Teatro Mercadante, in scena “Premiata Pasticceria Bellavista” di Vincenzo Salemme

In scena il 2 luglio al Teatro Mercadante "Premiata Pasticceria Bellavista", una commedia di Vincenzo Salemme

La Compagnia Nest
La Compagnia Nest
Martedì 27 Giugno 2023, 13:30
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La compagnia Nest, in coproduzione con Diana OR.I.S, porterà in scena il 2 luglio al Teatro Mercadante, nell'ambito del Campania Teatro Festival, diretto da Ruggero Cappuccio, “Premiata Pasticceria Bellavista”, una commedia di Vincenzo Salemme. Per la prima volta nella sua carriera di autore, Vincenzo Salemme affida un suo testo ad un'altra compagnia, senza la sua partecipazione da attore, o da regista. 

Ermanno e Giuditta Bellavista sono i proprietari di una pasticceria annessa alla loro casa, con loro vive la madre, che soffre di diabete e pressione alta.

Ermanno ha una relazione in segreto con Romina, la quale è stanca di dover parlare con lui di nascosto e vuole che si decida a parlarne con la famiglia. Anche Giuditta ha una relazione segreta con Aldo, pasticcere alle dipendenze dei Bellavista, che però non ama Giuditta ma mira alla sua ricchezza. Intanto si scopre che Ermanno tre mesi prima, ha subito un intervento di trapianto agli occhi, prelevati da Carmine, un senzatetto che dopo un incidente automobilistico, entra in coma. Creduto però morto, si decise di prelevargli gli occhi e trapiantarli ad Ermanno. Così, una volta svegliato dal coma, Carmine si ritrova cieco. Carmine riesce a raggiungere la pasticceria di Ermanno, rivelandogli che sono 3 mesi che non possiede più gli occhi, e che il prof. Rubelli, che ha eseguito l'intervento, è implicato nel gioco d'azzardo e nel traffico illecito di organi. Carmine decide di rimanere nella pasticceria di Ermanno, dicendo che ora egli dovrà guardare la vita per lui. 

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Il racconto di una condizione sociale e culturale in cui ogni personaggio della commedia è incapace di affrontare il percorso che la vita gli ha messo di fronte e agisce fingendo di non vedere. Non a caso arriverà proprio un cieco ad aprire gli occhi di tutti e metterli al cospetto della verità che nessuno di loro ha il coraggio di dire e dirsi. Paradosso Kafkiano che Salemme dipana lungo tutta la commedia con la sua penna ispirata, fatta di battute fulminanti e tirate esistenziali che mettono in risalto un mondo ipocrita e vigliacco, guidato da una voce che viene dall’alto, la voce di una madre, figura creatrice come quella di Dio. Una commedia in cui si ride a crepapelle anche se non ci sarebbe molto da ridere. Questa è spesso la forza della scrittura di Salemme: riuscire a raccontare le crepe dell’essere umano attraverso la risata, quella risata che ancora non ci ha seppellito e chissà se mai lo farà. 

«Erano gli inizi degli anni ‘90 e ricordo che si discuteva molto della legge sulla donazione degli organi e uscirono nelle pagine di cronaca diversi episodi che suscitavano molta paura. Episodi che raccontavano di persone date per morte e poi miracolosamente risvegliatesi. Fu così che nacque l’idea di “Premiata Pasticceria Bellavista”, proprio immaginando una cosa del genere. Raccontare le paure più recondite dell’animo umano mi ha sempre affascinato, senza la pretesa di trovare risposte, anche perché sono paure contro le quali non possiamo fare granché se non parlarne, trovare una via di uscita dal buio della ragione nel rapporto aperto e fiducioso con il resto del mondo», commenta l'autore.

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