Napoli, il Pd cresce in Consiglio: ripescata una dissidente

Napoli, il Pd cresce in Consiglio: ripescata una dissidente
di Luigi Roano
Mercoledì 2 Dicembre 2020, 10:09
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Il Pd riporta a casa Alessia Quaglietta e torna a essere il primo gruppo di opposizione in Consiglio comunale. La consigliera sei mesi fa - assieme a Diego Venanzoni - lasciò il Pd per entrare nel gruppo «La Città» dove ad aspettarli ci stava Roberto Giova. Tutti e tre formarono il gruppo dei deluchiani alla pari con il Pd: tre consiglieri a testa. I democratici non la presero esattamente bene e gridarono al tradimento per il doppio scippo. La mossa di Marco Sarracino, il segretario dem, di tendere di nuovo la mano verso la Quaglietta è una rivincita del segretario più che un passaggio all'interno della stessa casa politica. Nella sostanza ha il sapore di una spallata al governatore Vincenzo De Luca. È come se il partito metropolitano stesse dicendo al governatore: «Il candidato sindaco di Napoli lo scegliamo insieme, anzi lo sceglie il partito cittadino ascoltando tutti senza veti così come le alleanze». Cambia - e non poco - la geografia politica dell'Aula con il Pd che torna a essere determinante come guida dai banchi delle opposizioni con i suoi 4 eletti: il doppio dei deluchiani e del M5S, uno in più di Fi e dei renziani di Iv.

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NUOVI EQUILIBRI
Uno scenario nuovo che interessa il sindaco Luigi de Magistris che si giocherà la poltrona tra il 9 e il 13 quando ci sarà la doppia seduta - l'ultima possibile - sul bilancio dove se il documento non verrà approvato si scioglierà l'Assemblea cittadina e tutti a casa.

Ma prima di approfondire vale la pena di capire le motivazioni della Quaglietta per questo rientro nella casa madre dove era stata eletta: «Dopo una ampia riflessione ho manifestato al Pd la richiesta di aderire al gruppo consiliare comunale e in Città metropolitana. Ritengo che nei partiti si possa davvero incidere in maniera positiva per cambiare i destini e le sorti della nostra città». Insomma, una riflessione con la quale prende le distanze da «logiche che non mi appartengono». Nuovi equilibri anche in Città metropolitana con il Pd determinante che alla fine con l'astensione ha fatto passare al sindaco metropolitano de Magistris una serie di provvedimenti che tutta l'Assemblea di Santa Maria la Nova voleva. Fondi - una quindicina di milioni - per scuole, coste e altro di cui tre al San Carlo. «C'è molto lavoro da fare - conclude Quaglietta - in vista delle prossime elezioni amministrative. Il mio contributo è a disposizione di tutta la comunità del Pd».


LE MANOVRE
I dem guardano alle amministrative di Napoli e tutte le mosse e le strategie messe in campo sono rivolte tutte a quell'obiettivo. In palio c'è la terza città d'Italia. E che il candidato sia un ministro dem come Amendola o Manfredi o molto più probabilmente Roberto Fico - per rafforzare l'alleanza di Governo non solo a Napoli ma nel resto del Paese - è secondario: conta solo vincere. Va letto in questa direzione l'incontro che Sarracino avrà con dieci sigle tra civiche e associazioni di domani tra cui i Ricostituenti. Tra i quali ci sono molti ex arancioni pentiti che l'ex pm lo hanno già mollato, ma che ritengono a sei mesi dalla fine della consiliatura non utile mandarlo a casa prima del tempo. E il Pd qualche calcolo lo sta facendo perché ha ben presente che nel campo di centrosinistra ci sono molti attori. Atteso che Antonio Bassolino non è intenzionato a fare passi indietro, gradirebbero quello di de Magistris. Cioè ritirare la candidatura della Clemente e tornarsi a sedere al tavolo del centrosinistra con dentro il M5S. A queste condizioni i dem sono ancora disposti ad ascoltare il sindaco. Uno spiraglio piccolissimo perché le percentuali a oggi sono queste: al cento per cento de Magistris non ha i numeri per approvare il bilancio e infatti sta cercando di acchiappare singoli consiglieri. E al 99,99% periodico i dem - se non ci sarà questa apertura non avranno dubbi nel mandarlo a casa prima del tempo.
 

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