Piazza Municipio Napoli, ecco la “Venere degli stracci” di Pistoletto: «È già boom di visitatori»

Cominciato l’allestimento dell’opera che porta la firma dell’artista Pistoletto

La Venere degli stracci
La Venere degli stracci
di Pasquale Esposito
Sabato 24 Giugno 2023, 23:38 - Ultimo agg. 26 Giugno, 07:11
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Il tempo di cominciare ad allestire, e subito la “Venere degli Stracci” di Michelangelo Pistoletto ha fatto ri-parlare di sé tra selfie e folla di curiosi. Impatto immediato, quella montagna di stracci colorati a confronto con il bianco accecante della statua classica di Venere non poteva passare inosservata - curiosità, colpo d’occhio, predisposizione a guardare ciò che ci circonda - a piazza Municipio, lato Castelnuovo, più o meno dove anni fa c’era il datario floreale.

Opera iconica, tra le tante, del maestro biellese, che giusto oggi celebra i suoi novanta anni, «felice - dice - che l’anniversario capiti in una città dove conto moltissimi amici e collezionisti che da sempre mi hanno fatto sentire come uno di casa, un napoletano insomma». Tante le presenze di Pistoletto a Napoli, in galleria, al Madre, in spazi pubblici (metropolitana di piazza Garibaldi, una delle più belle “stazioni dell’Arte”). E la riproposizione della “Venere degli Stracci”, in una versione rielaborata eppure fedele al canone iniziale, è anche la riproposizione di un’arte pubblica, aperta al passante e inserita in uno spazio attraversato dalla gente, non chiuso, che fa parte del progetto Open, finanziato dalla Città metropolitana, ente guidato dal sindaco, e della rassegna “Napoli contemporanea” curata da Vincenzo Trione, consigliere di Manfredi per l’arte contemporanea e l’attività museale, studioso apprezzato e critico d’arte, dal 2015 trasferitosi a Milano, allo Iulm, dove insegna Arte e Media e Storia dell’Arte contemporanea, ed è direttore del dipartimento.

Il progetto richiama alla memoria una fortunata rassegna che piacque molto a cittadini e visitatori a piazza del Plebiscito, a partire dal 1994, quando Napoli conquistò spazi sui giornali di tutto il mondo grazie anche alla scelta di esporre nella piazza monumentale le opere di artisti di livello internazionale.

Ma torniamo al presente, in attesa del futuro, sempre affidandosi al passepartout, al richiamo internazionale della grande arte.

Il progetto Open è partito l’altro ieri, con “Questi miei fantasmi” di Antonio Marras, a cura di Trione, e prosegue mercoledì con questa installazione del maestro di Biella, pittore, scultore, autore dei “Quadri specchianti” che hanno fatto epoca: era il 1962 quando Pistoletto - protagonista dell’Arte povera, concettuale, con una visione votata al rispetto dell’ambiente, del paesaggio, dei materiali poveri, riciclati - conquistò l’attenzione di pubblico e critica, iniziando un carriera di successi.

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La “Venere degli Stracci” è del 1967, rappresenta - hanno fatto notare sin da subito gli studiosi - quel bisogno di contestazione proprio della seconda metà degli anni ‘60. L’installazione nasce dall’utilizzo della tecnica dell’assemblaggio, dell’accostamento apparentemente provocatorio, e riunisce il richiamo classico al materiale povero per eccellenza, lo straccio, inizialmente utilizzato per pulire i quadri specchianti, e ora adoperato nella sua componente materica e cromatica. «La “Venere degli Stracci” - sottolinea Trione - si fa metafora plastica dell’identità contraddittoria di Napoli. Bellezza e rovine. Sublime e imperfezioni. Purezza e macerie». L’opera pistolettiana rientra, come si è detto, nella rassegna «Napoli contemporanea» ideata per rafforzare la vocazione al contemporaneo della città, attraverso una serie di iniziative pensate appositamente per gli spazi pubblici e i siti museali. Pistoletto per questa “Venere” di piazza Municipio dà forma a una versione originale, in scala monumentale, della storica Venere degli Stracci, progettata ad hoc per Napoli. «Considerata una tra le opere più iconiche del Novecento e tra le più emblematiche dell’artista - illustra il curatore - mette in scena il contrasto tra la bellezza immobile della tradizione classica e la transitorietà del contemporaneo».

 

E l’artista dal canto suo, impegnato a creare un inquieto dialogo tra passato e presente, aggiunge: «Oggi dobbiamo costruire in modo orizzontale e circolare, il che vuol dire guardarsi attorno, voltarsi indietro, vedere in modo globale».
Quest’opera - realizzata in collaborazione con Cittadellarte-Fondazione Pistoletto - rinnova, come viene messo in evidenza dai promotori, il legame instaurato negli anni da Pistoletto con Napoli, riattivando la riflessione sui materiali e sui consumi, grazie al dialogo tra gli stracci e la statuaria classica. Il movimento di vestizione e svestizione, che richiama un gesto così individuale e universale, viene qui posto davanti a un dilemma globale: l’accumulo dei rifiuti, il continuo passare delle cose, la bellezza che si confronta con l’inquinamento.
 

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