Il Pd riporta a casa Alessia Quaglietta e torna a essere il primo gruppo di opposizione in Consiglio comunale. La consigliera sei mesi fa - assieme a Diego Venanzoni - lasciò il Pd per entrare nel gruppo «La Città» dove ad aspettarli ci stava Roberto Giova. Tutti e tre formarono il gruppo dei deluchiani alla pari con il Pd: tre consiglieri a testa. I democratici non la presero esattamente bene e gridarono al tradimento per il doppio scippo. La mossa di Marco Sarracino, il segretario dem, di tendere di nuovo la mano verso la Quaglietta è una rivincita del segretario più che un passaggio all'interno della stessa casa politica. Nella sostanza ha il sapore di una spallata al governatore Vincenzo De Luca. È come se il partito metropolitano stesse dicendo al governatore: «Il candidato sindaco di Napoli lo scegliamo insieme, anzi lo sceglie il partito cittadino ascoltando tutti senza veti così come le alleanze». Cambia - e non poco - la geografia politica dell'Aula con il Pd che torna a essere determinante come guida dai banchi delle opposizioni con i suoi 4 eletti: il doppio dei deluchiani e del M5S, uno in più di Fi e dei renziani di Iv.
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NUOVI EQUILIBRI
Uno scenario nuovo che interessa il sindaco Luigi de Magistris che si giocherà la poltrona tra il 9 e il 13 quando ci sarà la doppia seduta - l'ultima possibile - sul bilancio dove se il documento non verrà approvato si scioglierà l'Assemblea cittadina e tutti a casa.
LE MANOVRE
I dem guardano alle amministrative di Napoli e tutte le mosse e le strategie messe in campo sono rivolte tutte a quell'obiettivo. In palio c'è la terza città d'Italia. E che il candidato sia un ministro dem come Amendola o Manfredi o molto più probabilmente Roberto Fico - per rafforzare l'alleanza di Governo non solo a Napoli ma nel resto del Paese - è secondario: conta solo vincere. Va letto in questa direzione l'incontro che Sarracino avrà con dieci sigle tra civiche e associazioni di domani tra cui i Ricostituenti. Tra i quali ci sono molti ex arancioni pentiti che l'ex pm lo hanno già mollato, ma che ritengono a sei mesi dalla fine della consiliatura non utile mandarlo a casa prima del tempo. E il Pd qualche calcolo lo sta facendo perché ha ben presente che nel campo di centrosinistra ci sono molti attori. Atteso che Antonio Bassolino non è intenzionato a fare passi indietro, gradirebbero quello di de Magistris. Cioè ritirare la candidatura della Clemente e tornarsi a sedere al tavolo del centrosinistra con dentro il M5S. A queste condizioni i dem sono ancora disposti ad ascoltare il sindaco. Uno spiraglio piccolissimo perché le percentuali a oggi sono queste: al cento per cento de Magistris non ha i numeri per approvare il bilancio e infatti sta cercando di acchiappare singoli consiglieri. E al 99,99% periodico i dem - se non ci sarà questa apertura non avranno dubbi nel mandarlo a casa prima del tempo.