepe-pizza sancisce l'alleanza tra pastorai e pizzaioli per la rinascita della città
di Antonio Folle
Lunedì 7 Dicembre 2020, 17:20 - Ultimo agg. 19:44
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San Gregorio Armeno e l'arte dei pizzaioli napoletani, due tra i più potenti e riconosciuti simboli della napoletanità nel mondo, uniti per fronteggiare insieme la pandemia e la crisi economica che sta colpendo anche il settore dell'artigianato tradizionale partenopeo. Questo è il senso dell'iniziativa realizzata in collaborazione tra l'Associazione Pizzaiuoli Napoletani e l'associazione I Sedili di Napoli che questa mattina, all'interno della Basilica di Santa Chiara, hanno presentato alla città il primo esempio al mondo di presepe-pizza.  

Un enorme presepe realizzato con tutti i canoni del presepe settecentesco napoletano ma completamente rivestito di pasta-pizza cotta in maniera da formare uno strato unico con la struttura portante realizzata in maniera tradizionale.

Sbalorditivo il risultato dell'opera realizzata dal maestro presepiale Salvatore Iasevoli che si è potuto avvalere della collaborazione diretta di alcuni pizzaioli che hanno partecipato in prima persona alla realizzazione del presepe spennellando a mano il composto di acqua e farina cotto con un cannello a gas. 

«Questa iniziativa - ha spiegato Sergio Miccù dell'Associazione Pizzaiuoli Napoletani - nasce per celebrare il terzo anno del riconoscimento dell'arte del pizzaiolo napoletano come patrimonio Unesco. Quest'anno abbiamo voluto inserire anche l'arte presepiale perchè riteniamo che, al pari dell'arte dei pizzaioli, sia l'arte che più caratterizza Napoli nel mondo. Abbiamo unito i due mestieri perchè purtroppo si stanno lentamente perdendo, e abbiamo voluto lanciare un messaggio anche ai giovani napoletani affinchè queste due nobili arti non vadano disperse».

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La città, a modo suo, si ribella alla pandemia e al Covid attraverso le sue grandi eccellenze. «Abbiamo voluto lanciare un messaggio di coesione sociale - dichiara Giuseppe Serroni de I Sedili di Napoli - fra due categorie così importanti per la nostra città. Due grandi arti napoletane che si sono unite ed hanno voluto ribadire che la città c'è e vuole uscire da questa orribile pandemia che ci sta strappando pezzi della nostra vita. Quest'anno, dopo tanti sacrifici, siamo riusciti a realizzare questa iniziativa insieme agli amici pizzaioli che ci hanno dato una mano anche a reperire le materie prime per creare questo bellissimo presepe artistico realizzato rispettando tutti i canoni del presepe tradizionale napoletano». 

La sfida di realizzare un presepe adottando materiali così diversi tra loro è stata affidata al noto maestro presepiale Salvatore Iasevoli che, in cinque mesi di duro lavoro, ha portato a termine l'innovativo ed inconsueto progetto. 

«Quando queste due associazioni mi hanno proposto di realizzare un presepe con la pasta della pizza sono rimasto interdetto - racconta Iasevoli - ma poi mi sono lanciato anima e corpo in questa sfida. Il legno ed il sughero si sono sposati con la farina che riveste completamente la struttura. Si tratta di un presepe non solo da ammirare ma, in un certo senso, quasi da gustare. Siamo estremamente contenti della riuscita di quest'opera che unisce due arti tradizionali che avevano bisogno di mettersi insieme per venire fuori insieme da questa crisi». 

 

La grande struttura che stazionerà per tutto il periodo natalizio all'interno della Basilica di Santa Chiara - un altro importante simbolo della città - non è solo un simbolo di rinascita e di speranza, ma è l'ennesima conferma dell'unione sempre più indissolubile tra l'arte dei pastorai di San Gregorio Armeno e i pizzaioli napoletani. Da ormai diversi anni, specie nel centro storico della città e a ridosso proprio della strada dei pastori, il singolare connubio tra pizza e arte presepiale rappresenta uno dei principali volani di sviluppo per il turismo cittadino, con la nascita di decine di strutture ricettive destinate ai visitatori che ogni anno arrivano da ogni parte del mondo per apprezzare le eccellenze napoletane. 

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