«È necessario, partendo dal fenomeno positivo del turismo, disegnare una nuova “visione produttiva” della città, mettendo in linea il turismo con l'artigianato, soprattutto artistico e tradizionale, offrendo servizi avanzati e moderni nel campo del benessere e del vivere civile e riscoprendo, in una visione dinamica e innovativa, antichi mestieri. Occorre cioè avere una nuova strategia utile a far diventare strutturale il flusso turistico. Per fare ciò sono necessarie competenze, collaborazione, e confronto con le categorie produttive. Noi come Claai ci siamo, se interpellati». Così in una nota la Claai, associazione dell’artigianato e della piccola e media impresa di Napoli e della Campania.
«Il cambiamento merceologico, la sostituzione di intere categorie che sta avvenendo a Napoli interessa molte zone della città, non solo il Vomero - prosegue la nota - Pensiamo a cosa è avvenuto e, per certi versi, sta ancora avvenendo al centro storico o in particolari aree come quella di piazza Mercato o del Borgo Orefici.
«Le attività legate al food, spesso allo street food, o all’accoglienza (b&b, case vacanze) - si legge ancora nel comunicato - sono spesso una risposta immediata e di corto respiro. Le prime misure adottate dalla Regione e dal Comune alla fine di luglio sono, seppur positive, parziali e sicuramente non risolutive del problema, soprattutto perché tendono a limitare e non a programmare. Ecco perché sollecitiamo entrambi gli enti a coinvolgere le diverse categorie produttive in un disegno più ampio per lo sviluppo turistico».