Comune di Napoli, record negativo per le fatture dei creditori «Qui servono 173 giorni»

Ecco l’analisi del Centro studi enti locali

È record negativo per le fatture dei creditori
È record negativo per le fatture dei creditori
di Antonio Vastarelli
Mercoledì 7 Febbraio 2024, 02:22 - Ultimo agg. 07:25
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Per i creditori del Comune di Napoli arrivano, insieme, una buona notizia ed una cattiva: l’ente è, infatti, il capoluogo di provincia italiano che ha accorciato di più i tempi di pagamento delle fatture dal 2022 al 2023, con una riduzione di oltre due mesi. Al tempo stesso però risulta, ancora una volta, la grande città italiana con i tempi medi di pagamento più lunghi. Nel 2023, infatti, Napoli ha saldato i propri debiti, mediamente, in 173 giorni: poco meno di 6 mesi, con un ritardo di 143 giorni rispetto all’obiettivo massimo dei 30 giorni fissato dalla legge. La speranza, però, è che la dinamica positiva possa proseguire: nel 2022, infatti, la media per il saldo delle fatture era stata di 236 giorni (quasi 8 mesi), nel 2021 di 258 giorni (circa 8 mesi e mezzo), nel 2020 aveva superato gli 11 mesi (344 giorni) e nel 2019 i debiti erano stati saldati mediamente oltre i 14 mesi (ben 425 giorni dall’emissione delle fatture). In 5 anni, quindi, i tempi di pagamento si sono ridotti di circa il 60%; nell’ultimo biennio anche grazie alla boccata di ossigeno arrivata dal Patto per Napoli siglato nel 2022 dal Comune, guidato dal sindaco Gaetano Manfredi, con il governo Draghi: insomma, l’obiettivo dei 30 giorni sembra ancora lontano, ma non irraggiungibile.

La fotografia è stata scattata dal Centro Studi Enti Locali, sulla base dei dati che le amministrazioni pubbliche sono tenute a pubblicare, entro il 31 gennaio di ogni anno, comunicando l’indice annuale di tempestività dei pagamenti dei debiti commerciali, riferito ai 12 mesi precedenti. Quest’anno 31 Comuni (il 27% del totale) non hanno fornito i risultati entro il termine fissato, mentre il dato di Palermo (che comunica una performance anche superiore a Napoli, con una riduzione media dei tempi di pagamento di 93 giorni rispetto ai 63 del capoluogo campano) viene ritenuto dallo stesso Centro Studi incongruo e, quindi, potenzialmente errato.

Allargando lo sguardo sugli 83 enti che hanno reso pubblici i propri risultati, emerge un generale miglioramento della situazione, con un tendenziale accorciamento dei tempi di pagamento e una riduzione media di 4 giorni nell’arco del 2023, rispetto al 2022. I fornitori di questi capoluogo di provincia sono stati pagati, mediamente, in 27 giorni: è stato centrato quindi l’obiettivo fissato dal decreto legislativo 231 del 2002, che prevede che i debiti commerciali debbano essere saldati entro 30 giorni dalla data di ricezione della fattura o richiesta di pagamento (salvo casi particolari, che estendano il limite a 60 giorni).

La media nasconde, però, una realtà a due facce. Risulta, infatti, ancora notevole lo scarto tra amministrazioni delle varie aree del Paese: i creditori dei capoluoghi di provincia del Centro-Nord, ad esempio, vengono pagati mediamente un mese prima rispetto a quelli di enti del Sud e delle Isole. Le amministrazioni centro-settentrionali pagano, infatti, in circa 19 giorni dalla ricezione della fattura, mentre quelle meridionali in 49,7. Sul podio dei comuni capoluogo virtuosi ci sono Pordenone, Padova e Grosseto che, nel 2023, hanno saldato i propri debiti in poco più di 8 giorni, con oltre 21 giorni di anticipo rispetto al tempo massimo concesso dal nostro ordinamento. Nella parte bassa della classifica, invece, a precedere Napoli, che occupa l’ultimo gradino, c’è Chieti, che ha impiegato mediamente 3 mesi a saldare i propri debiti (92 giorni, contro i 99 del 2022). Terz’ultima, è Catania con 66 giorni (contro i 70 del 2022). Tornando in Campania, ottima la performance di Benevento, che quasi centra l’obiettivo, pagando in poco meno di 32 giorni (-14 rispetto al 2022). Migliorano anche Salerno (che scende da 73 a 41 giorni) e Caserta (da 85 a 63). Non ha comunicato i dati, invece, Avellino.