Residenti tra rabbia e paura «Vigilantes dietro i portoni»

Residenti tra rabbia e paura «Vigilantes dietro i portoni»
di Paolo Barbuto
Lunedì 25 Gennaio 2016, 01:15
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Il gruppo nazionale di cittadini di tutt’Italia «vittime» della movida, aveva un nome memorabile: era il comitato «Ma noi quando si dorme?». Quando venne il momento di ascoltare la situazione della movida di Chiaia, ammutolirono tutti i presenti. Una situazione del genere non l’avevano mai sentita.

Oggi quel comitato s’è scisso in due diversi rivoli ma la vicenda napoletana è rimasta esattamente la stessa, anzi va oltre: qui non si tratta semplicemente del caos che non ti permette di dormire. Adesso c’è anche la paura di ritrovarsi in mezzo a una rissa o a un accoltellamento. «E poi in mezzo a tutta questa gente che beve tanto, fuma chissà cosa e spesso si sballa, noi abbiamo anche paura di tornare a casa. Dietro al mio portone c’è il vigilante privato, e così in tanti altri palazzi della zona», racconta una donna che chiede ovviamente l’anonimato. 

Ci mette la faccia, invece, Caterina Rodinò che da anni porta avanti la sua battaglia per ottenere una cosa semplice, che sarebbe considerata banale in ogni altra porzione del mondo: «Chiedo che vengano rispettate le regole. Questo è tutto».
Già, le regole. Di norme specifiche sui baretti non ce ne sono. Il Comune nelle prossime ore diramerà un’ordinanza che servirà proprio a chiarire questa vicenda per spiegare che le norme ci sono e sono valide per tutta l’Italia «I contenuti li stiamo ancora vagliando - spiega l’assessore Enrico Panini - sarà, però, una disposizione ricognitiva su tutto il quadro di riferimento legislativo». In poche parole si metterà nero su bianco che le leggi non permettono di sparare musica a tutto volume in qualunque ora del giorno, che è vietato invadere con tavoli e sedie la strada pubblica senza permesso, che gli schiamazzi vanno puniti: verranno ricordate le regole, appunto. 
A ricordarle ci pensano, talvolta, anche i vigili. La polizia Municipale negli ultimi quattro mesi ha elevato più di cento verbali ai baretti, per i più disparati motivi. C’è, però, un momento in cui la macchina si blocca: è quello che prevede la sospensione dell’attività alla terza contravvenzione consecutiva.

Anche se può sembrare una guerra al divertimento notturno dei napoletani, tutti i protagonisti spiegano che non lo è: «Che i giovani si divertano - esulta Caterina Rodinò che coordina il comitato ”Chiaia viva e vivibile” - ma che anche a noi venga consentito di rientrare a casa nel week end senza problemi, e magari anche di poterci riposare a notte fonda». Il concetto è replicato da Carla Della Corte, presidente del consorzio Chiaia che riunisce i commercianti: «Il movimento creato dai baretti può essere una nota positiva per questo territorio. Diventa un problema quando si esagera, quando le regole non vengono rispettate, quando ci sono esercenti che si consentono di tutto e permettono ai loro clienti di fare qualunque cosa». Proprio la presidente Della Corte si è fatta promotrice di una «unione» fra commercianti e residenti per chiedere un incontro a Palazzo San Giacomo nel tentativo di ottenere ascolto: «Ho già parlato con i residenti - spiega l’assessore Panini - e mi farà piacere incontrare nuovamente chi viene dal territorio e ha delle richieste da fare. Sono convinto che la condivisione permetta di superare meglio difficoltà e ostacoli».

Maurizio Marinella ammette di non essere un frequentatore dei baretti, però guarda con simpatia all’allargamento della zona di ritrovo per i giovani: «I problemi sono sotto gli occhi di tutti e sono noti, ma sull’altro piatto della bilancia va messa la possibilità di rinascita di Chiaia. Questo quartiere va spegnendosi ogni giorno di più e proprio la movida può consentire una rivitalizzazione. Ovviamente bisogna che i gestori decidano di autoregolamentarsi, magari accollandosi l’onere di ripulire le strade dal tappeto di bicchieri e pattume che si crea o consorziandosi per una vigilanza privata che sorvegli la zona».
Anche Carla Della Corte riesce a vedere il bicchiere mezzo pieno: «Il popolo della movida viene intercettato anche dai commercianti ed è un bene per la zona. Però bisogna recuperare il rispetto reciproco e quello delle leggi. Non dobbiamo permettere che continuino a verificarsi eventi violenti e preoccupanti, dobbiamo pretendere, tutti, compresi i gestori dei baretti, che ci siano regole severe. Solo così la movida di Chiaia continuerà ad esercitare il suo appeal».
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