Per quanto riguarda poi l’individuazione dei responsabili e i relativi provvedimenti disciplinari dovremmo invece ancora attendere, districandoci nel solito labirinto inchieste, leggi (contraddittorie) e ricorsi (assicurati). Si parla da un lato dell’errato calcolo dell’epicentro del terremoto di Casamicciola (rivelato ieri da uno scoop del Mattino), e dall’altro della triste storia - risalente al 3 agosto - della presunta indisponibilità di ambulanze del 118 per soccorrere, a Napoli, il povero Mario D’Aiello, talassemico, deceduto anche perché gli avevano assegnato un codice giallo invece che rosso. Sappiamo come stavano invece le cose: le ambulanze c’erano, e quanto al terremoto l’epicentro non era in mare, né a dieci chilometri di profondità, bensì giusto sotto gli edifici crollati a Casamicciola; il che, se pure non cancella la vergogna del dilagante abusivismo edilizio sulla cosiddetta Isola Verde, sicuramente ridimensiona la portata dei discorsi fatti in questi giorni. E dà conto di quella che in principio pareva una questione assurda: come, cioè, fosse possibile che un sisma di così bassa intensità avesse potuto fare tutti quei danni.
La grande scrittrice americana Flann O’Brien diceva che un ripensamento non è mai una cosa sbagliata. E in questi due casi abbiamo per lo meno la soddisfazione di vederlo, il ripensamento, e di poter correggere le informazioni fasulle su cui avevamo incominciato a formulare le nostre ipotesi di giudizio. Resta il fatto - preoccupante - che le due fake news di partenza avevano il medesimo mittente, e non un mittente qualsiasi: lo Stato. Uno Stato agostano e perciò spesso distratto e pasticcione. Perché questo è successo, ha denunciato un’autorità in materia di sismologia come Enzo Boschi e confermato Giuseppe Zamberletti padre della Protezione civile e presidente emerito dell’Istituto nazionale di vulcanologia, nelle stanze dell’osservatorio Vesuviano: è stato utilizzato un modello di calcolo del sisma adatto alla costa e non all’isola di Ischia perché la squadra di ricercatori di turno non era esperta a sufficienza.
Nel caso invece della gestione delle rete delle emergenze sanitarie a Napoli non è certo la prima volta: basta ricordare le polemiche che scoppiarono solo dodici mesi orsono quando, sulla pelle dei cittadini, esplose il caso dei pronto soccorso non in rete e dei reparti chiusi senza alcun criterio.
Uno scandalo che ha portato, per lo meno, alla messa a punto di una nuova organizzazione anche se, è bene ricordarlo, di risultati concreti se ne sono visti davvero pochi. E dunque: può lo Stato andarsene, diciamo così, in vacanza ad agosto in questo modo? E possiamo noi tutti non avere fiducia di quello che ci dice lo Stato? Non può, non possiamo.