Napoli, dopo la Juventus serve lo sprint in due settimane

Gli azzurri di Calzona si giocano tutto nei prossimi quattordici giorni

Napoli, dopo la Juventus serve lo sprint in due settimane
Napoli, dopo la Juventus serve lo sprint in due settimane
Eugenio Marottadi Eugenio Marotta
Domenica 3 Marzo 2024, 23:37 - Ultimo agg. 4 Marzo, 07:30
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Lo sprint finale prima della sosta con vista doppia sulla Champions League. Quella di oggi - in cui il Napoli è in piena corsa - e quella con il nuovo format del prossimo anno. La squadra di Francesco Calzona si gioca praticamente l’intera stagione (e forse anche di più) nel giro di due settimane. Accantonato il big match di ieri con la Juventus di Allegri e del grande ex Cristiano Giuntoli, in un Diego Armando Maradona sold out, i campioni d’Italia in appena 14 giorni si giocheranno le residue chance per poter tenere accesa la fiammella della qualificazione nell’Europa che conta anche per la prossima stagione ed al tempo stesso sono chiamati alla sfida da dentro o fuori a Barcellona contro i blaugrana di Xavi per l’accesso ai quarti di finale della coppa dalle grandi orecchie. Al tempo.

Gli azzurri venerdì prossimo saranno nuovamente di scena a Fuorigrotta, nell’anticipo della 28esima giornata di massima serie, contro il Torino di Juric. Un’altra partita contro una torinese nel giro di pochi giorni. Ieri sera la Juventus e venerdì prossimo il Toro. Sempre al Maradona. Il Napoli avrà soltanto un risultato a disposizione. Gli azzurri, infatti, saranno gioco forza costretti a fare bottino pieno contro i granata per poter ancora sperare di sferrare il disperato assalto all’ultimo posto utile (che sia il quarto o, come si spera, il quinto per via del bonus che potrebbe essere concesso all’Italia dalla Uefa) alla prossima Champions League.

Non solo.

Per Di Lorenzo e compagni la gara con il Torino è anche una sorta di rivalsa rispetto a quanto subito nel match d’andata al Comunale. In quella circostanza, infatti, i campioni d’Italia in carica subirono probabilmente la sconfitta più mortificate di questa scellerata stagione agonistica per chi porta lo scudetto cucito sul petto. I granata rifilarono tre ceffoni in pieno volto alla squadra allora allenata da Walter Mazzarri, incapace di mostrare neppure una timida reazione e costretta pure in inferiorità numerica per tutto il secondo tempo a seguito dell’espulsione di Mazzocchi (appena entrato). Quel ko fu il segnale evidente che la cura Walterone non aveva prodotto alcun effetto. Anzi. Si amplificarono problemi che non fecero altro che acuire la crisi. Il resto è storia recente con l’approdo di Calzona al capezzale degli azzurri ed il disperato tentativo di risalire la china e di rientrare in corsa.

Dopo la sfida con il Toro di venerdì prossimo, il Napoli avrà pochi giorni di tempo per ricaricare le batterie e prepararsi per la supersfida che vale il pass per i quarti di Champions. Gli azzurri, infatti, si giocheranno il passaggio del turno nella gara di ritorno a Barcellona martedì 12 marzo contro i blaugrana. Per farlo la truppa di Calzona - orfana di Zielinski (fuori dalla lista Champions) - dovrà necessariamente battere bandiera corsara in Catalogna, dopo il pareggio (1-1) del Maradona, in gara uno. Un’impresa certamente titanica - considerando il blasone (ed anche il valore) dei campioni di Spagna, ma non impossibile. Un piccolo vantaggio per il Napoli potrebbe essere dettato dal fatto che il big-match non si giocherà al Camp Nou (ancora in fase di ricostruzione), ma a Montjuic. Superare il turno significherebbe garantire un bel gruzzoletto di soldi nelle casse azzurre e sopratutto mettere la freccia nel ranking Uefa per il prossimo mondiale per club del 2025. Staremo a vedere.

Appena cinque giorni dopo la trasferta europea in terra catalana, gli azzurri dovranno sfilare nella scala del calcio per quello che a tutti gli effetti suona come un passaggio di consegne tra gli attuali campioni d’Italia in carica ed i prossimi vincitori del prossimo tricolore. Domenica 17 marzo, infatti, si gioca a San Siro il posticipo tra la capolista Inter ed il Napoli. I nerazzurri viaggiano spediti verso la seconda stella (il 20esimo scudetto) a cui manca soltanto l’aritmetica. Di Lorenzo e soci, invece, non possono certo permettersi di recitare il ruolo di vittime sacrificali o di invitati indesiderati al Meazza: gli azzurri hanno bisogno di punti anche contro la capolista per restare aggrappati al treno che porta alla prossima Champions. Tutto o quasi in 14 giorni. Poi ci sarà la sosta per tirare un po’ il fiato prima del rush finale.

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