Linea 1, stazioni sporche:
l'Anm non paga le pulizie

Linea 1, stazioni sporche: l'Anm non paga le pulizie
di Valerio Esca
Venerdì 11 Novembre 2016, 10:24
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Tra i primati della linea 1 della metropolitana di Napoli, considerata tra le più belle d'Europa, in questi giorni se n'è aggiunto un altro, meno nobile: la sporcizia. Diverse fermate del metrò, nelle ultime 48 ore, sono risultate sporche, con sacchi pieni e cartacce sparse sulle banchine. Il motivo? L'agitazione dei lavoratori della Manital, azienda che si occupa della pulizia in Anm, reparto ferro (su tutta la linea metro), a causa del ritardo nel pagamento degli stipendi. Tutti i dipendenti della Manital hanno continuato, in queste ore, a lavorare con responsabilità utilizzando però una forma di protesta nei confronti dell'azienda di trasporto: ripulire a singhiozzo le stazioni. E così due sere fa è bastato prendere la metropolitana a piazza Garibaldi e percorrere tutta la linea per rendersi conto che la polveriera è pronta ad esplodere. Toledo, Medaglie d'oro, Policlinico, Piscinola-Secondigliano, un binario unico di spazzatura. E fu così che il metrò dell'arte si trasformò nel metrò della vergogna. I commenti dei turisti sono coltellate dritte al cuore. E certo non sarebbe una giustificazione da parte del Comune dire che anche in altre città d'Europa, in fondo, ci sono casi analoghi. Perché quello di Napoli è dovuto all'emergenza e non alla norma.

La vicenda è molto dirimente ed intricata e bisogna partire da lontano. L'Anm, partecipata del Comune di Napoli che si occupa di mobilità, vive un momento complicato dal punto di vista economico. Forse il più difficile della sua storia. Sull'orlo del tracollo a causa della mancanza di liquidità, l'Anm ogni mese si ritrova a fare il gioco della margherita, a spuntare i petali per cercare di capire come gestire le poche risorse a disposizione: se pagare i fornitori, il gasolio, la manutenzione o gli stipendi ai propri lavoratori. I ritardi continui relativi ai trasferimenti all'Anm, da parte del Comune di Napoli, ovvero della proprietà, hanno causato una sorta di reazione a catena, dove Palazzo San Giacomo ritarda a trasferire i soldi all'azienda, che a sua volta, ritarda i pagamenti ai fornitori. Basti pensare che da gennaio ad oggi, il debito dell'Anm nei confronti della Manital tocca il milione e mezzo di euro. E dopo una serie di tentativi, la ditta di pulizie, con sede legale a Torino, non ha retto e si è ritrovata con le spalle al muro. Di pochi giorni fa una lettera che spiega ai sindacati e all'Anm lo stato dell'arte: «A causa di una rilevante, oramai non più sostenibile situazione creditoria maturata nei confronti della committenza scrive la società di pulizie - i termini relativi al pagamento delle prossime retribuzioni previste per i lavoratori impegnati presso l'appalto in oggetto, relativi al mese di ottobre (la scadenza del versamento degli stipendi era ieri, ndr), non potranno essere garantite ed onorate secondo la oramai nostra consolidata puntualità. Nel contempo sarà nostra cura informarvi dell'evolversi delle problematiche e della data certa di pagamento».

A questa lettera ne segue un'altra, quella dell'amministratore Anm Albero Ramaglia, che ieri ha inviato la sua missiva direzione Piazza Municipio: «La situazione così com'è - spiega - non può più andare avanti. Faccio fatica ogni mese a pagare i fornitori e non posso ritrovarmi a dover scegliere chi pagare, una ditta piuttosto che un'altra. Tutti i lavoratori hanno pari dignità». Ramaglia poi incalza: «Mi ritrovo a segnalare ancora volta al Comune l'enorme difficoltà nella quale si trova l'azienda. Il mese scorso siamo andati lunghi con i pagamenti degli stipendi anche ai nostri dipendenti e il mese precedente ho pagato gli F24 di quello prima ancora. Non possiamo gestire l'azienda con emergenze mensili. È inconcepibile». Parole forti, soprattutto dal punto di vista politico. Inoltre, aggiunge l'amministratore dell'Anm «io non faccio differenza tra i lavoratori. Che abbia la casacca Manital o quella dell'azienda che amministro non fa alcuna differenza. A tutti devono essere garantiti gli stipendi. La Manital oltretutto, con la quale l'Anm vanta uno scoperto di 1,5 milioni di euro, quasi la metà del totale annuo, ha sempre effettuato con puntualità le prestazioni lavorative. Per questo ho chiesto alla ditta di venirci incontro. Ci sono dei fornitori strategici, come manutenzione e gasolio che non possiamo permetterci di non pagare. Il problema è sempre lo stesso, il flusso di cassa». 
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