Sono 3 i progetti della Federico II finanziati con quasi 4 milioni di euro dal FIS - Fondo Italiano per la Scienza 2021. La graduatoria è stata appena pubblicata. In tutto ne sono stati selezionati 47 per uno stanziamento totale di 50 milioni di euro del Ministero dell’Università e della Ricerca. Al primo bando del FIS, emanato nel 2021, erano stati presentati 1912 progetti.
Il Fondo ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo della ricerca fondamentale sul modello dell’ERC - European Research Council, prestigioso programma dedicato alla ricerca di base.
Ecco le spiegazione dei tre proggetti:
Il professore Francesco Loreto spiega così il progetto «Plants talk, but do they listen? Deciphering volatile organic compounds (VOC)-based plant alphabet - VOCVOX»: «È noto che le piante emettono sostanze volatili (VOC) che servono a comunicare con altri organismi, per esempio gli insetti impollinatori o gli erbivori. Sembra che i VOC possano anche giocare un ruolo nelle relazioni tra le piante, veicolando messaggi di vario tipo (attrazione, repulsione, protezione, informazione e «avviso») dalle piante emittenti a quelle riceventi. Ma come VOCVOX fanno le piante a sentire i VOC? Noi animali abbiamo un naso e un sistema neurale per decodificare il messaggio olfattivo. Ma le piante? Lo scopo del progetto è appunto capire se le piante hanno un naso, e come funziona. Queste informazioni renderanno possibili pratiche sostenibili di protezione delle piante migliorando la produttività delle colture e il benessere dell’ecosistema agricolo», conclude.
«L’interesse del nostro gruppo è focalizzato sullo studio della dinamica e del funzionamento dei vari compartimenti di membrana all’interno delle nostre cellule – racconta la professoressa Antonella De Matteis parlando del progetto «COMPELLING - COronavirus-induced Membrane ProtEin and Lipid remodeLING»-. In generale i virus usano e rimodellano tali compartimenti per invadere le cellule, per replicarsi e per propagarsi alle cellule vicine. Fin dall’esordio della pandemia COVID-19 ci siamo però resi conto di quanto poco si conoscesse sulla strategia messa in atto dal virus SARS-CoV-2 per usare e rimodellare a proprio vantaggio le membrane della cellula ospite e abbiamo deciso di mettere le nostre competenze al servizio di questa emergenza sanitaria globale».
«ABYNE» si propone di offrire nuovi spunti di riflessione sulla retorica medio-bizantina (843-1204), partendo da un’analisi dell’attività esegetica attorno al cosiddetto «Corpus Hermogenianum», un insieme di trattati retorici attributi a Ermogene di Tarso – spiega la professoressa Aglae Pizzone -. Tramite la pubblicazione e lo studio di testi finora inediti o poco noti, Abyne intende contribuire al dibattito sullo statuto epistemico della retorica e le «due culture» - umanistica e scientifica. Nel corso di cinque anni, un team di cui faranno parte oltre alla PI, anche il professore Roberto Delle Donne (Storia Medievale), la dottoressa Nicoletta Rozza (Letteratura latina medievale e umanistica) e la dottoressa Michela Ponticorvo (Psicometria) tutti del Dipartimento di Studi Umanistici della Federico II, insieme ad 2 RTDA, un assegnista e due dottorandi, indagherà le riflessioni teoriche ed etiche sulla natura del linguaggio stimolate dal corpus, mostrando come la lettura creativa e transgenerazionale di un manuale abbia finito per fornire strumenti cognitivi trasversali, contribuendo così a plasmare un’intera cultura».