Ponte della Maddalena, sgomberata la baraccopoli dell'ex mercato ittico

Almeno una sessantina di persone allontanate dall'area

L'ex mercato ittico a Napoli
L'ex mercato ittico a Napoli
di Antonio Folle
Mercoledì 28 Giugno 2023, 16:58 - Ultimo agg. 20:46
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Vasto intervento interforze questa mattina nell'area del Ponte della Maddalena, dove dopo le numerose segnalazioni da parte dei cittadini è stato realizzato un nuovo intervento di sgombero dell'ex mercato ittico, invaso da decine di senzatetto che avevano praticamente colonizzato l'edificio creando una enorme baraccopoli circondata da enormi quantità di rifiuti.

Nel corso degli anni sono stati realizzati più interventi analoghi, ma mai nessuno mai del tutto risolutivo.

Bastavano pochi giorni, infatti, per veder ripopolato l'edificio da gruppi di disperati alla ricerca di un riparo notturno.

I dati dello sgombero - oltre all'ex mercato ittico è stata sgomberata anche un'ampia porzione di spazi adiacenti che erano stati occupati - non sono stati resi noti, ma secondo le prime stime si tratterebbe di almeno una sessantina di individui, tra uomini e donne, che sono stati allontanati. A tutti è stata offerta a titolo temporaneo una soluzione abitativa alternativa, ma non tutti avrebbero accettato la soluzione proposta dai servizi sociali.

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Lo sgombero di questa mattina, che non ha fatto registrare grossi incidenti, è stato realizzato grazie ad un importante intervento sinergico che ha visto in prima fila la polizia di Stato, la polizia municipale, i Vigili del Fuoco, Abc, Enel e Rete Gas - per  l'individuazione di eventuali allacci abusivi -, oltre ai servizi sociali di Comune e IV Municipalità. Presenti sul posto anche diversi compattatori di Asìa, che hanno rimosso tonnellate di rifiuti accatastati. 

 

La realizzazione di un intervento estremamente sentito dai residenti del territorio del quarto parlamentino segue un intervento analogo realizzato alcuni giorni fa in un ex deposito dismesso di Anm e potrebbe fare da importante apripista per interventi simili già più volte richiesti non solo nel territorio della quarta Muncipalità, ma in tutta la città di Napoli. 

L'emergenza legata alla massiccia presenza di senza fissa dimora nelle aree periferiche della città è enormemente sentita dai napoletani e negli ultimi mesi ha fatto registrare una vera e propria "impennata" nei numeri delle presenze. Decine di individui che bivaccano non solo nei territori di periferia ma, in qualche caso, a ridosso dei grandi siti turistici - basti pensare alla baraccopoli presente sotto i porticati della galleria Principe, a pochi metri dal Museo Archeologico Nazionale - e del centro cittadino.

«Lo sgombero di questa mattina - ha dichiarato il presidente della IV Municipalità Maria Caniglia - è un importante segnale lanciato ai cittadini ed all'intero territorio. Desidero ringraziare tutti per l'impegno profuso nella realizzazione di un intervento che come Municipalità avevamo richiesto e al quale abbiamo dato il nostro contributo. Per fortuna non si sono registrati incidenti - continua la numero uno del parlamentino di via Gianturco - e anche questo è un segnale positivo. La sinergia istituzionale può fare molto e ci auguriamo che nel prossimo futuro si potranno realizzare altri interventi a beneficio di tutta la collettività». 

L'enorme edificio eretto negli anni '30 dall'architetto Luigi Cosenza è caduto in disuso negli anni '70, con la fine dell'attività di compravendita di prodotti ittici per il quale era stato originariamente concepito. Da allora si sono susseguiti diversi progetti per il recupero e la rifunzionalizzazione degli spazi che, a breve, dovrebbero diventare la "gemma" incastonata nel nuovo parco della Marinella. Ad oggi, però, anche a causa della massiccia presenza di clochard - quasi tutti provenienti dall'area di piazza Garibaldi - e la contemporanea presenza di una piccola piazza di spaccio, nessun progetto ha effettivamente visto la luce. E da questo punto di vista - almeno la speranza è quella - sono in molti ad aspettare un deciso cambio di rotta per il recupero di un'area storica e strategica colpevolmente dimenticata negli scorsi decenni che potrebbe rifiorire e fare da volano di sviluppo per l'intero waterfront partenopeo. 

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