Geolier all'Università Federico II, intervista al rettore Matteo Lorito: «Incontro utile, invito esteso a Gratteri»

Martedì il rapper sarà ospite in ateneo, il rettore: «Credo nel dialogo formativo»

Matteo Lorito
Matteo Lorito
di Mariagiovanna Capone
Sabato 23 Marzo 2024, 23:31 - Ultimo agg. 25 Marzo, 07:27
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«Non voglio neppure sapere chi è il cantante, ma se si arriva a questo si deve mettere in discussione anche chi ha organizzato e cosa è diventato il percorso universitario, se non si ha la sensibilità che si devono portare all'università solo eccellenze, modelli di vita per la formazione dei ragazzi. Queste cose lasciano senza parole, se molla l’Università siamo alla fine». Le parole del procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri sono macigni e si riferiscono all’incontro di Geolier con gli studenti dell’Università Federico II. Il rettore Matteo Lorito non solo respinge ogni accusa, ma invita il procuratore Gratteri all’incontro previsto martedì pomeriggio nell’Aula Magna del campus di Scampia. 

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Rettore Lorito, come commenta queste dichiarazioni così dure? 
«Voglio cogliere in queste parole del procuratore capo, al quale va tutta la mia stima e sostegno per l’importante impegno assunto a Napoli, un elemento di preoccupazione sul dibattito organizzato tra Emanuele Palumbo e i nostri studenti. Ma mi sento di poterlo rassicurare pubblicamente, sia lui sia altre eventuali, e legittime, voci critiche su questa scelta».

In che modo? 
«Elencando ciò che l’Università Federico II è oggi. Un ateneo che ospita Barbero, Recalcati e sì, anche Geolier, accoglie 80mila studenti e produce migliaia di laureati apprezzati in tutto il mondo, svetta nelle classifiche di produttività scientifica e didattica, laurea i detenuti nel nostro polo penitenziario a Secondigliano, accoglie grandi scienziati e uomini della cultura, dello sport, premi Nobel, che si sforza di portare la sua opera riformativa e culturale, con grande apprezzamento a livello nazionale e internazionale, nei più importanti contesti accademici ma allo stesso modo lo fa nelle periferie difficili e disagiate. Tutti accettano i nostri inviti, indipendentemente dalla dimensione della loro fama. L’Università di oggi non è più quella nella quale abbiamo studiato noi, e meno male. Altrimenti non potremmo vantare 800 anni di storia sempre caratterizzati da cambiamenti e nuovi inizi. Non bisogna mai dimenticare che l’evoluzione delle università e del pensiero critico che in esse si genera e si riforma continuamente è il motore principale dell’evoluzione positiva delle nostre comunità. Bisogna che tutti lo comprendano, e si fidino delle nostre scelte: abbiamo dimostrato ampiamente la valenza delle nostre azioni e siamo un riferimento nazionale».

Perché ha invitato Geolier alla Federico II? 
«Per ascoltare la sua storia e confrontarci con lui. Non bisogna scandalizzarsi, ma capire che dibattere con i giovani su fenomeni come quello di Geolier, può aiutarci a trovare le chiavi per entrare dove non arriva la luce della cultura e della legalità, e quindi sostenere quel grande sforzo teso a smontare i modelli distruttivi potenziando l’azione sociale dell’Università. Ciò è esattamente l’incoraggiamento ricevuto del presidente Mattarella nella sua recente visita proprio a Scampia rispetto a quello che la Federico II sta facendo nelle periferie. Chiederemo a Emanuele di aiutarci a entrare in un mondo che sembra impermeabile alla cultura e alla formazione, al vivere secondo le regole della legalità». 

Geolier quindi è un esempio per i giovani? 
«Può diventare un nostro alleato, e i segnali ci sono tutti. Era al funerale di Giogiò, e pochi giorni fa ha inviato una lettera alla famiglia di Francesco Pio Maimone dai contenuti molto chiari: parla di abbandonare le armi, condanna il modello della violenza, elenca le paure di un giovane che teme ignoranza, incoscienza, emulazione. E seppure fosse una folgorazione sulla via di Damasco, ma non credo sia così, perché non dare una possibilità a questo ragazzo di dire la sua? Di sostenere la nostra azione educativa, visto che la sua parola oggi per i giovani è così tanto ascoltata? Non gli stiamo dando un premio o un riconoscimento accademico o chiesto di fare un concerto ma di esporsi, rispondendo senza filtri alle domande degli studenti. Accettando, Geolier ha dimostrato secondo me coraggio e maturità. E gliene siamo grati». 

Eppure in molti si sono scagliati contro questa scelta della Federico II. 
«Sono pienamente convinto di poter dimostrare, senza ombra di dubbio, che il ruolo dell’Università nella società oggi è molto più importante e decisivo di quello che era tanti anni fa, e che la Federico II celebra i suoi 8 secoli di storia da una posizione di straordinario prestigio, per nulla ridotto rispetto al passato. Insomma, siamo in grado di tranquillizzare visioni preoccupate, critiche, fosche: i nostri giovani sono assolutamente in buone mani. Naturalmente saremmo felicissimi e onorati se il procuratore Gratteri volesse partecipare all’evento o accogliesse l’invito di venire a incontrare i nostri studenti e il nostro corpo docente, in quella o in un’occasione dedicata».