A Napoli racket, usura e tentato omicidio: eseguite quattro ordinanze cautelari, c'è anche il ras Attanasio

Giuseppe Attanasio
Giuseppe Attanasio
di Luigi Sabino
Martedì 21 Dicembre 2021, 15:27 - Ultimo agg. 22 Dicembre, 11:35
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Tentato omicidio, detenzione illegale di armi da fuoco, racket ed usura. Sono questi alcuni dei reati di cui rispondono, a vario titolo, i fratelli Giuseppe e Andrea Attanasio, Marco Cozzolino e Luigi Di Perna, arrestati, ieri mattina, dalle forze dell’ordine. Il provvedimento doveva essere notificato anche a un quinto soggetto che, però, nel frattempo è deceduto. Si tratta di Gennaro Matteo, ucciso poco più di una settimana fa a Ponticelli nel corso di un agguato camorristico.

Particolarmente complessa, l’attività degli investigatori ha permesso di fare luce su alcuni gravissimi episodi di violenza avvenuti tra la periferia est di Napoli e il comune di San Giorgio a Cremano, dove abitano la maggior parte degli arrestati.

In particolare, grazie alle intercettazioni, è stato possibile ricostruire la dinamica di una sparatoria avvenuta in via della Villa Romana nel luglio del 2020 e in cui rimasero feriti Andrea Attanasio e Cozzolino. A sparare sarebbe stato il fratello di Attanasio, Giuseppe che, insieme ad almeno un soggetto non ancora identificato dopo aver intercettato lo scooter su cui viaggiavano le vittime aprì il fuoco, colpendole entrambe. Tuttavia, anche l’aggressore sarebbe stato oggetto dei colpi esplosi dal fratello e da Cozzolino. Il movente di questa faida familiare non è, tuttavia, emerso anche se gli investigatori, nel provvedimento cautelare, scrivono che la sparatoria fu la conseguenza di forti dissapori tra i due Attanasio.

Nessun dubbio, invece, sembra esserci sulle responsabilità di Giuseppe Attanasio e Gennaro Matteo in alcune violente aggressioni avvenute nei mesi passati ai danni di persone da cui i due pretendevano la consegna di forti somme di denaro. In particolare, nel marzo scorso, i due ras si resero protagonisti di un violento pestaggio dinanzi a un bar di San Giorgio a Cremano. Nel mirino dei due, un piccolo imprenditore, cui era stata avanzata una richiesta estorsiva di 50.000 euro, e un suo amico. Ad avere la peggio è stato proprio quest’ultimo, colpito con calci e pugni per essersi rifiutato di salire sull’auto per discutere del ‘debito’ che il suo amico aveva nei confronti dei due estorsori. Ben più grave quanto accaduto a un altro piccolo imprenditore finito nelle grinfie di Attanasio e Matteo a causa di un prestito che questi gli avevano elargito nei mesi precedenti.

L’uomo, affetto da gravi problemi di salute, era stato costretto a ricorrere ad Attanasio, chiedendogli in prestito la somma di 10.000 euro, prestito che gli era stato concesso ma a un tasso usuraio. L’uomo, infatti, fino alla restituzione della somma in un’unica soluzione, avrebbe dovuto versare al ras 800 euro al mese. Tuttavia, il denaro non sarebbe stato sufficiente per le cure e l’imprenditore, ancora una volta, fu costretto a rivolgersi ai suoi aguzzini chiedendo altri soldi, 20.000 euro. Questa volta l’interesse fissato era di 2.500 euro mensili. Non è tutto. La vittima, a un certo punto, fu obbligata a restituire tutto il denaro ricevuto in prestito. Dinanzi alla sua impossibilità, scattò la ritorsione. Accompagnato in un box auto con la scusa di un incontro, fu brutalmente picchiato da Attanasio e Matteo con quest’ultimo che, per impedire che urlasse, gli sferrò un violento pugno sulla bocca mentre il compare lo percuoteva con un bastone. Ieri mattina, però, la fine dell’incubo con la cattura degli aguzzini.

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