Covid, a Napoli in aumento i casi: a rischio anziani e fragili

Pesa la rinuncia al richiamo vaccinale mentre per l’influenza maggiori adesioni

Un paziente ricoverato in ospedale per il Covid
Un paziente ricoverato in ospedale per il Covid
di Ettore Mautone
Domenica 3 Dicembre 2023, 23:52 - Ultimo agg. 5 Dicembre, 07:04
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Con la complicità dei primi freddi le infezioni respiratorie tornano a rialzare la testa: Covid e influenza stagionale camminano a braccetto presentandosi con gli stessi sintomi: febbre, tosse, raffreddore, mal di gola più raramente dissenteria. Abbastanza da mettere a letto e lontano dal lavoro centinaia di napoletani. Nessun allarme, nulla a che vedere con gli scenari degli anni scorsi ma un aumento del livello di attenzione c’è.

«Al momento abbiamo una ripresa della diffusione di Sars-Cov-2 ma con scarse conseguenze in termini di ospedalizzazioni e ricoveri - avverte Giuseppe Fiorentino primario di Pneumologia del Cotugno e direttore sanitario aziendale dell’ospedale dei Colli - questa tendenza potrebbe tuttavia virare verso un maggiore impegno delle nostre corsie con l’arrivo di questa prima ondata di freddo. Attualmente al Cotugno ci sono una dozzina di pazienti ricoverati tutti in degenza ordinaria ma nessun malato è in rianimazione. Tutti sono pazienti fragili, già minati da altre patologie degenerative, in particolare oncologici, in cui il Covid esprime ancora un livello notevole di pericolosità. 

In città intanto sia moltiplicano le richieste di visite a studio e a domicilio per i medici di famiglia. «Il Covid è in aumento - conferma Pina Tommasielli, con studio a Soccavo - ma osserviamo la disabitudine a fare il tampone, richiesto solo quando la febbre non passa e la tosse tormenta da giorni. Ciò ci costringe a giungere a una diagnosi dopo troppi giorni, amplifica la diffusione e ci preclude la possibilità di intervenire con gli antivirali che in alcuni pazienti sono invece necessari». 

«I casi sono in aumento da almeno un mese - aggiunge Saverio Annunziata con studio nella zona di via Crispi - ma solo nell’ultima settimana è iniziata la fase epidemica sia per l’influenza che per il Covid.

La campagna antinfluenzale procede a pieno ritmo, le adesioni della popolazione sono alte, mentre altrettanto non si può dire per la vaccinazione anti-Covid verso la quale persistono ancora pregiudizi che ci sforziamo di sfatare.

La rete Influnet funziona così come la piattaforma regionale Sinfonia dove registriamo tutte le vaccinazioni (di tutti i tipi) che somministriamo». Al Policlinico Federico II i 9 posti letto del reparto di Malattie infettive diretto da Ivan Gentile sono tutti occupati: «Ogni giorno ci arrivano richieste di trasferimento da altri nosocomi campani - spiega il docente - in particolare da Sessa Aurunca, Cardarelli, Frattamaggiore, Pozzuoli e dalla Asl ma anche da strutture accreditate. Attualmente non possiamo accettare alcun nuovo paziente. La situazione è paradossale - aggiunge- da una parte la campagna vaccinale stenta a decollare dovuta alla scarsa percezione del rischio dall’altra molti pazienti fragili, che sperimentano quadri più gravi della patologia, sono scoperti. Il vaccino ha i suoi limiti, dura non più di 6 mesi o un anno e nei fragili servono richiami periodici.

È stato opportuno agganciare la vaccinazione anti-Covid-19 a quella antinfluenzale ma la campagna vaccinale sta andando male. Eppure i dati dicono che la mortalità per Covid-19 nei soggetti immunocompromessi per senilità e altre patologie è doppia rispetto all’influenza tra i pazienti ospedalizzati over65. A rischiare grosso i pazienti affetti da Bpco, leucemie o linfomi, grandi anziani, con Alzheimer, cardiopatici, trapiantati. Molti di loro sono stati vaccinati da più di un anno e non fruiscono degli antivirali per diagnosi tardive». 

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Al Cardarelli la situazione è gestita con una certa tranquillità. Nella Asl Napoli 1 si contano una decina di ricoverati, nessuno in terapia intensiva, a fronte di circa 500 casi attualmente positivi registrati in piattaforma, quasi tutti asintomatici o poco sintomatici. Dall’inizio della pandemia, a Napoli, sono stati 366.520 i casi diagnosticati (con un’età media di 44 anni), oltre 2.700 i decessi causati dal virus, la cui età media era di 78 anni con una stratificazione per età statisticamente significativa a partire dai 30 anni.

Arenella, Vomero, Chiaiano, Fuorigrotta i quartieri in cui si è registrata la maggiore incidenza. Zona industriale e Poggioreale le aree della città in cui il Covid, dall’inizio della pandemia ha colpito di meno mentre la letalità, ossia il rapporto tra casi e decessi è stata maggiore nei quartieri Stella, Pendino, Mercato, Scampia, Soccavo. La pandemia è superata ma i pericoli per il Covid non vanno sottovalutati per i fragili soprattutto ora che arriva il generale inverno.

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