Teatro San Carlo di Napoli, c'è l'accordo: Fuortes sovrintendente

Oggi il consiglio di indirizzo del teatro, pieno consenso da parte dei componenti

Carlo Fuortes
Carlo Fuortes
Maria Pirrodi Maria Pirro
Mercoledì 26 Luglio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 18:11
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Il teatro lirico di Napoli per Carlo Fuortes è «il più antico e più bello del mondo»: «Sarebbe per me un piacere e un onore straordinario» guidarlo e «contribuire ad arricchire la grandiosa storia artistica e musicale». L’ex amministratore delegato della Rai ha già parlato chiaro, il 12 maggio scorso, mostrando interesse a occupare la poltrona di sovrintendente lasciata libera suo malgrado da Stéphane Lissner, e dettando precise condizioni, dopo le polemiche, per accettare l’incarico. Il 63enne romano ha chiesto ampio consenso, fino a ottenerlo. La proposta ufficiale gli verrà presentata al termine della riunione del consiglio di indirizzo convocato in mattinata dal suo presidente, il sindaco Gaetano Manfredi, che ha messo tutti d’accordo. 

Anche la Regione, voce più critica rappresentata dall’economista Riccardo Realfonzo, si esprimerà a favore, segnando a verbale però i rilievi al bilancio, dalle spese extra alle procedure per le assunzioni, affinché le singole voci vengano prese in considerazione ed esaminate con attenzione. E da Alessandro Barbano, giornalista, direttore del «Corriere dello sport» e scrittore, che ha contestato apertamente il metodo utilizzato per la sostituzione, ma non la scelta. Di «uno dei più grandi professionisti di questo settore, sicuramente una persona di grande qualità», lo ha definito Manfredi, evitando di pubblicare un avviso perché candidati potessero farsi avanti. 

Prima di approdare a Viale Mazzini, Fuortes ha diretto e amministrato l’Opera di Roma e il Petruzzelli di Bari. «Per un personaggio che ha quel livello di titoli, la manifestazione di interesse sarebbe quasi un insulto. Lo statuto del San Carlo peraltro prevede questo tipo di procedura, cioè la possibilità di una nomina diretta», ragiona a voce alta un componente del consiglio di indirizzo. Scontato il parere del manager Mariano Bruno (in quota Città metropolitana), cui si aggiungerà, per raggiungere l’unanimità, il voto di Marilù Faraone Mennella, come Barbano designata da Dario Franceschini, l’ex ministro della Cultura. Solo il suo successore in carica, Gennaro Sangiuliano, potrebbe esercitare potere di veto, ma non lo farà, anche perché si deve al governo la precisa intenzione di mandare in «pensione» per decreto Lissner, dal primo giugno costretto a lasciare in anticipo anziché a scadenza di contratto (ad aprile 2025), poiché 70enne: nel nuovo dispositivo, diventato legge, il limite di età degli stranieri è equiparato a quello già stabilito per gli italiani. 

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Il cambio delle regole senza tener conto del mandato in corso ha spinto il francese, già al vertice della Scala e dell’Opera di Parigi, a fare ricorso, valutando qualsiasi iniziativa a sua tutela, e citando in un documento anche il «presidente della Rai», ovvero Fuortes, che si è poi dimesso, sbloccando la partita delle nomine targate Meloni. Per questo, già allora Fuortes era dato per favorito al San Carlo, come contropartita, nell’ambito dello spoils system. Tirato in ballo al punto da spingerlo, il 12 maggio, a intervenire ricordando che il lirico «da quasi 300 anni rappresenta la storia dell’opera italiana. E la sua nobile tradizione è continuata fino all’attuale gestione di Stéphane Lissner... Per la città di Napoli, pur ricca di un patrimonio culturale vastissimo e inestimabile, costituisce forse il luogo più simbolico e identitario. Dunque va trattato come tale: con l’attenzione e il rispetto che si deve a una grande istituzione pubblica. E, di riflesso, il sovrintendente che la guida deve avere un sostegno largo e condiviso da parte di tutta la collettività». Certo, il rapporto con i sindacati dipenderà dal rispetto degli impegni presi dal suo predecessore e confermati dal sindaco pur di bloccare gli scioperi. Ma «l’era Fuortes sta per cominciare. Finalmente. Siamo fiduciosi e speriamo bene», afferma, Amedeo Laboccetta, uomo di destra, presidente del Polo Sud, che apre un nuovo fronte di accuse.

Con Lissner ancora nel mirino per i contratti (e i compensi) firmati in vista della prossima stagione. 

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