Napoli, 135 lavoratori ferroviari assunti e licenziati: «Mai messo piede in azienda»

Un treno ETR 500 (Frecciarossa) a cui avrebbero lavorare i dipendenti di Caf Italia
Un treno ETR 500 (Frecciarossa) a cui avrebbero lavorare i dipendenti di Caf Italia
di Gennaro Morra
Martedì 29 Ottobre 2019, 08:12 - Ultimo agg. 08:13
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Firmare un contratto di lavoro ed essere licenziati nel giro di sei mesi senza aver mai messo piede in azienda. È quanto è successo a 135 lavoratori napoletani assunti tra gennaio e giugno di quest’anno da Caf Italia, società appartenente al gruppo spagnolo Construcciones y Auxiliar de Ferrocarriles, che opera nel settore della produzione e manutenzione di materiale rotabile. La ditta si era impegnata a reclutare nuove maestranze dopo essersi aggiudicata, nel dicembre 2018, un appalto con Trenitalia per la manutenzione preventiva e correttiva dei convogli ETR 500, che il pubblico conosce con la denominazione di Frecciarossa. Una gara di appalto europea a cui Caf ha partecipato insieme a Hitachi Rail Italy, che deteneva la commessa con Sitav e che aveva presentato un’offerta economicamente meno vantaggiosa.

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Una volta firmato il contratto di manutenzione con Trenitalia, Caf provvede ad assumere 244 lavoratori in tutta Italia con contratto a tempo indeterminato. Ma nel frattempo Hitachi ricorre in tribunale, sostenendo che la gara di appalto è stata irregolare e che l’azienda vincitrice non aveva i requisiti giusti per aggiudicarsi la commessa. I primi due gradi di giudizio danno torto agli sconfitti, poi una sentenza del Tar del Lazio, arrivata il 3 luglio e pubblicata il 3 ottobre, ribalta quelle decisioni: i giudici della terza sezione del tribunale romano hanno riscontrato gravi lacune nell’offerta presentata da Caf, peraltro già evidenziate dalla Commissione aggiudicatrice della gara, che Trenitalia non aveva ritenuto ostative per la chiusura dell’accordo.

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Per effetto di questa sentenza il contratto stipulato tra Trenitalia e Caf non è più valido, quindi quest’ultima ha annunciato il licenziamento di 233 lavoratori, di cui 135 solo a Napoli: «Insieme a mio fratello siamo stati assunti da Caf Italia dopo aver superato diversi colloqui e test attitudinali, ma non abbiamo mai potuto iniziare a lavorare, pur ricevendo regolarmente lo stipendio e perfino i buoni pasto – racconta Giorgio, uno dei lavoratori napoletani –. Purtroppo, il ricorso di Hitachi impediva il passaggio di consegne ed eravamo costretti a restare a casa. Poi è arrivata questa sentenza del Tar e Caf ha avviato la procedura di licenziamento, un altro schiaffo alla città». Una decisione dei giudici che non convince: «Accusano Caf di non avere le giuste competenze e di impiegare manovalanza spagnola, ma non è vero – spiega ancora il 44enne –. Veniamo dall’ambito ferroviario e siamo tutti napoletani».
 
 

In verità nel dispositivo emanato dal Tribunale Amministrativo del Lazio si rileva che, secondo quanto scritto nel regolamento della gara d’appalto, Caf Italia avrebbe dovuto avere nei suoi ranghi le figure professionali necessarie a gestire il servizio già al momento della presentazione dell’offerta e non dichiarare che le avrebbe assunte in seguito all’eventuale aggiudicazione della commessa. Infatti, dopo la firma del contratto con Trenitalia, sono stati molti i lavoratori che da Hitachi e altre aziende del settore sono passati con Caf. E ora anche loro si ritrovano disoccupati e senza il diritto agli ammortizzatori sociali.

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Una vicenda che ha il sapore della beffa e a cui il consigliere regionale M5S, Gennaro Saiello, sta cercando di dare una svolta positiva: «Mi sono subito attivato in questo senso – ha detto il vicepresidente della Commissione Affari Generali e Istituzionali, segretario della Commissione Bilancio e membro della Commissione Lavoro e Attività Produttive –. Ho ricevuto i lavoratori e chiesto un tavolo al ministero per mettere faccia a faccia tutte le parti coinvolte al fine di trovare un percorso tutelante, scongiurando la perdita dei posti di lavoro».
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