Napoli, sanità precaria: «A rischio 1.300 operatori socio-sanitari»

I sanitari assunti dalle cooperative pretendono che venga applicato il loro diritto di stabilizzazione dopo i mesi in prima linea durante la pandemia

L'incontro nella prefettura di Napoli
L'incontro nella prefettura di Napoli
di Emma Onorato
Mercoledì 19 Luglio 2023, 14:22 - Ultimo agg. 14:50
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Circa una decina di giorni fa, diversi lavoratori del personale sanitario e socio-sanitario avevano avviato una protesta davanti all’ingresso dell’Ospedale Pellegrini, per far valere il loro diritto alla stabilizzazione dopo i mesi passati in prima linea contro il Covid-19.

Il loro appello si basa su una legge (art. 1 comma 268, lettera C della legge 234/2021) che consente l'assunzione diretta di quei dipendenti a tempo determinato che hanno svolto almeno 18 mesi di servizio tra il 31 gennaio 2020 ed il 30 giugno 2021. «Siamo partiti dal Pellegrini, ovvero la struttura dove operiamo - spiega Massimo Sette, operatore socio sanitario del Gruppo Imprese Sociali Gesco - poi ci siamo spostati al Frullone, presso la Direzione Generale dell'Asl, dove avremmo voluto incontrare il direttore Verdoliva, ma non è stato possibile perché era impegnato in altre cose».

Così - a seguito delle unite richieste - ieri pomeriggio è stato fissato un incontro in Prefettura dove sono state convocate: ATI Gesco e raggruppamento cooperative Solco Napoli , Icaro, Protos, varie Organizzazioni Sindacali e la Direzione Generale dell’ASL Napoli1 Centro. «Le richieste che faremo in Prefettura sono sempre le stesse - puntualizza l'Oss Massimo Sette - vorremmo avere un confronto con il direttore generale dell'Asl Napoli 1 per capire per quale motivo non vuole attivare questa legge; una legge a cui il direttore del Santobono ha già aderito, così come è stato fatto anche in altre Regioni d'Italia, come in Liguria».

Da quanto spiega il presidente del Gruppo Sociale Gesco, Sergio D'Angelo, che ha preso parte all'incontro in Prefettura, l'Asl Napoli 1 è intenzionata a far scorrere le graduatorie: «Graduatorie attese da tempo e che sono il legittimo risultato di concorsi fatti dall'Asl, quindi lungi da noi l'idea di contestare i concorsi o l'implementazione del personale sanitario e socio-sanitario, ma il punto è un altro - chiosa D'Angelo - Il Gruppo Imprese sociali Gesco, insieme all'Asl Napoli 1 - e ancor prima con le Usl territoriali - intrattiene un rapporto per servizi di riabilitazione psico-sociale da circa 40 anni».

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Un impegno nel sociale che abbraccia una larga utenza: bambini, adolescenti, giovani famiglie, disabili, sofferenti psichici, extracomunitari, tossico dipendenti, detenuti e vittime di violenze e abusi. Le finalità operative sono in un'ottica di integrazione delle risorse territoriali e di promozione dello sviluppo locale: «Nessuno può sospettare che lo si faccia in sostituzione della funzione pubblica, abbiamo dato un contribuito per complementare il Servizio Pubblico e per potenziare la capacità di risposta dello stesso», precisa D'Angelo. Quindi in una logica di forte integrazione tra il Terzo Settore e il Pubblico. «Lo abbiamo fatto per decenni e crediamo di poterlo fare utilmente, e in modo prezioso, anche per il Pubblico - chiosa il presindente del Gruppo Gesco - Se non si procede in questo modo, si rischia di creare un'ulteriore dramma sociale che andrebbe ad aggiungersi - e ad aggravare - quelli già esistenti». Ed ecco il nodo della questione: «Si metterebbe in discussione la qualità dei servizi e i livelli occupazionali di ben 1300 operatori che prestiamo ogni giorno all'Asl», conclude D'Angelo in riferimento a quelle figure professionali che ricoprono il ruolo di Oss, psicologi, assistenti sociali ed educatori che operano sul territorio, e che -  ad oggi - sono ancora precari.

Ma tale confronto non è stato possibile in quanto - da quanto ci viene riferito dall'Oss Massimo Sette - Ciro Verdoliva non si è presentato all'incontro in Prefettura.

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