Diego Macario, da attore e regista a fattorino: «Colpa della crisi, ma bisogna reagire»

Diego Macario, da attore e regista a fattorino: «Colpa della crisi, ma bisogna reagire»
di Antonio Folle
Domenica 7 Giugno 2020, 14:49 - Ultimo agg. 14:52
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La storia di Diego Macario, 44 anni, attore e regista partenopeo, è di quelle destinate a fare da esempio alle tantissime persone che, durante il lockdown, hanno praticamente perso tutto. Prima della chiusura forzata dei teatri Macario, che ha cominciato la sua carriera artistica nel 1998, era sulla "cresta dell'onda", con tantissimi progetti realizzati e da realizzare sia per il cinema che per il teatro, la sua grande passione. Seduto ai tavolini di un bar del Vomero Diego racconta con orgoglio - un racconto appena interrotto da un velo di commozione - le sue esperienze lavorative e i progetti a cui è più affezionato. A cominciare da quello realizzato con i ragazzi del teatro Diana, un progetto che aveva lo scopo di avvicinare i più giovani al mondo del teatro.
 



Il Covid-19 ha assestato un durissimo colpo al settore. Alla chiusura dei teatri hanno fatto seguito, dopo qualche settimana, le eclatanti proteste del mondo che ruota attorno al palcoscenico. Attori, registi, sceneggiatori, ma anche macchinisti, costumisti e scenografi uniti per far sentire la loro voce verso una crisi, quella del teatro, che rischia di protrarsi ancora per mesi, lasciando migliaia di persone senza alcun mezzo di sostentamento. 

Macario ha deciso di non limitarsi alla sola protesta e all'attesa spasmodica dei contributi promessi dal Governo. Si è rimboccato le maniche e ha deciso di ricominciare praticamente da zero. Da alcune settimane ha inforcato lo "zainetto" dei riders e, a bordo del suo scooter, consegna pizze e panini per una nota catena di delivery. Un impiego che gli sta permettendo di sopravvivere in attesa di poter ritornare al suo amore più grande, il teatro.

«Quando è cominciata la chiusura dei teatri - racconta Macario - ricordo che ogni giorno guardavo con sgomento la tv, in attesa di conoscere il destino del mio mondo lavorativo. Inutile dire che quando il Governo ha decretato la chiusura dei teatri a me, come a tantissimi colleghi nella mia stessa situazione, è crollato il mondo addosso. Siamo finiti improvvisamente senza lavoro e senza alcuna prospettiva mentre eravamo nel pieno svolgimento della stagione teatrale. Durante il periodo di lockdown - prosegue l'attore - ho cercato di capire cosa potessi fare per ricominciare e, quando finalmente la situazione ha cominciato a sbloccarsi, ho deciso di ricominciare da zero con questo nuovo lavoro. Il consiglio che voglio dare alle persone che, come me, si sono trovate improvvisamente senza lavoro è di non cedere allo sconforto e di rendere produttive per quanto possibile le proprie passioni. Io ho sempre amato andare in giro all'area aperta, e così mi sono reinventato fattorino». 

Nonostante i numerosi - e gravosi anche fisicamente - impegni, Diego non perde il sorriso e non si perde d'animo. Anzi, nella dura "scommessa" con la vita ha voluto rilanciare alla grande. Da molti giorni, infatti, sui suoi profili social aiuta i suoi colleghi a districarsi nel dedalo di adempimenti burocratici necessari per ottenere i contributi statali per gli attori rimasti senza lavoro. «Ho messo a frutto i miei studi in ambito economico - spiega ancora - e ho deciso di mettere a disposizione le mie conoscenze ai tanti colleghi che in questi giorni hanno fatto e stanno facendo domanda per i contributi. Credo che in questo momento di difficoltà per tutti chiunque abbia la possibilità di dare una mano debba farlo senza tentennare. E così cerco di dare a mia volta una mano ad attori e attrici in difficoltà». 

Al termine della lunga chiacchierata vomerese Diego si "libera" per un'ultima confidenza: «Il teatro l'ho cominciato quasi per caso, seguendo una mia vecchia passione.
Negli anni mi ha insegnato tanto, mi ha formato come persona e mi ha fatto togliere molte soddisfazioni. Oggi consegno cibo a casa delle persone, ma il mio sogno più grande è di poter tornare al più presto sulle tavole di un palcoscenico a recitare. Ci sto lavorando, speriamo bene».

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