Unione Industriali di Napoli, lascia uno dei saggi: elezioni sospese, duello rinviato

Unione Industriali di Napoli, lascia uno dei saggi: elezioni sospese, duello rinviato
di Nando Santonastaso
Martedì 16 Giugno 2020, 08:30
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Fermi tutti, si bloccano le procedure per l'elezione del nuovo presidente dell'Unione industriali. Si è dimesso uno dei tre componenti della Commissione dei saggi chiamata da domani, mercoledì, in base al calendario già comunicato alle aziende, a raccogliere le loro valutazioni sui candidati in campo (fino a ieri il solo Francesco Tavassi). Gravi motivi familiari alla base della decisione che comporta, di fatto, l'immediata sospensione dell'iter e l'avvio delle procedure per la sostituzione che a quanto pare non saranno brevissime (sono previste a orma di statuto consultazioni preliminari con chi in precedenza ha fatto parte di queste commissioni, nonché con i past president dell'Unione e i probiviri, per arrivare alla definizione di una rosa di aspiranti e a un sorteggio finale). In ogni caso saltano le tre date annunciate alle imprese associate (17, 19 e 22 giugno) e si congela la successione di Vito Grassi, il presidente uscente.

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Il colpo di scena al termine di una giornata nella quale era rimasta ancora senza risposta la domanda su quando sarebbe stata formalizzata l'annunciata autocandidatura di Costanzo Jannotti Pecci, indicato da un gruppo di imprenditori guidato dall'ex presidente di Confindustria Antonio D'Amato come l'alternativa a Tavassi e al gruppo che lo ha scelto in continuità con la presidenza Grassi. Nelle more di questa attesa erano però ripresi anche i contatti tra le due anime dell'Associazione per cercare di ricomporre il più possibile la frattura emersa in questi giorni. Oggi ad esempio il presidente facente funzioni Maurizio Manfellotto aveva fissato a palazzo Partanna l'incontro sollecitato dallo stesso Jannotti Pecci e dai firmatari della lettera con cui si muovevano rilievi molto critici sulle procedure seguite per l'indicazione di Tavassi da parte del consiglio di presidenza uscente. Non è chiaro a questo punto se l'incontro ci sarà comunque ma è evidente che lo stop forzato apre uno scenario completamente diverso e per molti aspetti imprevedibile.

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La complessità stessa delle operazioni di sostituzione del componente dimissionario dei saggi e il rischio che su di esse possano riproporsi le contrapposizioni emerse finora, tra veti e distinguo, fanno presagire che la durata del mandato di Manfellotto non sarà limitata a poche settimane. Ma non si può nemmeno escludere che proprio quanto accaduto rilanci il senso e la credibilità di una mediazione in grado di impedire la frattura, come da più parti peraltro si è detto e auspicato. Di sicuro anche questa ipotesi avrà bisogno di tempo per diventare una pista di lavoro vera e propria: riproporre il dialogo tra le parti, abbandonando il percorso dello scontro fin qui seguito, non sarà infatti né facile né semplice. Manfellotto ha dalla sua l'autorevolezza e il carisma dell'imprenditore che può traghettare l'Associazione in questa delicatissima fase e riportarla il più presto possibile al voto ma appare a dir poco azzardato prevedere come e soprattutto quando, considerati anche i doveri del presidente di Hitachi rail verso la sua azienda.

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Insomma, da ieri è iniziata una nuova fase da cui potrebbero realmente scaturire scenari assai diversi tra di loro.

Molto dipenderà da come verrà gestita senza dimenticare che resta comunque ancora aperta la questione della presidenza regionale di Confindustria Campania, rinviata alla prossima settimana ma indirettamente collegata alla successione di Palazzo Partanna. I due momenti ora sembrano fatalmente dividersi ma resta decisamente complicato capire se e chi potrebbe avvantaggiarsene. 

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