Napoli, stop tavolini e friggitorie selvagge nel centro storico: «Preserviamo la nostra identità»

«Vogliamo che la nostra città conservi le sue caratteristiche e non si creino quei fenomeni distorsivi che ne modifichino la natura»

Niente più tavolini e friggitorie selvagge nel centro storico di Napoli
Niente più tavolini e friggitorie selvagge nel centro storico di Napoli
di Alessio Liberini
Giovedì 27 Luglio 2023, 14:50 - Ultimo agg. 28 Luglio, 07:30
4 Minuti di Lettura

Addio a sprizzerie, pizzetterie e friggitorie selvagge. Il Comune di Napoli, attraverso un’apposita delibera presentata oggi, chiude il pacchetto normativo per tutelare il centro storico protetto dall’Unesco. Dopo la regolamentazione per tavolini e dehors, Palazzo San Giacomo stoppa l’apertura di nuove attività alimentari e di somministrazione per i prossimi tre anni.

Le limitazioni alle aperture incontrollate delle attività di food and beverage, partorite in sinergia con le associazioni di categoria d'intesa con la Regione Campania e in accordo con la Soprintendenza, interesseranno una buona fetta del centro antico e le sue aree buffer, in particolare le zone di rilevante valore storico, artistico e paesaggistico dove al momento si contano addirittura 1.555 attività legate al mondo della ristorazione e della movida.

«Se perdiamo la nostra identità perdiamo noi stessi e le nostre radici», spiega il sindaco Gaetano Manfredi illustrando i provvedimenti volti a frenare l’impulsivo turismo di massa che in questi anni ha travolto il capoluogo campano. Il provvedimento dell’amministrazione cittadina, oltre a contrastare la smisurata gentrificazione che ha coinvolto interi quartieri di Napoli, si è reso necessario anche per preservare la qualità della vita dei residenti e la tutela delle attività tradizionali. Un caso emblematico, in tal senso, è quello della celebre strada della musica di via San Sebastiano dove la costante apertura di bar e rosticcerie ha generato la quasi estinzione degli storici negozi di dischi e strumenti musicali. 

«Vogliamo che la nostra città conservi le sue caratteristiche e non si creino quei fenomeni distorsivi che ne modifichino la natura» motiva Manfredi. «Chi viene a Napoli – prosegue il primo cittadino - lo fa per la varietà della città, il mix sociale del nostro centro storico, la varietà dell'offerta commerciale e ricettiva.

Se perdiamo questo equilibrio perdiamo anche la capacità attrattiva e paradossalmente non aumentiamo il numero di turisti, ma lo perdiamo. Dobbiamo governare questo processo molto importante, è una grande risorsa finanziaria. Nel 2022 siamo stati la sesta città d'Italia per movimento d'affari legato al turismo. È una cosa che rappresenta un volano indispensabile per la crescita economica della città».

Per tale ragione il Comune ha scelto di dedicare una speciale attenzione alla tutela della strada dei pastori di via San Gregorio Armeno. Dove il vincolo interesserà tutti gli esercizi commerciali non legati alla produzione artigianale delle statuette famose in ogni angolo del globo.

«Era una richiesta espressa dagli stessi presepisti – precisa l'assessora al Turismo e alle Attività produttive, Teresa Armato – in accordo con le associazioni di categoria, l’anno prossimo vedremo se sarà il caso di inserire in questa totale tutela anche altre strade cittadine proprio per rilanciare le nostre eccellenze legate alla cultura e all’artigianato». Tra le aree al momento papabili ci sono il Borgo degli Orefici e la zona delle librerie di Port'Alba. «Bisogna fare uno studio più profondo che giustifichi la posizione del vincolo commerciale da parte della Soprintendenza: per il momento abbiamo salvato i pastori gli altri li salveremo dopo» chiarisce il sindaco Manfredi.

Video

Nel mentre, le delibere non escludono diverse eccezioni attraverso una serie di deroghe che consentono l'apertura di attività di somministrazione e vendita in stazioni dei mezzi pubblici, istituti scolastici, luoghi culturali e persino nelle strutture ricettive alberghiere ma solo «in forma accessoria rispetto all'attività principale».

Cosa succede invece agli imprenditori che avevano già avviato l’iter per l’apertura di un esercizio legato al food nei luoghi dove da oggi sarà vietato alzare le saracinesche? «Abbiamo pensato ad una protezione» rassicura l’assessora Armato. «Per chi ha già fatto investimenti – osserva – sarà possibile proseguire in un tempo determinato ma ad alcune condizioni stabilite nella delibera. Così come sarà possibile cambiare attività o riaprire la stessa li dove dovesse chiudere una di quelle già presenti: bisogna proteggere e implementare il turismo e il commercio. Dare delle regole aiuta sia il bravo commerciante che il turista che vuole vedere Napoli». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA