«Noi non vogliamo i seicento euro. Vogliamo continuare a lavorare per provvedere alle nostre attività ed ai nostri dipendenti». Con queste parole il parrucchiere Giuseppe Piras, esprime il malcontento di una intera categoria di cui – a Napoli – si è fatto portavoce. Una serie di artigiani che da dopo due mesi di stop, sono allo stremo e che in alcuni casi saranno costretti a chiudere.
«Le attività più piccole sono praticamente in ginocchio – continua – e con seicento euro certamente non risolveranno la situazione. Ci sono spese vive che continuano a maturare, fitti di locali da pagare e soprattutto dipendenti a cui provvedere. Molti collaboratori infatti sono ancora in attesa della cassa integrazione e questo, ci mette in condizioni di dover pensare a loro. A questo punto chiediamo aiuti concreti e non piccoli interventi marginali».
Le azioni che gli artigiani richiedono sono quelle relative al pagamento delle spese. Contributi che possano coprire i costi che ancora gravano sulle loro attività. «Necessitiamo di questo – conclude Giuseppe – e non di poche centinaia di euro. Lo stato e la nostra regione dovrebbero riuscire a non farci pagare tutti quei costi a cui siamo soggetti. Non si può pensare che attività ferme da due mesi paghino i fitti o il resto delle utenze senza incassare un centesimo. Inoltre è arrivato il momento di provvedere a tutti i nostri dipendenti che in alcuni casi sono rimasti a secco. Ci sono centinaia di famiglie che non riescono a provvedere alla spesa quotidiana. Questo è inaccettabile per un paese che è ancora fermo e senza un piano di sostegno per i suoi lavoratori».