Michelangelo Bastiani racconta «Climate»: la sua prima mostra a Napoli

Inaugurata presso la Chiesa San Giuseppe delle Scalze, si concentra sul tema ambientale

La video installazione site-specific “Exhale” ("Espira"), nella Chiesa San Giuseppe delle Scalze
La video installazione site-specific “Exhale” ("Espira"), nella Chiesa San Giuseppe delle Scalze
Domenica 19 Novembre 2023, 12:40 - Ultimo agg. 20 Novembre, 14:03
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Michelangelo Bastiani, artista toscano, ma con un forte legame con la città di Napoli, - dove attualmente vive - si distingue per la sua straordinaria innovazione nell'uso della tecnologia nelle installazioni artistiche. Nato a Bibbiena, ha affinato la sua maestria presso l'Accademia delle Belle Arti di Firenze sotto la guida del Maestro Gustavo Giulietti, per poi arricchire il suo bagaglio artistico all'Art Students League di New York. La sua arte si concentra su imponenti installazioni video, proiezioni interattive e ologrammi. Bastiani esplora il dinamismo della natura e lo connette con il pubblico, trasformando il concetto di video bidimensionali in una realtà solida e in continua evoluzione.

La sua prima mostra a Napoli, intitolata "Climate", inaugurata presso la Chiesa San Giuseppe delle Scalze, si concentra sul tema ambientale, e in particolar modo sul riscaldamento globale. La protagonista dell'esposizione è un'installazione site-specific chiamata “Exhale” ("Espira"): un'imponente rappresentazione di acqua e vapore, che simboleggia il respiro affannato del mondo. Questa videoproiezione di oltre quattro metri è posizionata al centro della chiesa, oggi sede di associazioni socio-culturali.

«Mi piace il connubio tra la natura e l’arte – racconta Bastiani. Rappresentare la natura attraverso la tecnologia è una sfida. La tecnologia è fredda e inumana, mentre la natura è la rappresentazione dell’essere umano e di ciò che lo circonda. Trovo affascinante far dialogare questi due elementi così distinti». «Provengo da una famiglia di ambientalisti, - continua Bastiani - i miei genitori mi hanno sempre portato a congressi sull’ambiente in vari parti d’Italia, quindi i temi li conosco bene. Sono almeno venti anni che si parla di cambiamento climatico. La figura di Greta Thunberg – anche se a molti non sta simpatica – ha svegliato un po' di animi, tra cui il mio che forse era sopito.

La stimo molto e mi sono ispirato ad alcuni suoi interventi e al discorso sull’ambente svedese per le mie opere. Tutti sanno cosa si dovrebbe fare per migliorare la situazione, però nel pratico diventa difficile attuare un cambiamento, io nel mio piccolo ci provo. L’arte contemporanea ha un ruolo marginale nel sensibilizzare le persone, poiché è un fenomeno perlopiù elitario. Io cerco di essere il più Pop possibile – non Pop americano, ma Pop inteso come popolare. Anche se noi artisti riusciamo a sensibilizzare solo 1% della popolazione è già un risultato importante».

Continua parlando del suo legame con Napoli «Vivo a Napoli, attualmente abito a Chiaia con mia moglie Anna Chiara. Da non napoletano negli ultimi anni ho visto un miglioramento specialmente nel Centro Storico. I Quartieri Spagnoli negli ultimi cinque anni sono stati fortemente rivalutati, poi per qualcuno può essere un cambiamento positivo e per altri meno, ma io qui mi trovo benissimo. Poi l’arte contemporanea qui è sempre stata un’eccellenza. In questo campo Napoli ha una tradizione importante, superiore a quella di Firenze o di altre città, per me in Italia si piazza sicuramente tra le prime tre, con Milano e Venezia quando c’è la Biennale, il livello è altissimo ed il pubblico molto preparato».

Video

Ci racconta perché ha scelto questa location per la mostra «La chiesa di San Giuseppe delle Scalze l’ho conosciuta grazie al giornalista Fabio Pariante. Mi ha immediatamente colpito il fatto che, pur essendo una chiesa barocca, non contenesse alcuna opera al suo interno. C’è un dialogo con l’antico per via della struttura, ma non si vanno a sovrapporre opere classiche con opere contemporanee, questo rende questa chiesa uno spazio per l’arte contemporanea come pochi in Italia. La struttura è imponente, ma non troppo grande, quindi, adatta ad una mostra, inoltre, dispone di un’illuminazione naturale meravigliosa che varia durante la giornata». «Mi piace vedere le mie opere in un contesto antico, l’ho già fatto in una mostra alla Certosa di San Giacomo a Capri, si crea un contrasto dovuto dal tempo, ma il dialogo che ne scaturisce è interessante. L’importante è mantenere sempre il rispetto per l'integrità architettonica del luogo».

Su “Exhale”: «Per realizzare il mio ultimo lavoro, “Exhale”, ci sono voluti più di due mesi. Non sapevo come sarebbe stato l’effetto finale, poiché non ho potuto vedere l’installazione finita prima della mostra, ma solo il rendering. Poi non sapevo se si sarebbe amalgamata bene al contesto della chiesa, ma il risultato finale mi soddisfa a pieno. Ci tengo a precisare che per creare le mie opere non uso mai l’intelligenza artificiale, sono io a decidere ogni movimento e ogni piccola variazione di colore. Il video gira in alcuni frangenti a più di 300 frame, quindi, è composto da tantissimi dettagli quasi impercettibili all’occhio umano».

Oltre all’installazione principale al centro della chiesa, troviamo situate nelle cappellette laterali, altre sue opere, tra cui le famose “nuvole in bottiglia”: «Le opere per cui sono più conosciuto sono le “nuvole in bottiglia”. Creo dei video appositi e poi scelgo dei contenitori che raccontano una storia. Il vetro è un materiale delicato ma che ha una grande resistenza nel lungo periodo, è fragile ma non si deteriora facilmente, quindi resiste al tempo e spesso racconta una storia. Mi piace che le persone si riconoscano in questi oggetti della quotidianità, e che gli ricordino qualcosa del loro passato, così possono creare un legame emotivo con l’opera».

Alla fine ci racconta dei suoi progetti futuri «A breve parteciperò ad una fiera a Miami dove vado quasi tutti gli anni. Poi, qui in Campania mi piacerebbe sviluppare altri progetti, magari in luoghi legati alla storia antica, come Pompei o Ercolano. Sono posti che rappresentano la storia dell’Italia collegata a quella dell’antica Grecia. Mi affasciano».

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