Napoli, 15 arresti oggi: traffico di droga dal Perù, ecco chi è il capo dei narcos

Napoli, 15 arresti oggi: traffico di droga dal Perù, ecco chi è il capo dei narcos
di Luigi Sabino
Martedì 23 Novembre 2021, 14:34 - Ultimo agg. 24 Novembre, 14:13
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«Devo pittare Napoli di bianco». Era questa la frase che Vincenzo Criscuolo amava ripetere ai suoi accoliti. Decine di chili di cocaina arrivati direttamente dal Sudamerica da destinare ai clienti, camorra compresa, del comprensorio napoletano. Un progetto ambizioso quello del broker di Salita Capodimonte che, però, è stato bruscamente interrotto dai poliziotti della Squadra Mobile che, ieri mattina, hanno eseguito 15 misure cautelari, spazzando via, di fatto, l’organizzazione di Criscuolo.

Un’indagine meticolosa, quella avviata dagli agenti di via Medina, che ha ricostruito, tassello dopo tassello, il funzionamento del sodalizio guidato da ‘o Pekipp, questo il soprannome di Criscuolo negli ambienti malavitosi.

Un’organizzazione agile e snella composta da solo poche decine di sodali e del tutto indipendente dai clan di camorra. Un’indipendenza di cui lo stesso Criscuolo si era, in diverse occasioni, vantato. 

Le cosche, infatti, erano per ‘o Pekipp alla stessa stregua dei clienti che acquistavano le dosi nella sua storica piazza di spaccio nella zona del cosiddetto Moiarello.

Non è tutto. Criscuolo, nel corso degli anni, era riuscito ad allacciare rapporti con diversi fornitori stranierii e, in particolare, peruviani dai quali si riforniva, periodicamente, di ingenti quantità di stupefacente. Proprio nel paese andino, qualche tempo fa, uno degli uomini di Criscuolo, Salvatore Stampa, anche lui destinatario di misura cautelare, era stato fermato dalle autorità locali mentre tentava di importare cocaina nel nostro paese.

Un fermo che, come scoperto, permise anche di scoprire il sistema, tanto geniale quanto subdolo, utilizzato dal gruppo Criscuolo per trafficare cocaina. La droga, infatti, non era confezionata nel tipico mattone bensì, con un elaborato processo chimico, era trasformata allo stato liquido. Liquido con il quale erano, poi, impregnati capi d’abbigliamento che, opportunamente piegati all’interno di valige e bagli a mano, superavano agevolmente i controlli. Una volta arrivati in Italia, i vestiti alla cocaina, erano immediatamente trasferiti in alcune case laboratorio dove, i chimici al servizio dell’organizzazione, provvedevano a ridare solidità alla cocaina.

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Uno di questi laboratori fu scoperto a Marano nel maggio del 2018 nel corso di un blitz da parte degli uomini della Squadra Mobile, blitz che si concluse con l’arresto di due chimici, un italiano e un peruviano, entrambi incensurati. Dalle indagini si è scoperto che la centrale di trasformazione era riconducibile proprio all’organizzazione di Criscuolo.

Sul suo ruolo di fornitore della camorra, alcune indicazioni erano emerse nel corso di una precedente indagine condotta alcuni mesi fa sul sodalizio Mauro del rione Sanità e che portò all’arresto di una ventina tra boss e gregari. Tra i destinatari della misura compariva anche ‘o Pekipp. Tuttavia, in galera, Criscuolo rimase solo poche settimane prima di essere trasferito in una comunità in provincia di Taranto. Da qui, negli ultimi tempi, era, però, uscito per non meglio precisati problemi di salute, motivo per cui avrebbe subito anche un intervento chirurgico con conseguente convalescenza presso il suo domicilio. Ed è proprio qui che, poco prima dell’alba, gli uomini della Mobile lo hanno arrestato mentre era ancora a letto in compagnia della moglie.

Un’operazione brillante ma che non si è ancora conclusa dato che sono tre le persone scampate all’arresto, tra cui un cittadino brasiliano. 

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