Europei 2032, Manfredi: «Governo e De Laurentiis investano sul Maradona»

Occasione stadio, ma servono cento milioni

Lo stadio Maradona
Lo stadio Maradona
di Luigi Roano
Mercoledì 11 Ottobre 2023, 23:42 - Ultimo agg. 12 Ottobre, 07:20
5 Minuti di Lettura

Per trasformare il Maradona in uno stadio europeo - vale a dire in grado di ospitare le partite di calcio di Euro 2032 - servirebbero almeno 100 milioni sull’unghia. Finanziamenti che solo in parte il Governo è disposto a erogare, perché una quota deve essere a carico della Società sportiva Calcio Napoli cioè di patron Aurelio De Laurentiis il principale fruitore del Maradona che con 100 milioni diverrebbe un gioiello. Non è - tuttavia - solo finanziario il problema per rigenerare uno stadio che ha quasi 70 anni di vita, ma anche di carattere politico: la Uefa tra gli standard richiesti ha inserito che gli stadi ospitanti devono essere esclusivamente dedicati al calcio, avere una capienza di almeno 60mila posti e tecnologicamente all’avanguardia.

Il Maradona come è noto ha una pista di atletica anche abbastanza nuova costruita nel 2019 l’anno delle Universiadi. Quello della pista è un tema da sempre divisivo in città. Di tutto questo è consapevole il sindaco Gaetano Manfredi - che sulla pista è invece disponibile a ragionare, non lo ritiene un tabù ma a determinate condizioni. Mentre nella sua stessa giunta l’assessore allo Sport Emanuela Ferrante, che non ha la delega al Maradona, ha già dichiarato che «sarebbe un grosso dispiacere togliere la pista di atletica».

Allora Napoli come sta messa? È indietro, molto indietro nel tabellone delle preferenze della Uefa. Prima di dare la parola al sindaco è utile formulare un piccolo vademecum sulla kermesse calcistica. Euro 2032 lo organizza l’Italia in condominio con la Turchia i due Paesi devono dare 5 stadi a testa quali sedi delle partite. L’Italia ha candidato 10 sedi ma gli stadi di Torino, Milano, Roma sono quelli sicuri di essere scelti, Cagliari, Firenze e Bologna sono in pole per gli altri due posti. Mentre Verona, Napoli, Genoa e Bari sperano in un ripescaggio che sembra problematico perché dovrebbero superare una concorrenza che sembra più avanti dal punto di vista dell’impiantistica. Delle dieci candidate italiane ne devono essere tagliate la metà, tenuto presente che tre sono sicure ovvero Roma, Milano e Torino, Napoli nelle migliore delle ipotesi ha una possibilità su 7 di centrare l’obiettivo. Entro ottobre del 2026 deve presentare un progetto per il nuovo Maradona corredato da studi di fattibilità tecnica ed economica molto più che convincenti per avere una minima speranza. Insomma, le difficoltà sono enormi, ma Manfredi non vuole mollare e corteggia in maniera asfissiante il ministro per lo Sport Andrea Abodi e il presidente della Figc Gabriele Gravina

Il sindaco - dunque - sta cercando di lavorare ai fianchi Abodi e Gravina mettendo sul piatto il peso di Napoli, basterà? «Ho seguito passo dopo passo l’assegnazione di Euro 2032 - dice Manfredi - e ringrazio Abodi e Gravina per avere pensato anche a Napoli, presto incontrerò il ministro per discutere con lui della candidatura del Maradona.

Abbiamo fatto atti di giunta per impegnare lo stadio tra i 10 candidabili. Ora dobbiamo avere esattamente tra 2 anni un progetto definitivo e finanziato. Un progetto con il quale adeguare il Maradona agli standard europei che sono molto stringenti». Il sindaco traccia il percorso per fare entrare Napoli tra le 5 città che ospiteranno le gare di Euro 2032: «C’è il tema dei finanziamenti - dice l’ex rettore - che devono arrivare dalla parte pubblica, ma anche da quella privata ci deve essere una forte collaborazione del Calcio Napoli. La città non può mancare certi obiettivi».

Sulla pista di atletica per Manfredi vale quello dichiarato a Il Mattino il 4 maggio giorno della matematica conquista dello scudetto da parte del Napoli: «Togliere la pista non è un tabù - il pensiero di Manfredi - ma dobbiamo avere un altro impianto dove collocare gli atleti e noi abbiamo il Collana e lo stadio Albricci. Un’intesa che deve passare per il Coni». Gravina: «È presto per dare indicazioni sulle città ospitanti che potrebbero essere 6 e non 5, mi auguro che per il 2026 siano tutte pronte». 

Video

I rapporti tra Manfredi e De Laurentiis sembrano essere normali, non eccellenti ma il dialogo è possibile perché ci sono interessi comuni in ballo. Non si può dire la stessa cosa per quello che riguarda il feeling tra i consiglieri comunali e il De Laurentiis. Che chiedono di aumentare il canone del Maradona alla Società - oggi sotto il milione - in virtù dei lavori effettuati nell’impianto di Fuorigrotta. Ma per fare questo bisognerebbe cambiare la convenzione per l’utilizzo dello stadio. «Cosa non possibile - spiega Manfredi - noi questo atto lo abbiamo ereditato ed è stato votato dallo scorso Consiglio comunale che ha dato il via libera anche al rinnovo automatico della convenzione, non abbiamo margini». Il sindaco non vuole polemiche: «Il tema oggi - conclude Manfredi - è uno solo: trovare investimenti per lo stadio per non perdere l’occasione degli Europei. Ed è interesse della squadra di calcio così come il nostro quello di cogliere questa occasione, è essenziale lavorare insieme a De Laurentiis». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA