Città della Scienza, mostra sulla Mesopotamia in collaborazione con L'Orientale di Napoli

Il professore Cammarosano (in basso a destra) e i suoi studenti del corso di Assiriologia durante l'open day del 30 marzo scorso
Il professore Cammarosano (in basso a destra) e i suoi studenti del corso di Assiriologia durante l'open day del 30 marzo scorso
di Vincenzo Cimmino
Martedì 4 Aprile 2023, 16:30
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Fino al prossimo 23 luglio, nella mostra “Spazio al Futuro” all’interno della Fondazione Idis–Città della Scienza, sarà presente una intera sala, allestita dal professore Michele Cammarosano insieme ai suoi colleghi (tutti afferenti all’Università L’Orientale), incentrata su come, migliaia di anni fa, le civiltà del Vicino Oriente antico in Mesopotamia - la celeberrima e di comune memoria “terra tra due fiumi”, il Tigri e l’Eufrate - vedessero e si rapportassero con gli astri attraverso l’uso della loro scrittura, il cuneiforme.

La creazione dello spazio espositivo nasce per avvicinare grandi e piccini a una civiltà lontana dalla nostra, ma dalla quale abbiamo preso molto.

“Le navicelle spaziali e i viaggi su Marte hanno le loro origini, si può dire, nella bassa Mesopotamia (Iraq), quando 5000 anni fa i Sumeri inventarono la scrittura cuneiforme e iniziarono a registrare osservazioni dei fenomeni astrali - dichiara il professore Cammarosano - Nel corso della loro storia millenaria, le civiltà del Vicino Oriente antico svilupparono tecniche di calcolo matematico e geometrico di eccezionale livello. L’ambito in cui la scienza mesopotamica raggiunse il culmine della sofisticazione è proprio l’astronomia.

Alcune delle scoperte fatte allora dovettero aspettare il tardo medioevo per essere ‘riscoperte’; altre, invece, vennero recepite da Egizi, Greci e Romani e sono arrivate fino a noi: la divisione del cerchio in 360 gradi e lo zodiaco nascono qui”.

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Ed è proprio per celebrare questa civiltà, alla quale dobbiamo tanto, che la sala conserva molte riproduzioni di importanti manufatti: da un kudurru (pietra di confine che registrava le concessioni di terra dei re) babilonese a un modellino di ziggurat, il caratteristico edificio di culto che ha ispirato la biblica Torre di Babele; da un frammento di tavoletta cuneiforme con un brano del poema di Gilgamesh, ad una riproduzione artigianale di una tavoletta, sempre in cuneiforme, che menziona Nibiru, oggetto celeste in passato al centro di un forte dibattito nella comunità scientifica. 

Una particolare attenzione è data non soltanto ad astronomia e astrologia (in Mesopotamia non c’era distinzione tra quella che oggi è una scienza, l’astronomia, e l’astrologia, un complesso di credenze e tradizioni) ma anche a come si formavano le tavolette, a come si scriveva in cuneiforme: è infatti allestito un laboratorio di scrittura che, attraverso l’uso di materiali simili all’argilla e a strumenti simili a quelli degli antichi scribi, mostra ai più curiosi come scrivere in cuneiforme, con l'alfabeto in cunei.
Inoltre, nell’ambito della iniziativa, nei giorni scorsi si è tenuta una visita guidata aperta al pubblico, organizzata all'interno del corso di Assiriologia dell’Orientale, durante la quale gli allievi del professore Cammarosano hanno illustrato i pezzi presenti nella sala.
La mostra seguirà gli orari di apertura di Città della Scienza: dal lunedì alla domenica, dalle ore 9 alle 17.

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