Vaccini Covid a Napoli: «Io soggetto fragile ricoverato senza farmaco e le Asl litigano da sei mesi»

Vaccini Covid a Napoli: «Io soggetto fragile ricoverato senza farmaco e le Asl litigano da sei mesi»
di Maria Chiara Aulisio
Lunedì 23 Agosto 2021, 23:00 - Ultimo agg. 24 Agosto, 16:29
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Gennaro Ippolito, 66 anni, agente di commercio, è ricoverato da sei mesi presso la casa di cura per riabilitazione Clinic Center a Fuorigrotta. È stato operato d’urgenza - due volte - per guarire da una compressione acuta del midollo spinale che lo ha paralizzato da un giorno all’altro. Adesso, non senza difficoltà, sta cercando di rimettersi in sesto grazie a una serie di terapie quotidiane per recuperare l’uso di braccia e gambe. Un percorso lungo e complesso che Gennaro sta affrontando con tenacia e determinazione: vuole riprendersi la sua vita ancora giovane, godersi gli amici e la famiglia, e non intende mollare proprio adesso che sembra intravedere una via di uscita. Ma c’è un problema, o meglio: un altro problema, che - se è possibile - sta rendendo il suo percorso ancor più difficile. 

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Qual è?
«Il vaccino». 

Si spieghi meglio.
«Non l’ho fatto».  

Neanche la prima dose?
«Nemmeno quella». 

Eppure lei è un soggetto fragile.
«Talmente fragile che sono ricoverato da mesi e da qui non posso muovermi.

Per questa ragione sembra che non abbia diritto alla fiala».  

Naturalmente è iscritto alla piattaforma.
«Ma certo. È la prima cosa che ho fatto appena hanno dato il via libera alla campagna vaccinale per i “fragili”. Mi ero illuso che bastasse». 

Invece?
«Niente. O vado con le mie gambe o non viene nessuno. Peccato che non mi posso alzare. L’ho detto ai signori della Asl che sarei ben felice di vestirmi, uscire, prendere l’auto e andare dove vogliono loro. Purtroppo non è possibile». 

Eppure le vaccinazioni a domicilio sono previste, e dovute, per chi non è in condizioni di arrivare negli hub.
«Non so quante volte l’ho sentito e l’ho letto: è tutto previsto ma non per me. Recentemente lo ha ribadito pure il generale Figliuolo che è indispensabile raggiungere le persone anziane, e quelle fragili, che non sono state ancora vaccinate». 

È sicuro di aver inoltrato la richiesta nel modo giusto? Non è possibile che ancora nessuno sia venuto a immunizzarla.
«Invece è possibile. E vi spiego perché. L’ho capito dopo decine di mail che in queste settimane ho spedito a raffica a chiunque». 

Dica.
«Faccio una premessa: sono di Grumo Nevano. Origini che stanno determinando uno scaricabarile tra la Asl Napoli 1 e la Asl Napoli 2. La prima dice che il mio vaccino non è di sua competenza perché, appunto, sono di Grumo Nevano; la seconda pure dice che non è competenza sua: sono ricoverato a Napoli e se la piangesse la Napoli 1. Una follia». 

Veramente da non credere. Intanto però lei rischia il Covid.
«Quello sarebbe il colpo di grazia. Se mi infetto sono morto. Vi dirò di più: a breve, naturalmente in ambulanza, dovrò tornare al Monaldi per alcuni controlli. Senza la vaccinazione come faccio a entrare in un ospedale?». 

Ne ha parlato con i medici che l’hanno in cura al Clinic Center?
«Come no. Si sono dati tutti un gran da fare per cercare di risolvere il problema ma anche loro non hanno ottenuto niente. In questa vicenda, dovete credermi, ho coinvolto tutti. Dai vertici delle Asl, la uno e la due - a cui ho indirizzato non so quante mail, per non parlare delle telefonate - al medico di base, ai dottori della riabilitazione».  

Niente da fare.
«Zero. Ieri mattina mio figlio è andato per l’ennesima volta, di persona, alla Napoli 2, e per l’ennesima volta gli hanno detto che non è competenza loro. In tutti gli hub, dalla Mostra d’Oltremare alla Fagianera di Capodimonte, c’era già stato».  

Ma non era competenza loro.
«Esatto. Io vuless sapè di chi è sta competenza? La prossima lettera la mando direttamente a Figliuolo. Gliela voglio raccontare questa bella storia». 

Facciamo un passo indietro. Per quale ragione si trova al Clinic Center?
«È successo lo scorso febbraio. Sono andato a dormire sano e mi sono svegliato paralizzato: in 24 ore ho perso l’uso degli arti. Non muovevo più niente, funzionava solo il cervello». 

Che cosa le è accaduto?
«Schiacciamento del midollo spinale. Sono stato operato d’urgenza al Cardarelli. Poi mi hanno trasferito qui per la riabilitazione. Stavo recuperando anche abbastanza velocemente quando è subentrata una piaga sacrale: trasferimento al Monaldi e secondo intervento chirurgico». 

Tutto bene?
«Per fortuna sì. Ora sono di nuovo in riabilitazione, non so quanto tempo ci vorrà per recuperare le mie gambe ma sono pronto. Ce la farò. Se però mi ammalo di Covid è finita prima di cominciare». 

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