Capodanno a Napoli, il dramma di Ferdinando: «Ho perso tre dita per salvare il mio cane»

«Quando ho visto Masha con il petardo in bocca ho pensato che sarebbe sicuramente morta»

Ferdinando Girone
Ferdinando Girone
di Melina Chiapparino
Martedì 2 Gennaio 2024, 11:10
4 Minuti di Lettura

Vittima dello scoppio di un petardo per salvare il proprio cane. Un gesto d'amore che è costato tre dita della mano destra a Ferdinando Girone, il 40enne napoletano ferito poche ore prima dei festeggiamenti di Capodanno. L'uomo, ricoverato nel reparto di Chirurgia della mano diretto da Angela Penza, al Vecchio Pellegrini, continua a sperare che la sua azione «sia servita a proteggere Masha, un pitbull che stava per masticare un petardo e ora è ricoverato in una clinica veterinaria».

Come è stato ferito?
«Stavo passeggiando per i Quartieri Spagnoli, non distante dalla mia abitazione, perché avevo portato il cane a fare un giro prima di cena, intorno alle 21.

Ero uscito a quell'ora convinto di poter stare tranquillo. Dopo qualche passo, ho notato con la coda dell'occhio qualcosa che veniva lanciato dall'alto e Masha, istintivamente, si era lanciata sopra quell'oggetto che avevo intuito fosse un petardo. Le ho aperto la bocca per estrarlo e buttarlo lontano ma nell'istante in cui l'ho preso è esploso. Ho visto il mio sangue ovunque, dopo lo scoppio i miei familiari sono corsi in strada portandomi in ospedale».

Cosa ha pensato in quel momento?
«Quando ho visto Masha con il petardo in bocca ho pensato che sarebbe sicuramente morta, per questo ho agito immediatamente nella speranza di riuscire ad allontanare il botto. Nonostante la rapidità dell'azione, quel petardo è scoppiato nell'istante in cui cercavo di gettarlo via. Una questione di attimi. Ho capito immediatamente che sarei rimasto ferito ma la mia preoccupazione è stata quella di proteggere Masha che, per la nostra famiglia, è praticamente il quinto figlio».

Lo rifarebbe?
«Ho agito di istinto ma non avrei potuto fare altro per salvarla e spero di esserci riuscito. Masha adesso è in una clinica veterinaria e spero con tutto il cuore che possa ritornare a casa. Lei è sempre stata un cane che tende a lanciarsi sulle cose in movimento e a raccogliere oggetti senza lasciarli facilmente, per questo ero certo che il petardo le sarebbe esploso in bocca. Masha è stata presa per assecondare un desiderio di mia figlia e da quel giorno è un componente della famiglia. Chi ama il proprio cane, potrà capirmi. Non c'è stato da pensare, volevo aiutarla».

Quale sentimento prevale in lei ora?
«Sicuramente provo tanta rabbia perché non si può accettare che si possano sparare petardi in mezzo alla strada con il rischio di ferire persone e animali, oltretutto ad un orario dove nessuno si aspetta i fuochi, mancavano tre ore alla mezzanotte. Personalmente non ho mai sparato nessun tipo di botto e nella mia famiglia non c'è mai stata questa usanza. Ho quattro figli e due nipoti ma gli ho sempre insegnato che è pericoloso festeggiare con petardi e fuochi».

Cosa le dà forza in questo momento?
«La mia famiglia e il pensiero che Masha possa salvarsi. I medici e il personale ci supportano sotto tutti i punti di vista e questo mi dà la forza di pensare che voglio tornare al più presto a fare ciò che ho sempre fatto, visto che sono un panettiere. Sono consapevole di aver perso tre dita alla mano destra ma immagino di poter andare avanti lo stesso nella mia professione ed è quello che intendo fare».

Il suo appello?
«Ho deciso di raccontare ciò che mi è accaduto per lanciare un messaggio preciso. Mi piacerebbe far capire a tutti che i botti di Capodanno, sparati in maniera illegale e fuorilegge, possono essere davvero molto pericolosi per tutti: dobbiamo evitare che ci possano essere altre vittime, il mio cane ed io stiamo pagando un prezzo molto alto. Per questo mi appello a tutti affinché si possa sempre di più sensibilizzare la popolazione a non sparare. Io non l'avevo mai fatto e mi sono ritrovato vittima dei fuochi, questo non deve capitare mai più a nessuno». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA