Napoli, Sejko e De Silva a AstraDoc presentano «La macchina delle immagini di Alfredo C.»

Napoli, Sejko e De Silva a AstraDoc presentano «La macchina delle immagini di Alfredo C.»
Mercoledì 30 Marzo 2022, 13:38 - Ultimo agg. 15:31
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Il regista Roland Sejko e l’attore Pietro De Silva arrivano a Napoli per presentare il film documentario «La macchina delle immagini di Alfredo C.».
 L’opera, prodotta e distribuita dall’Istituto Luce-Cinecittà, sarà proiettata al Cinema Academy Astra a Napoli venerdì 1° aprile 2022 alle 20:30 nell’ambito della rassegna «AstraDoc – Viaggio nel cinema del reale». Nella sala di via Mezzocannone 109 Interverrà anche il Prof. Settimio Stallone, Direttore dei corsi di laurea in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali dell'Università Federico II.

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Il film - presentato come evento speciale alla 78ª Mostra del Cinema di Venezia, ora nella short-list di documentari candidati ai Premi David di Donatello - racconta i fatti dell’aprile 1939 quando l’Italia fascista occupa l’Albania dove vengono trasferiti migliaia di operai, coloni e tecnici italiani.

Bisognerà aspettare novembre del 1944 per vedere il Paese balcanico liberato. Ne segue un regime comunista che chiude i confini e che impone al Belpaese numerose condizioni per il rimpatrio dei suoi concittadini. Tra i 27mila trattenuti italiani in Albania, tra reduci e civili, c’è anche un operatore cinematografico.

È Alfredo C. che ha lavorato nella propaganda fascista, girando per cinque anni l’Albania con la sua cinepresa. In realtà, prima di superare l’Adriatico, per quasi un ventennio, ha immortalato la capillare macchina del regime. A un certo punto si ritrova a fare lo stesso ma per un regime comunista. Chiuso nel suo magazzino, circondato da migliaia di pellicole, Alfredo C. rivede su una vecchia moviola quello che ha girato. La sua storia. È il suo film quello che vediamo. E forse, non solo il suo. L’operatore cinematografico, che ha guidato la macchina da presa per due regimi dalle sensibilità opposte, è stato il testimone che ha raccontato per immagini una storia che rischia ancora di essere dimenticata. Oblio e memoria, difatti, sono temi del documentario materializzati in centinaia di rulli di pellicole, una moviola inceppata, una cinepresa, una pressa da montaggio, un passafilm e altri attrezzi ormai in disuso.

La pellicola - girata a Cinecittà e realizzata grazie al materiale di diversi archivi cinematografici, tra cui l’Archivio Storico Luce, quelli di Albania, Londra e Mosca - riporta all’attenzione fatti passati nel dimenticatoio.
«La storia degli italiani trattenuti in Albania dopo la fine della guerra e l’arrivo del regime comunista è quasi dimenticata, coperta dalla valanga degli eventi che ha travolto centinaia di migliaia di italiani in altri paesi. Erano circa 27.000 persone, diventate loro malgrado delle pedine di scambio in un gioco di potere del nuovo regime con l’Italia per il riconoscimento dell’Albania, per le riparazioni della guerra, e per la ricostruzione del Paese» (stralcio delle note del regista). 

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